Canti del Friuli/Notte d'inverno

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Notte d'inverno

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VI.




Notte d’inverno

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Diffuso pel cielo invernale
è un grigio bagliore di luna;
dai monti una nuvola sale
4veloce fantastica, bruna.

La borra, che sibila, intorno
la mena furiosa, la volta,
la incalza per l’aere piovorno,
8la addensa più livida e folta;

e l’ombra sua fosca discende
sul freddo candore invernale
dei colli e del piano e si stende
12per l’ampio deserto nivale.

I gelsi stecchiti, che in doppi
filari circondano i prati,
le cime spettrali dei pioppi
16lungh’esso i ruscelli gelati,

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protendon gementi, fischianti
il nero fastigio dei rami
e gettan, fra sibili e schianti,
20al vento angosciosi richiami.

E appare veloce e scompare,
fuggente via via per il cielo,
lo scialbo bagliore lunare
24di nubi tra un sudicio velo.

Ma giù nelle stalle, che sanno
di fieno e di fimo, ben calde
pel fiato dei bovi, che hanno
28le imposte ben chiuse e ben salde

incontro al rovaio e alla bruma;
attorno alla nonna, che sa
le fiabe, ed al nonno, che fuma,
32i bimbi si stringono, ed ha

ciascuno dipinto sul viso
paffuto il curioso spavento
dell’orco, che giunge improvviso,
36se vuole, portato dal vento;

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e sta con i grandi occhi attenti,
sperando e temendo che a un tratto
tra i bovi, che ruminan lenti,
40compaia a cavallo del gatto

la strega, con pieno un corbello
di chicche e balocchi pei buoni
bambini, e per gli altri un castello
44di gusci di noce e carboni.
 
Ma mentre di fuori urla e strepita
e turbina il vento furioso,
di dentro la lampada crepita
48e invita i bambini al riposo.