Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere/Parte seconda/Capitolo VII

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Capitolo VII

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CAPITOLO VII

Se gli effetti, che dice dover produrre la provisione predetta, siano veri.

Circa l’effetto, che dice dover produrre detta provisione di bassare il cambio, non occorreria trattarne, perché da quanto si è detto appare che non dovea né riuscire né fare effetto alcuno per quello che si desiderava, cosí come l’ha confermato l’esperienza. Ma, per sodisfare a’ curiosi, s’accennerá solamente la risposta a uno per uno, lasciando di discorrere e provare particularmente, per non generar piú presto tedio che fare altro profitto.

E, in quanto al primo effetto di far il scudo del cambio aereo minore dell’effettivo, e questo sia causa di far venire denari di contanti per il guadagno di grana cinque per scudo, per valere l’uno tredici e l’altro dodici e mezzo, si è provato questo guadagno non posser essere causa di far venire monete piú di quello dovessero venire per l’estrazione di robbe, anzi meno, come si dirá. E il medesimo guadagno era prima col cambio alto e piú, poiché non è vero che carlini tredici si riscotessero per un scudo d’oro in Napoli, ma quattordici, e quattordici e mezzo fin a quindici, come si riscote; e, bassatosi, come esso dice, che si avria guadagnato carlini doi per scudo e non grana cinque, meno vi sono venuti scudi: prova evidentissima il detto guadagno non essere causa di farvi venire denari, per ragioni che si lasciano. Al secondo si dice il medesimo, e che di [p. 195 modifica]necessitá bisogna uscire, o prima o dopo, il denaro di contanti per le mercanzie che vi vengano. Al terzo, che il guadagno del cambio farria venire denari in contanti in Regno, per cavarneli per cambio: questo, quando fusse, saria maggior danno del Regno, per dover ultimamente ritornare il denaro donde è uscito, con il vantaggio del guadagno. Al quarto, di portarvisi piú mercanzie, questo è dannosissimo, come si è provato nella prima parte, ed è una delle cause di fare impoverire il Regno, mentre si portano a rispetto dell’istesso Regno e non per altri paesi, per inportare maggior esito e mancar l’introito. Il quinto effetto, di costare la mercanzia diece e dodici per cento meno, non è vero, e si forma la consequenzia a suo modo. Il sesto è incluso parte nel quinto, e, nel beneficio che dice venire al re, quello causaria tanto piú penuria al Regno. Il settimo, che l’entrate che tengono forastieri in Regno usciriano per cambio e non in contanti, si è detto non generar beneficio, né posser uscire per cambio se, dopo o prima, non sono uscite per contanti; e in altra parte afferma che le remesse dell’entrate di forastieri siano causa del cambio alto. Nell’ottavo si fa la ragione a suo modo, che, con far venire denari in contanti, si schivi il rischio della frode, e non risguarda il maggior rischio di portarli e spesa, se non sono somme eccessive, e, per il fine che dice, generano penuria. Il nono e decimo, di far venire gran parte di reali di Spagna, che vengono in Italia, in Regno, e non solo quelli che verriano da Spagna, ma quelli che tengono li prencipi nelli loro tesori, non contiene né vero né verisimile, come appare per la prova del tempo passato, che il cambio, secondo lui, era basso; e, se fusse vero, non occorreria altro modo di fare impoverire tutti li prencipi d’Italia.

Questo tutto sia detto per curiosi, ché, per quanto si è detto prima e per l’esperienza seguíta, si è visto non essere proceduto né pur uno di detti effetti, e bastava concludere con una parola.