Adiecta (1905)/III/XXVI

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Quando l'amico mio Felice Cavallotti fu scannato

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Quando l'amico mio Felice Cavallotti fu scannato
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quando l' amico mio

FELICE CAVALLOTTI

fu scannato


Caussa mali tanti....

Virg. æn. xi, 480.

Ed or che in bocca la civil rampogna
     il ferro ti recide,
Verre, beato nella sua vergogna,
     4Verre, il ribaldo, ride

e tripudia dicendo: — «In tuo malanno,
     «lingua troppo sincera,
«ora i complici miei m’assolveranno
     8«e non andrò in galera;

«anzi, grazie all’eroe che t’ha mandato
     «finalmente all’inferno
«la bigamia, le corna e il peculato
     12«torneranno al governo!»

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Verre, t’inganni! Nel mortal duello
     non fu tua la vittoria.
Con un colpo di spada o di coltello
     16non si uccide la Storia:

Doma dallo scudiscio e dallo sprone
     l’Italia è cieca e sorda,
ma il sangue che grondò per tua cagione
     20la Storia lo ricorda

ed ella sa che il labbro tuo sorrise
     gustando la vendetta,
ella sa che la rea punta che uccise
     24sei tu che l’hai diretta.

Fuma di sangue la Sicilia, prima
     sempre alla gloria e al lutto,
il sangue giovenil d’Abba Carima
     28non è per anche asciutto

ed ecco sangue ancora è scaturito
     dall’opre tue furtive;
ma la storia in quel sangue intinge il dito
     32apre il suo libro e scrive.

Scrive — «L’uno a virtù volse l’intento,
     «l’altro fu disonesto» —
Scrive — «Quegli lottò fin che fu spento
     36«e chi l’uccise è questo!» —

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Or va! — Superbo, com’è tuo costume,
     Verre, sorriderai,
ma la scritta di sangue in quel volume
     40non si cancella mai!