Canti del Friuli/Sulla terrazza del Castello di Colloredo

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Sulla terrazza del Castello di Colloredo

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Sulla terrazza del Castello di Colloredo
Gemona Rodogauso longobardo
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III.




Sulla terrazza del Castello


di Colloredo
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Se rose olezzano al sole, e spingono
dei loro esili rami il flessibile
intrico a cingere il sedil rustico
            4di fresca ombra propizio.

Siedi ed ascoltami, amico. Vadano
sperse pel cerulo aere e dileguino
le cure. Bromio a noi del calice
            8deve indarno sorridere?

Certo di Massico non è o di Cecubo,
che il buon Orazio innebriavano
de’ lor soavissimi profumi, prodiga
            12la cantina domestica;

però anche il tonico succo dei grappoli
paesani è balsamo grato allo stomaco,
e contro i torbidi fumi dell’animo
            16sicurissimo antidoto.

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Ascolta, rapide, rapide volano
le ore e non tornano; imprevedibili,
o amico, volgono gli eventi e compionsi
            20fatali, irreparabili.

Lungi le trepide cure. Il fuggevole
attimo colgasi di gioia. Stolido
è chi la misera vita più misera
            24rende con vane imagini.

Vedi, ora sfolgora il sole, svariano
sui colli i pampini, che di vendemmia
nova son carichi, sussurran zeffiri
            28tra i fiori in cielo salgono

ebbre le allodole di luce, e cantano.
Amico ascoltami, l’ora è propizia,
bevi, dal calice, eterno giovane,
            32a noi sorride Bromio.