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Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/18

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Anno 18

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Anno di Cristo xviii. Indizione vi.
Tiberio imperadore 5.


Consoli


Claudio Tiberio Nerone imperatore per la terza volta, e Germanico Cesare per la seconda.


Pochi giorni tenne Tiberio il consolato. A lui succedette Lucio Sejo Tuberone; e poscia nelle calende di luglio in luogo di Germanico, fu creato console Cajo Rubellio Blando. Ho aggiunto il prenome di Cajo a Rubellio, secondo la testimonianza di un marmo1 da me dato alla luce. Ma si può dubitare, se il consolato di lui appartenga all’anno presente. Germanico si trovava in Nicopoli, città dell’Epiro, allorchè vestì la trabea consolare2. Visitò egli le città greche, e massimamente Atene, ricevendo dappertutto distinti onori. Passò a Bisanzio e al mar Nero; e finalmente entrato nell’Asia, arrivò a Lesbo, dove Agrippina sua moglie partorì Giulia Livilla. Intanto Gneo Pisone, inviato da Tiberio per proconsole della Soria, raggiunse Germanico a Rodi. Non era ignoto a Germanico il mal animo di costui; pure avendo inteso ch’egli correa pericolo della vita per una fiera tempesta insorta, spedì alcune galee per salvarlo. Neppur giovò questo per ammansarlo. Appena Pisone fu dimorato un giorno in Rodi, che passò in Soria, dove usando carezze e regali si procacciò l’affetto di quelle legioni, lasciando a’ soldati specialmente la libertà di far tutto ciò che loro piacea. Meno non si adoperava Plancina sua moglie, che intanto non si guardava di sparlar dappertutto di Germanico e di Agrippina. Andossene in Armenia Germanico, ed ivi pose per re Zenone figliuolo di Polemone re di Ponto, [p. 57|58 modifica]dopo aver deposto Orode figliuolo di Artabano. Diede dei governatori alle provincie della Cappadocia e della Comagene, con isminuire i tributi di quelle provincie; e poscia continuò il viaggio fino in Soria. Più che mai cresceva la boria e la petulanza di Pisone proconsole; e sforzavasi bensì Germanico di pazientare gl’insulti e i mancamenti di rispetto di costui; ma niuno v’era, che non conoscesse l’aperta nimicizia che passava fra loro. Vennero a trovar Germanico gli ambasciadori di Artabano re de’ Parti, per rinnovar l’amicizia e lega, esibendosi quel re di venire alle rive dell’Eufrate per fargli una visita. Una delle loro dimande fu che non permettesse al già deposto re dei Parti Vonone di soggiornar nella Soria. Germanico il mandò a Pompejopoli, città della Cilicia, non tanto per far cosa grata ad Artabano, quanto per far dispetto a Pisone, che il proteggeva non poco a cagion de’ regali e della servitù che ne ricavava Plancina sua moglie. Qui ci vien meno la storia di Dione, e però nulla di più sappiamo de’ fatti de’ Romani nell’anno presente.

Note

  1. Thes. Novus Inscript., pag. 301, num. 2.
  2. Tacitus, Annal. lib. 2, cap. 54.