Altro piacer non sento
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VI
BACI
1.
Altro piacer non sento
se non quanto di voi, rose vivaci,
porpore rugiadose,
spargo in sonoro stil dolce concento;
e tanto sol mi par che dolce sia
quanto parla di voi la musa mia.
Or, s’ho tanto piacer di voi parlando,
che farei voi baciando?
2.
Da’ miei sospiri vinta,
Dori cortese un dí dar mi volea
que’ baci ch’io chiedea.
Ma, per baciarmi accinta,
ritenne il bacio, pallida e smarrita,
per non esser udita.
3.
Lascia, Dorina, ch’io
faccia a mia voglia a pieno
di mille baci miei segno il tuo seno;
ché, sazio che sará quest’ardor mio,
s’averai poi desio
che la tua bocca bella
goda de’ baci anch’ella,
pareggiar ti prometto
i diletti del labro a quei del petto.
4.
Quando, dove s’intese
che chi ferito more
lieto baci il nimico, il feritore?
O occhi, o stelle accese
da le faci d’Amore,
ecco sol nato in me strano desio.
Da voi còlto son io
d’amorosa saetta in mezzo al core;
pur di baciarvi godo,
e la ferita e il feritore io lodo.
5.
Coi piú soavi baci
che possan ristorar un cor languente,
tutta d’amore ardente,
la mia donna m’assale.
E mentr’ella m’abbraccia,
par che manchi il mio cor tra le sue braccia.
Fors’è destin fatale,
se m’uccide di doglia e d’amarezza,
che m’uccida di gioia e di dolcezza.