Astronomia/Capitolo primo/7

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La Terra ha un altro movimento oltre quello di rotazione

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Joseph Norman Lockyer - Astronomia (1904)
Traduzione dall'inglese di Giovanni Celoria (1904)
La Terra ha un altro movimento oltre quello di rotazione
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§ VII.

La Terra ha un altro movimento oltre quello di rotazione.


28. Debbo adesso provarmi a dimostrarvi che la Terra ha un altro movimento, oltre quello di rotazione, e che in grazia di questo altro movimento essa si trasporta, ossia cambia di posto nello spazio. È un moto che dicesi di rivoluzione, perchè si compie dalla Terra intorno al Sole, come vedrassi qui appresso, e perchè in causa di esso la Terra rivolgesi appunto attorno al Sole.

Per la mia dimostrazione è necessario che voi abbiate osservato il cielo di notte, o meglio che voi lo osserviate meco, quando è sereno e stellato, ponendo mente ad un’apparenza che esso ci presenta.

29. Sapete già che cosa s’intende per orizzonte; ora il firmamento o il cielo, come più vi piace, il [p. 33 modifica]quale sembra appoggiarsi sul contorno di esso orizzonte, il firmamento ripeto ci abbraccia lunghesso tutto l’orizzonte stesso, ci copre, ci avvolge da ogni parte, sicchè quella che con linguaggio famigliare chiamiamo la vôlta del cielo assomiglia ad una grande cupola, ad una porzione di una superficie sferica immensa, ad una immensa calotta sferica.

Essa è disseminala di stelle, che, diversamente qua e là aggruppate, formano delle configurazioni ben distinte l’una dall’altra, le quali mantengono sempre tra loro le stesse relative distanze e posizioni.

Questo che diciamo per noi, abitanti dell’emisfero nord della Terra, è vero ancora per un osservatore che abiti nell’altro emisfero, in Australia ad esempio. Le apparenze essenzialmente non mutano; solo l’australiano vede la sua cupola celeste, il cielo suo ingemmati da configurazioni stellari differenti dalle nostre.

Il cielo è incommensurabile, indefinito senza fondo; la Terra, benchè per sè stessa così grande in confronto al cielo è molto piccola tanto piccola da potersi, quasi senza errore, ritenere come un semplice punto in mezzo allo spazio disseminato di astri, sicchè diventa lecito dire che gli abitanti antipodi si toccano quasi coi piedi. Riuniamo le loro due mezze sfere di cielo, le loro due vôlte celesti; esse vengono a formare la intera sfera celeste, denominazione che si dà, a cagione appunto delle ottiche apparenze, a quell’insieme di astri, che, per la loro sterminata lontananza, appaiono tutti situati ad una stessa distanza da noi e infissi alla vôlta azzurra del firmamento, vôlta che è una pura e semplice parvenza.

30. La Terra è dunque d’ogni intorno circondata [p. 34 modifica]da corpi celesti, i quali per la massima parte sono più lontani, molto più lontani, del Sole, e i quali ricevettero il nome generico di stelle. Nella figura 7, il circolo maggiore, su cui son distribuite delle Fig. 7. piccole croci a convenzionalmente rappresentare delle stelle, richiamar deve alla mente l’apparente superficie della sfera celeste. Il circolo minore concentrico al precedente segna il cammino, detto propriamente orbita, che la Terra percorre, come voglio dimostrare, intorno al Sole. [p. 35 modifica]I due circoli sono per necessità di formato tracciati l’uno all’altro vicini; in realtà la loro distanza reciproca è infinitamente grande.

In T1, T2, T3, T4 sono segnale quattro posizioni della Terra nella propria orbita: in ciascuna delle quattro posizioni, la porzione della Terra rivolta al Sole ha giorno, e gli abitanti di essa non vedono le stelle perchè «scompare ogni astro in faccia al Sol» e perchè le stelle restano offuscate dal grande splendore della luce solare; la parte od emisfero opposto ha notte, e sugli orizzonti degli abitanti suoi splendono come gemme le stelle.

