Cronache savonesi dal 1500 al 1570/La cita de Genoa e in controversia contro li citadini de Saona de 1508

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La cita de Genoa e in controversia contro li citadini de Saona de 1508

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La cita de Genoa e in controversia contro li citadini de Saona de 1508
Una grande peste in la cita e ville de Saona de 1504 Fransosi ano abandonato la cita de Saona de 1512 ali 24 iuni

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LA CITA DE GENOA E IN CONTROVERSIA CONTRO LI CITADINI DE SAONA DE 1508

Lano de 1508 ludovico re di Fransa era signore di genoa e di saona e de tuto lo genoeze e la cita di genoa era in controversia contro li citadini di Saona per due cauze1 una [p. 27 modifica]sie che li signori genoezi non volevano che in Saona se fasese porto latra sie che volevano che le mercancie de saonezi pagasino una gabella nominata la ripa e saonesi volevano fare porto ne volevano pagare la ripa dicendo che erano [p. 28 modifica]convencionati con la cita di genoa che non erano tenuti a pagala e luna e latra parte teniva ambasatori in la corte de re di Fransa ne mai lo re volse dare sentencia ne per luna ne per latra parte e visto li signori genoezi che lo re non [p. 29 modifica]donava fine a questa discordia feceno armare doi forti galioni quali li tencano armati quando in lo porto de Vai e quando in lo porto de Noli o vero sopra Saona a li dani de saonezi soe quando usiva o vero intrava vaseli da Saona li diti galioni fasevano vela a la sua volta trachezandoli con bone canonate per prendeli overo butali in fondo e lo castelo de Saona dove era fransozi dentro tiravano de bone canonate contro li galioni genoezi eciam diti fransozi donavano le sue artalarie de castelo a citadini de Saona chi se tiraseno loro e alcuna volta li vaselli chi volevano intrare in Saona erano tanto astretti da diti galioni che per sua salvacione investivano in terra sopra zinora o sia sopra la fornaze e tuta la cita e ville esivano fora tirando artagaria a brase a defendere diti vaselli e yo ge sono stato in persona a yutali a defendere con la mia balestra ne mai per lo tempo che governo fransezi chi fu fino de 1512 mai lo re de Fransa ge volse metere fine lasando le cose in perfete

  1. Antica, sempre viva e rinnovata questione tra Savona e Genova, la prima cercando liberarsi da queste tasse di sale e ripa, e da vessazioni e servitù; l’ altra di ritenerla vassalla e tributaria il più possibile. Già s’interpone nel 1476 a pro di Savona il Card. Giuliano della Rovere, come da sua lettera ai Protettori dell’Ufficio di S. Giorgio, che ricaviamo dal Giornale l’Espero, «Nel Fogliazzo Diversorum segnato H L 1477, esistente nella Cancellaria dell’Archivio di S. Giorgio trovasi infilata una Lettera del tenore seguente:» « Magnifici Patres nostri honorandi. L’anticha divotione di questo populo verso la Magnifica nostra Republica é giá tanto manifesto: che non há bisogno di nostro testimonio. Tamen essendo l una e l altra nostra Patria ce é debito come da figliolo á padre raccomandarla. Mandandose dunche al presente li spectabili Imbasiatori: Questi tre Citadini presente apportatori per quella causa: che tanto tempo se è agitata: et cognuscendo Noi el bisogno extremo che há questa Terra della determinatione d essa siccome piu altre uolte per nostre lettere ve havemo richiesti: Di nuovo etiam pregamo: et rechiedemo vostre Magnificencie: che oltra li altri respecti: che sonno molti, vogliano in questa nostra: et partita consolarne de questa gratia. La quale non solo specta alla salute de questa Cita: ma etiam a una grandissima satisfatione della Santita de nostro Signore che non meno, che Noi há á core questa concordia per quiete dell una: et l altra Cita le quale havemo per propria patria senza alcuna diferentia Et cosi speramo come boni figlioli: et Citadini esser exauditi. Per l ultimo dono in questa nostra partenza. Feliciter valeant Magnificentie vestre Saone iiii Martii 1476».

    á tergo:


    Firmato all’originale Julius tituli Sancti Petris ad Vincula Presbiter Cardinalis Sedis Apostolice Legatus

    (Indirizzo)

    Magnificis Dominis: tamquam patribus honorandis Dominis Officio Compere Sancti Georgi Magnifice Civitatis Genue».

    Sigillo in cera rossa rappresentante lo stemma gentilizio della Famiglia della Rovere di Savona, sormontato dal Cappello Cardinalizio, colla infrascritta leggenda;

    — IVL CARD. S. P. AD. VINC. —

    Vediamo pure Savona appellarsene nel 1504 allo stesso Giuliano assunto al trono pontificio (V. App. Lett. A), questi scrive parole di concordia e di pace al Governatore di Genova come dal Breve che segue:

    Arch. Secr. Vatic.

