Allor ch’io ti guidai ne’ tuoi verd’anni,
Garzon, che il Sile, e più te stesso onori,
Nel sacro monte, e ti mostrai gli allori
Che fanno a Morte i più securi inganni: 5Vidi ben io che dispiegati i vanni
Del pronto ingegno a luoghi erti e migliori
Poggiavi, depredando i più bei fiori,
Premio e ristoro de’ ben posti affanni:
Ed or me che ti fui secura scorta 10Indietro lasci, e quel degli Avi tuoi2
Che a miglior tempo arse e cantò d’amore.
Felice te, che nell’età immatura
Co’ Cigni or della Grecia andarten puoi,
Or dell’Italia al più pregiato onore.
Note
↑Nel dottorato in Leggi di Francesco Bemaglia Trivigiano.
↑Gio: Antonio Benaglia leggiadro poeta nel secolo di Leon X.