Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/22
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22. I’ vo, sonetto, i mie’ pensier fuggendo
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I’ vo, sonetto, i mie’ pensier fuggendo,
Come colui che se li trova rei[1],
Però che sempre parlan di colei
Che la mia morte vuole e va chiedendo;
E sì mi van, là dov’io vo, seguendo,5
Ad occuparmi più ch’io non vorrei:
Né giungon pria, che[2] ’l bel viso di lei
Col mio rimemorar van dipingendo.
E simil fan le liete feste avute
L’amor la grazia el piacer e ’l diletto,10
E le pongon dinanzi alla mia mente:
Le qual[3], come conosco esser perdute,
Né mai di rivederle più aspetto,
Pianti e sospir si fan subitamente[4].
Note
- ↑ «Dolorosi.»
- ↑ «E non appena giungono.»
- ↑ Le quali cose (vv. 9-10).
- ↑ Sull’occasione del son. cfr. la n. 3 alla p. precedente.