Conforta i popoli italiani allo studio della guerra
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LXVIII
CONFORTA I POPOLI ITALIANI
Allo studio della guerra.
Quando a’ suoi gioghi Italia alma traea
Barbare torme di pallor dipinte,
E regie braccia di gran ferri avvinte
4Scorgeasi a piè la trïonfal Tarpea:
Non pendean pompa dell’Idalia Dea,
Sul fianco de’ guerrier le spade cinte,
Ma d’atro sangue ribagnate e tinte
8Vibrarle in campo ciascun’alma ardea.
Infra ghiacci, infra turbini, infra fuochi
Spingeano su’ destrier l’aste ferrate,
11Intenti il mondo a ricoprir d’orrore:
E noi tra danze in giuochi,
Neghittosi miriam nostra viltate
14Esser trionfo dell’altrui furore.
LXIX
Che a Spagna orgoglio, e colla man possente
Scemasse a Libia Scipïone impero,
Che il rozzo Elvezio, e che il Francese altero
4Del gran Cesare a’ piè fosse dolente:
Che appianasse Pompeo per l’Orïente
Alle Romane insegne ampio sentiero,
Che fiaccasse de’ Cimbri al popol fiero
8Mario le corna a’ nostri danni intente,
A noi che val, se dalla gloria i cori
Torciamo all’ozio, ed i guerrieri acciari
11Cingiamo sol per apparire adorni?
Certo le palme, e gl’immortali allori,
Onde quegli alti Eroi splendono chiari,
14Ci fan corona di vergogna e scorno.
LXX
Che d’un guerriero al trapassar le voci
Alzi la plebe, e lo dimostri a dito,
Gridando: ecco il possente, ecco l’ardito
4Animo invitto ne’ perigli atroci:
Precorse sullo Scalde i più veloci
Precorse delle trombe il fiero invito,
Sull’Istro argine fe’ col sen ferito
8All’inondar degli Ottoman feroci:
Su, che la nobil fronte or s’incoroni:
Egli raccolse il sempiterno alloro,
11Cosperso di bel sangue entro i nemici.
Che altri d’un cavalier così ragioni,
Fate, Italici cor vostro tesoro,
14Se no vivrete in servitù mendici.
LXXI
D’Arabe gemme, e di tesor fregiarsi,
E leggiadre bandir giostre amorose,
E sembianze scolpir d’Avi famose
4Sono vanti di piuma al vento sparsi,
Di mattutine trombe al suon destarsi,
Ed armato vegghiar notti nevose,
Intrepido affrontar strida orgogliose,
8E di nemico sangue il sen bagnarsi,
È vera gloria: a così nobil segno
Degli antichi splendor per farti erede,
11Volgi, Italia magnanima, i desiri.
Africa, Europa, e d’Orïente il regno
Furo de’ tuoi maggiori inclite prede,
14Ciò che ne godi, tu medesma il miri.