Lunghi voli, alti scherzi, erta salita
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Questo testo fa parte della raccolta Lorenzo Casaburi
VIII
IL GIOCATORE DI CORDA
Lunghi voli, alti scherzi, erta salita
tu formando in un laccio al ciel disteso,
stupido lo stupor mira sospeso
quanto possa dell’uom la mente ardita.
Non vanti piú la sua colomba Archita,
or che rapido il volo ha l’uomo appreso;
né sia Dedalo teco a gara acceso,
se volante senz’ali oggi t’addita.
Giá de’ canapi tuoi gli occulti ponti
fatt’han per gelosia Giove di ghiaccio,
ché ’n grembo a Giuno a tuo piacer sormonti;
e piú che de’ Tifei teme il tuo braccio,
poiché, se quei non v’arrivâr co’ monti,
tu su l’etra poggiar puoi con un laccio.