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Crepuscolo di sabbiatori

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Cesare Pavese

Italo Calvino 1933 Indice:Pavese - Poesie edite e inedite.djvu poesie letteratura Crepuscolo di sabbiatori Intestazione 29 marzo 2024 100% Da definire

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Questo testo fa parte della raccolta Poesie edite e inedite


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Crepuscolo di sabbiatori

I barconi risalgono adagio, sospinti e pesanti:
quasi immobili, fanno schiumare la viva corrente.
È già quasi la notte. Isolati, si fermano:
si dibatte e sussulta la vanga sott’acqua.
Di ora in ora, altre barche son state fin qui.
Tanti corpi di donna han varcato nel sole
su quest’acqua. Son scese nell’acqua o saltate alla riva
a dibattersi in coppia, qualcuna, sull’erba.
Nel crepuscolo, il fiume è deserto. I due o tre sabbiatori
sono scesi con l’acqua alla cintola e scavano il fondo.
Il gran gelo dell’inguine fiacca e intontisce le schiene.

Quelle donne non sono che un bianco ricordo.
I barconi nel buio discendono grevi di sabbia,
senza dare una scossa, radenti: ogni uomo è seduto
a una punta e un granello di fuoco gli brucia alla bocca.
Ogni paio di braccia strascina il suo remo,
un tepore discende alle gambe fiaccate
e lontano s’accendono i lumi. Ogni donna è scomparsa,
che al mattino le barche portavano stesa
e che un giovane, dritto alla punta, spingeva sudando.
Quelle donne eran belle: qualcuna scendeva
seminuda e spariva ridendo con qualche compagno.
Quando un qualche inesperto veniva a cozzare,
sabbiatori levavano il capo e l’ingiuria moriva
sulla donna distesa come fosse già nuda.
Ora tornano tutti i sussulti, intravisti nell’erba,
a occupare il silenzio e ogni cosa s’accentra
sulla punta di fuoco, che vive. Ora l’occhio

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si smarrisce nel fumo invisibile ch’esce di bocca
e le membra ritrovano l’urto del sangue.

In distanza, sul fiume, scintillano i lumi
di Torino. Due o tre sabbiatori hanno acceso
sulla prua il fanale, ma il fiume è deserto.
La fatica del giorno vorrebbe assopirli
e le gambe son quasi spezzate. Qualcuno non pensa
che a attraccare il barcone e cadere sul letto
e mangiare nel sonno, magari sognando.
Ma qualcuno rivede quei corpi nel sole
e avrà ancora la forza di andare in città, sotto i lumi,
a cercare ridendo tra la folla che passa.