Cose lauretane/La statua della Vergine Lauretana

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La statua della Vergine Lauretana
La sacra edicola L'epoca dell'arrivo nel 1294
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LA STATUA DELLA VERGINE LAURETANA.


20. Tale è però la povera condizione degli uomini, che quelli stessi i quali godono acutissimo un senso, si trovano frequentemente deboli e infermi negli altri. Di ciò scorgiamo un lacrimevole esempio nel nostro Autore, in cui il senso della vista non corrisponde a quello dell’odorato. Ecco ciò che Egli scrive in proposito di questa Statua. La Statua è formata di un piccol rocchio di legno nero, il quale in forma di un herma, come usarono i Greci che portaron l’arte della scultura nella Giudea, offre la testa della Vergine avente il Bambino a sinistra, come si osserva in tutte le figure della Vergine, dipinte e scolpite dopo Nestorio.

21. Poco appresso, giustificando il Pittore del non avere effigiato sopra il tetto la Sacra Statua, tal quale si trova nella sua nicchia dentro la Santa Cappella, il nostro Autore si esprime così. Il Poeta e il Pittore vogliono libero il campo dell’ardimento, e la gloria dell’esattezza Storica cede sempre al gusto della Scuola, ed alla convenienza dell’Arte. Non era bello in pittura, figurare un’herma ricoperta da una veste a campana, senza merito di colorito in un volto nero, senza lusso di pieghe nei panni, e senza vaghezza di nudo nel Bambino. Indi aggiunge. Non ho veduto mai tavole, o dipinti antichi di buon pennello, che figurassero la Vergine Lauretana come si vede nella sua Statua prodigiosa, meno qualche tavoletta votiva, da mano plebea volgarmente condotta.

22. Dunque il Sig. Cavaliere ci assicura precisissimamente, che la Statua Lauretana è un HERMA, o sia un torso, o fittolo di legno nero, da cui sorgono solamente due teste. Nessuno poi ardirà di mettere in dubbio questa assertiva, perchè il Sig. Cavaliere, non scrisse sopra le altrui relazioni, ma venne personalmente a Loreto, dove, scrive Egli, il cuore veramente mi si aperse alle [p. 12 modifica]più dolci e sublimi emozioni, e vi passai meditando fra il cielo e la terra, una notte. E pure chi crederebbe? La Sacra Statua di Loreto non è ne Herma, ne torso, ne fittolo, ma è una figura intiera, col suo lusso di pieghe nei panni, con la vaghezza di nudo nel Bambino, e con le mani e coi piedi, come sono d’ordinario tutte le Statue. La veste poi a campana, è un drappo che si leva e si mette, e si tiene sopra la Statua, per appendervi le margherite, le gemme, e i voti che si offrono dai Fedeli.

23. Se il Sig. Cavaliere verrà un altra volta a Loreto, potrà verificare le cose da Sé medesimo; e prima ancora di questo viaggio, potrà leggere la descrizione minuta della Statua nell’opera notissima del Serragli1. «Ella è figurata in un tronco di cedro, ovvero legno di Setim, alto sopra di 4. palmi, fatta per mano di S. Luca che al naturale ve la ritrasse. È di volto sereno e grave, miniato come di una mistura di argento, benché per la antichità e varj lumi d’intorno, imbrunito. Ha corona in testa, intagliata a merletti nell’istesso legno, con le chiome sparse, e sopra, manto ceruleo cadente a piedi, e riportato d’avanti al sinistro braccio, con cui regge il Bambino in forma stante, come anche la Madre, che con la destra lo sostiene ne’ piedi, pur di manto ceruleo, e vesticciola rossa, con la destra in atto di benedire; alla sinistra ha il Mondo in mano. La veste della Madonna é di color di oro, cinta di zona ingemmata, con fibbia avanti, da cui pende il cingolo: cose tutte effigiate in uno stesso tronco, benché sodo e incorrotto, come ogni altro legno della Sacra Stanza.»

24. Conforme a questa descrizione è quella che se ne trova nella operetta del Lucidj, in cui anzi si vede impressa la immagine della Statua, senza il drappo o veste a campana 2. Così pure si [p. 13 modifica]vede impressa nell’opera notissima del Trombelli3, e in altre innumerabili Stampe. Dunque il Sig. Cavaliere, il quale ha scambiato una Statua con un fittone, converrà facilmente di avere scritto il suo opuscolo isterico, artistico, e critico, in un momento di altissima distrazione. Ora vedremo se Egli era ugualmente distratto quando si impegnò a sostenere l’epoca del 1294.

Note

  1. Serragli Silvio. La Santa Casa abbellita. Loreto 1637, parte I. cap. XIII. pag. 42.
  2. Lucidj Antonio. Notizie della Santa Casa. Loreto 1780. pag. 15.
  3. Trombelli Io; Chrisostomus. Mariae SSmae Vita ac Gesta. Bononiae 1765, Tom. VI. pag. 272.