Con voce umil per grazia, e per mercede
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gregorio Redi
III
Con voce umìl per grazia, e per mercede,
Dimesso in volto, e pieno di dolore,
Qual pover Peregrino albergo chiede
Cupido quel solenne ingannatore
5Ma appena dentro accolto egli si vede,
Ch’ei sol le chiavi vuol tener del cuore;
Ne scaccia la Ragion, perchè una sede
Sola non può capir Ragione, e Amore.
E nuova v’introduce, e fiera gente,
10Sospetto, gelosìa, timore, affanno,
E ’l senso, perchè dia legge alla mente.
Deh non ricetti Amor chi con suo danno
Non vuol veder cangiato immantinente
L’Ospite mansueto in fier Tiranno.