31. Lasciamo per un istante la figura, e ricordiamo prima quello che ognuno può riconoscere e verificare, quando voglia con qualche perseveranza osservare il cielo durante un anno nelle notti serene.

Ad una data ora della notte, e sia sempre la stessa, in una determinata plaga del cielo, per esempio quella a mezzodì, le configurazioni di stelle che vedonsi d’estate son tutt’altre da quelle che si veggono d’inverno; nè questo è tutto: non sono le stesse neppure da un mese all’altro, anzi, osservando bene in quel posto del cielo, a quell’ora, per più sere di seguito, v’accorgerete che una data configurazione presa di mira va di giorno in giorno movendosi verso occidente insieme a tutte le altre che la circondano: e poichè fanno così tutte le stelle e tutti i gruppi di stelle senza verun mutamento nelle loro distanze e posizioni reciproche, e’ ci pare che tutta la vôlta celeste di mese in mese si sposti lentamente da oriente verso occidente.

32. Ricordiamo ancora un altro fatto: se osserviamo ad un’ora determinata, a mezzanotte per es., una costellazione, od anche solamente una stella [p. 36 modifica]ben riconoscibile, mentre sorge a levante, noi riosservandola sempre all’ora istessa la vedremo dopo tre mesi, alta sull’orizzonte, a metà cammino fra il levante e il ponente; continuando ad osservarla, dopo altri tre mesi, a quella istessa ora, la vedremo invece sul lembo dell’orizzonte ad occidente. Durante i sei mesi successivi non la vedremo più alla stessa ora di mezzanotte in nessun luogo del cielo visibile, e trascorsi i sei mesi la rivedremo riapparire ad est, là dove per la prima volta un anno prima la vedemmo.

Non vi pare di poter concludere da questi fatti che il cielo tutt’insieme si muove, gira, nell’intervallo di un anno, intorno alla Terra, da sinistra a destra nel vostro paese, da destra a sinistra nel paese de’ vostri antipodi?

Ma questa è una illusione; il cielo, ossia la sfera celeste come si usa dire, non gira punto intorno alla Terra. A quel modo che il levare del sole a oriente e il suo tramontare a occidente, a cui consegue l’alternarsi del dì e della notte, è un effetto del moto di rotazione della Terra nel verso da occidente a oriente, così il lento e perpetuo trasportarsi delle stelle in cielo da levante verso ponente, il giro ch’esse compiono in un anno sono mere apparenze, e sono un effetto del moto di rivoluzione della Terra che realmente succede intorno al Sole in verso opposto, e che deve compiersi appunto nell’intervallo di un anno.

33. Ora torniamo alla nostra figura. Consideriamo la posizione T1 della Terra; l’emisfero rivolto al Sole, (la parte sinistra del circoletto che rappresenta la Terra) ha giorno; l’altro emisfero ha notte. La Terra non possieda, per un supposto, altro moto che quello di rotazione; ne nasceranno le apparenze seguenti: di notte saranno [p. 37 modifica]perpetuamente visibili agli abitanti della Terra le configurazioni stellari sparse sulla mezza sfera celeste ABD; le stelle prossime ad A si vedranno a levante, le stelle D a ponente; e per tutti i trecentosessantacinque giorni dell’anno, e per un’infinita serie di anni, sarà sempre così.

Ma, direte voi, ciò non concorda punto colla realtà. Avete ragione, ed infatti ciò non è quello che abbiamo osservato.

Bisogna dunque andar in cerca di qualche causa che dia ragione di quel che vediamo. Noi ne troviamo due, o a dir meglio, possiamo supporne due: possiamo supporre cioè, o che il Sole giri e compia, nell’intervallo di un anno, un giro intorno alla Terra, o che nell’istesso periodo di tempo la Terra giri e compia un giro intorno al Sole.

