Alcuni opuscoli filosofici/Lo stampatore a' lettori

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Lo stampatore a' lettori

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Al serenissimo e reverendissimo principe Lettera a Monsignore Giovanni Ciampoli (1)


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LO STAMPATORE


A’ LETTORI.



N quale stima siano appresso i professori di lettere le Opere del Dottissimo Padre Abbate D. Benedetto Castelli, Discepolo dell’ammirabile Galileo, non fà di mestieri, ch’io vi faccia manifesto, cortesi Lettori; essendo notissimo à tutta Europa, che la felice memoria di Papa Urbano Ottavo, il cui giudicio intorno alle persone virtuose era veramente esquisito, non sì tosto vide i pochi fogli, in cui questo maraviglioso ingegno spiegò con tanta chiarezza la non mai fin’allora osservata Misura delle acque correnti, che ne formò il concetto, che meritava l’Autore, e con giusto premio lo dichiarò Matematico Pontificio. Onde egli colla stanza, che fermò in Roma, ebbe in varie occasioni à scrivere le presenti Operette. Le quali con quanto desiderio siano state ricercate da’ Letterati, con quanto applauso accolte, e con quanta ansietà copiate, e ricopiate, altro testimonio non voglio, che l’Università de gli Studiosi, che anno gareggiato continuamente trà loro nel leggerle, e nel trascriverle. Vero è, che trà le molte copie, che ne camminavano per le mani del publico, molte ve n’erano assai maltrattate; [p. iv modifica]onde io non sapendo certamente quali fussero i veri originali, hò indugiato fin’ora con questo dubbio à farle uscire dalle mie Stampe. Mà la benignità immensa del Serenissimo Prencipe Leopoldo Cardinal de’ Medici mi hà ultimamente liberato da ogni sospetto, restando servita di consegnare à un qualificatissimo Cavaliere di questa Patria un’essemplare correttissimo di questi Opuscoli, i quali erano da quel letteratissimo Principe trà le più care cose riserbati. E di questi mi sono io veramente servito per questa impressione, la quale ora vi presento, con assicurarmi, ch’ella è l’istessa per appunto, che fù cavata da gli originali dell’Autore, correttivi solamente alcuni pochi errori di lingua, per colpa della Patria dall’Autore istesso commessi, il quale era molto più studioso della solidità delle cose, che della pulitezza delle parole. Godetele dunque, Lettori cortesi, e con esse appagatevi dell’animo mio sempre disposto à servirvi; E vivete lieti.




Vidit D. Io. Chrysost. Vicecomes Cleric. Regul. S. Pauli in Metropolit. Pœnitentiarus pro Eminentissimo, ac Reverendissimo D. D. Hieronymo Boncompagno Archiep. Bonon. & Princ.


Imprimatur


Fr. Marcellus a Diano Ord. Prœd. Sacræ Theologiæ Mag. ac Vic. Gen. S. Officij Bonon.