Dagli Epigrammi (Alfieri, 1912)/VII. Io professor dell'università

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VII. Io professor dell'università

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VII. Io professor dell'università
VI. Il Papa è papa e re VIII. Padre trent'anni muto il Pretendente

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VII [xviii].1

Io professor dell’università,
Udita e vista la temerità
D’un certo Alfieri, che stampando va

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4 Tragedie, in cui quell’armonia non v’ha
Che a me piacendo a tutti piacerà,
Che empiendo il cuore di soavità
Un dolce sonno all’udienza fa;
8 Per prescïenza2 che la toga dà,3
Io gl’inibisco l’immortalità.
Il tragico a tai detti impallidí;
Onde sua Dottorezza4 impietosí
12 E la sentenza moderò cosí.
Ecco, che accade a chi non crede in me....5
Pur, se l’autore affiderassi a me,
E lascerà purgar lo stil da me,
16 Quelle tragedie sue parran di me:
Ed (io il dico) avran vita quanto me.


Note

  1. La persona contro cui è dir. questo epigramma, in forma solenne di editto regale, è G. M. Lampredi, nato nel 1732 presso Firenze, professore di diritto pubblico all’Università di Pisa, compilatore di un codice di leggi per la Toscana, autore di numerose opere di vario soggetto, e morto nel 1793. Egli scrisse due lettere critiche, una sulla Virginia dell’A., il 31 ott. 1777, la seconda sull’Oreste, il 30 gennaio dell’anno dopo (furono pubblicate dal Milanesi, in appendice alle tragedie dell’A., Firenze, Le Monnier, 1855, vol. II, 571-74), e proprio queste suscitarono l’ira del nostro Poeta, sebbene la critica fosse nella forma piú urbana e piú lusinghevole: dice al termine della prima di esse, il Lampredi, dopo aver fatta notare qualche mendarella: «Questa sua eccellente produzione non va abbandonata; è bella, ma bella davvero, e le farà acquistare una gloria infinita. Non conosco tra gli scrittori italiani chi possa far meglio; ed i dialoghi di questa tragedia sono divini».
  2. 8. Prescienza, dono della chiaroveggenza.
  3. 4-8. Nella sat. I Pedanti dice Don Buratto:
    Piacer senza fatica il carme apporte,
    E armonia copiosa lenitiva
    Che orecchi e cuore e spirito conforte.
  4. 11. Sua Dottorezza, come Sua Altezza, Sua Eccellenza, e simili.
  5. 13. Similmente nei Pedanti, 37 e segg.