Il primo supposto è da porsi, come lo abbiamo già fatto, da parte per molte ragioni che s’intenderanno in seguito, e di cui qui non è luogo di parlare, ma fra le quali basterebbe questa, per quanto volgare, che il Sole essendo immensamente più grande della Terra, è assai più probabile che sia esso il centro del moto della Terra, anzichè sia esso che intorno alla Terra giri. Del resto non abbiam bisogno di discutere questa supposizione che urta il buon senso, dacchè abbiamo l’altra più verosimile, già da me posta innanzi, la quale rende completamente ragione dei fatti che voi stessi avete notati.

Ricordiamoci, infatti, d’aver già considerato la Terra nella sua posizione T1, quando gli abitanti suoi vedono a mezzanotte le stelle B; consideriamola ora nella sua posizione T3; ci persuaderemo senz’altro che quelle stesse stelle B sarebbero visibili solo di giorno e sono in realtà offuscate dal [p. 38 modifica]Sole S, che è tra esse e la Terra, che di notte appariranno tutt’altre stelle, quelle cioè che stanno fra A e C e fra C e D.

A passare da T1, in T3 la Terra impiegò sei mesi; lasciamone passare altri sei, e la Terra ritornata in T1, riporrà i suoi abitanti in condizione di veder di nuovo durante la notte al medesimo posto lo stelle B. Parmi così abbastanza spiegata la diversitá del cielo stellato in due epoche opposte dell’anno.

34. Completiamo però la nostra dimostrazione. Voi avete appreso nel paragrafo V precedente che un abitante qualsiasi della Terra ha mezzogiorno quando arriva a metà del periodo di tempo detto giorno, ha mezzanotte, quando giunge al mezzo del periodo detto notte.

Guardando verso il mezzodi, ossia verso il punto sud del nostro orizzonte, noi abbiamo l’est o levante a sinistra, l’ovest o ponente a destra.

Or dunque, quando la Terra (fig. 7), è in T1, l’osservatore situato nel mezzo del semicircoletto oscuro vede a mezzanotte (l’ora da noi più sopra scelta) dinanzi a sè le stelle B, alla sua manca le stelle A, alla destra le stelle D. Dopo tre mesi, trovandosi in T2, egli verificherà quello che insieme già abbiam constatato nelle nostre osservazioni notturne, egli avrà cioè le stelle B a destra (orizzonte ovest), e nuove stelle C, che non vedeva prima, sull’orizzonte est, cioè alla sua sinistra, ed è chiaro per sè che nel tempo da lui impiegato per trasportarsi colla Terra da T1 verso T2, egli avrà visto la configurazione delle stelle B muoversi di giorno in giorno sempre più verso la sua destra, ossia verso ponente. Trascorsi sei mesi dacchè egli fu nel luogo T2, il nostro osservatore arriverà colla Terra in T4; vedrà, verso l’ora di [p. 39 modifica]mezzanotte, ricomparire alla sua sinistra le stelle B, e dopo altri tre mesi, tornato colla Terra in T1, rivedrà ancora le medesime stelle B dinanzi a sè al posto che occupavano un anno prima.

Resta così provato che la Terra compie un giro intorno al Sole nell’intervallo di un anno.1

Note

  1. Questo moto della Terra costituisce la più ardita e profonda conquista dello spirito umano; è opera di ingegni sovrani, e per essa i nomi di Copernico, di Galileo, di Kepler e di Newton salirono ad un’altezza, cui altri potrà forse raggiungere ma oltrepassare mai.
    La Terra in un giorno compie una rotazione intorno a sè medesima, in un anno compie una rivoluzione attorno al Sole. Gira attorno al Sole mantenendosi sempre a grande distanza da esso; gira, si sposta nello spazio con velocità vertiginosa, e in un minuto secondo di tempo percorre nello spazio 30 chilometri circa.