Libro quarto - Capitolo 22
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quarto - Capitolo 22 Giovanni Boccaccio1336
Libro quarto - Capitolo 22
Al quale la gentil donna rispose: - Assai il tuo argomentare ci piacerebbe, se tu te stesso nel tuo parlare non dannassi Guarda come perfetto amore insieme col rubare può concorrere: come mi potrai tu mai mostrarne che io ami quella persona la quale io rubo più che quella a cui io dono, con ciò sia cosa che tra più manifesti segni d’amare alcuna persona è il donare? E secondo la quistione proposta, ella all’uno donò la ghirlanda, all’altro la tolse, non le fu dall’altro donata: e quello che noi tutto giorno per essemplo veggiamo può qui per essemplo bastare, che si dice volgarmente coloro essere da’ signori più amati i quali le grazie e’ doni ricevono, che quelli che di quelli privati sono. E però noi ultimamente tegnamo, conchiudendo, che quegli sia più amato a cui è donato, che a cui è tolto. Ben conosciamo che alla presente questione molto contro alla nostra diffinizione si potrebbe opporre e alle opposte ragioni rispondere; ma ultimamente tale determinazione rimarrà vera. Ma però che il tempo non è da porre in una cosa sola, sanza più sopra questa parlare, gli altri ascolteremo, se vi piace -. A cui Filocolo disse che assai gli piacea, e che bene bastava tale soluzione alla sua domanda; e qui si tacque.