Canti (Leopardi - Ginzburg)/Dal greco di Simonide

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XL. Dal greco di Simonide

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Giacomo Leopardi - Canti (1819 - 1831)
XL. Dal greco di Simonide
Spento il diurno raggio Dello stesso

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XL

dal greco di simonide

     Ogni mondano evento
è di Giove in poter, di Giove, o figlio,
che giusta suo talento
ogni cosa dispone.
5Ma di lunga stagione
nostro cieco pensier s’affanna e cura,
benché l’umana etate,
come destina il ciel nostra ventura,
di giorno in giorno dura.
10La bella speme tutti ci nutrica
di sembianze beate,
onde ciascuno indarno s’affatica:
altri l’aurora amica,
altri l’etade aspetta;
15e nullo in terra vive
cui nell’anno avvenir facili e pii
con Pluto gli altri iddii
la mente non prometta.
Ecco pria che la speme in porto arrive,
20qual da vecchiezza è giunto
e qual da morbi al bruno Lete addutto;
questo il rigido Marte, e quello il flutto
del pelago rapisce; altri consunto
da negre cure, o tristo nodo al collo

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25circondando, sotterra si rifugge.
Cosí di mille mali
i miseri mortali
volgo fiero e diverso agita e strugge.
Ma per sentenza mia,
30uom saggio e sciolto dal comune errore
patir non sosterria,
né porrebbe al dolore
ed al mal proprio suo cotanto amore.