    Brev. Julii Papae II.                                                               An. 1505. Maggio 29.

    T. I. N. 22. Fol. 316 r.

                                       Dilecto Filio nobili viro Gubernatori Ianuae.

    Dilecte fili salutem et apostolicam benedictionem. Omni quidem tempore desideravimus, et quantum in nobis fuit operam dedimus, ut inter dilectos filios Comunitates Ianue et Saone patrias nostras tanquam inter matrem et filium pax concordiaq e vigeret, quo magis angimur molesteque ferimus non solum pacem inter eas (non) vigere, sed odia et discordias augeri in dies, nostro presertim pontilicatu, qui cum utrique civitati parem charitatis affectum exhibemus, non minus auctoritatis apud Genuenses quam Saonenses debemus habere. Discordias igitur ipsas samare; et odia in mutuam amicitiam reducere cupientes; Mittimus ad tuam Nobilitatem dilectum filium Benedictum castellanum de Fara iuris utriusque doctorem familiarem et nuntium nostrum qui ipsi tue Nobilitati, et dilectis filiis Antianis Genuensibus ea, que nos cogitamus pro reintegranda huiusmodi pace et amicitia referet: hortamur igitur ipsam tuam Nobilitatem ut eundem Benedictum nuntium nostrum benigne audire, eidem in his que nostro nomine refert, plenam fidem, ac omnes oportunos favores prebere velis quod erit nobis longe gratissimum.

    Datum Rome apud Sanctum Petrum Die XXVIIII Mai. Millesimo DV. Pontificatus nostri Anno Secundo.

    Non s’acqueta Genova al giudizio del Pontefice, Giulio II a sua volta, delle ingiustizie dei Genovesi se ne richiama al Re di Francia e lo prova il Breve inedito che produciamo.

    Arch. Secr. Vatic.

    Brev. Iulii II. Tom. I. N. 72.

    Fol. 463 r.

    Ludovico regi Christianissimo, ut civitatem Saonae a exationibus Genuensium liberet.

    Charissimo in Christo filio nostro Ludovico Francorum Regi Christianissimo.

    Carissime in Christo fili noster salutem etc. Cum dilecti filii Antiani et commune civitatis Saone patrie nostre dilectissime et Maiestati tue fidelissime, a Genuensibus vessarentur nec ullis rostris aut tuis monitis Genuenses ipsi ab huiusmodi vexatione cessarent, necessitate coacti ad opem iustitie confugerunt: a nobisque qui pro pastoralis officii ministerio, nemini possumus iustitiam denegare, causam super vexationibus huiusmodi contra Genuenses in auditorio Palatii nostri apostolici committi obtinuerunt: causamque ipsam iuris ordine prosecuti sententiam per se contra Genuenses reportarunt: sed omnis spes eorum est, in Maiestatis tue presidio, que tanto iustius Saonenses huiusmodi vexationibus liberare, quanto minus de eorum bono iure post hanc sententiam poterit dubitare: id autem etsi celsitudinem tuam facturam non dubitamus tamen pro debita in caritate hortamur, ut nostro intuitu celerius et cumulatius favere velit. Dat. Rome. Die ultima februarii MDVI. Pontificatus nostri Anno 3°.

    Da parecchie lettere che trovansi nell’Arch. Com. di Savona del 1508 e del seguente anno vediamo continuare accanita la controversia e le instanze de’ Savonesi alla Corte Pontificia.

    Vincenzo Foderato vescovo di Noli, cameriere segreto di Giulio II, il 28 agosto 1508 informa gli Anziani dei loro reclami e dice aver parlato al Papa e che sentiranno la risposta da Andrea Nattone. Aver detto il Card. di Sinigalia che accadendo la opportunità, sua S. Rev. farà da buono cittadino per la patria, della quale è zelatore. Dice aver mandato la lettera a Viterbo al Card. di S. Giorgio (Raffaele Riario) e che lui Vincenzo farà quanto potrà, e che già ha parlato due volte al Papa degli oltraggi fatti dai Genovesi alla loro patria ed ha risposto non faranno sempre così.

    Troviamo che per gran tratto del 1509 la Comunità ha oratori a Roma. Nel giugno detto anno il Foderato scrive ancora a lungo agli Anziani per le controversie con Genova.

    L’Andrea Nattone di cui è cenno nella lettera del Foderato lo troviamo nel 1487 capitano di galera nell’armata genovese con altre di Silvestro Pavese e di Nicolò Corso contro i Turchi. Nel 1507 fu Governatore di Benevento a nome di Giulio II, e a tal governo gli successe suo figlio Percivale.

    La Nattone era antica e nobile famiglia savonese. Già nel 1340 un Bartolomeo Nattone era uno dei 4 Governatori di Savona. Nel 1376 accompagnò a Milano il Vescovo di Savona Antonio Saluzzo, eletto Arcivescovo di quella Metropolitana, e del 1346 detto Bernardo fu ambasciatore a Clemente VI.