Dei conduttori per preservare gli edifizj da' fulmini/2

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Horace-Bénédict de Saussure

Manifefto del Sig. di Saussure sull'utilità de' Conduttori Elettrici ../1 ../3 IncludiIntestazione 24 novembre 2023 75% Da definire

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MANIFESTO

O SIA

breve Esposizione dell’Utilità
de’ Conduttori Elettrici
,

DEL SIGNOR

De SAUSSURE

Professor di Ginevra.

1. RILEVO, che il Conduttore, ch’io ho fatto erigere per preservare dal Fulmine il quartiero, che abito, e per osservare l’Elettricità delle nuvole, ha messo dello spavento in diverse persone, le quali temono, che io forse attragga per questa via sopra de’ miei vicini quegl’istessi pericoli, che intendo di allontanare.

2. Deve ognuno persuadersi, ch’io non mi farò indotto ad erigere questo apparecchio, se non per essere pienamente convinto, che può esser utile, e che almeno non porta seco veruna specie di pericolo; talmentechè, non può venirne male ad alcuno. Quelli, che se ne spaventano, penserebbero in questo, al par di me, se fossero stati chiamati, come io lo fui per la mia professione, a meditare a fondo sopra questo soggetto. Mi lusingo pertanto, che dando una leggera idea de principj fisici, sopra de’ quali è fondata questa costruzione, e rispondendo alle obbiezioni, che naturalmente si presentano, io otterrò di porli in calma. Questo è l’oggetto di questo picciolo scritto. Se ottengo quest’oggetto, avrò la soddisfazione d’aver liberato alcune persone da un timore, ch’è un vero male, quando arriva ad un certo grado; e se non ottengo questo intieramente, avrò almeno fatto il mio potere; e avrò dato al Pubblico una prova del sicuro desiderio, che nutro di conseguire la sua approvazione.

3. È principio riconosciuto per certo dai più valenti Fisici moderni, che il Tuono, o il Fulmine, non è altro, se non che una forte scintilla Elettrica. Hanno osservato, che le Nuvole danno [p. 13 modifica]sovente, spezialmente in tempo di procella, segni non equivoci d’una Elettricità affatto simile a quella, che si produce colle nostre macchine Elettriche. Il fluido Elettrico, condensato e diretto dall’Arte, s’è veduto produrre in piccolo gli istessissimi effetti del Fulmine; muoversi colla medesima velocità, affettare le materie metalliche, e fonderle; dare agli animali lo stesso genere di morte del Fulmine; tramandare la stessa luce, e lo stesso odore, con uno scoppio ed un rumore, che non differisce da quello, che in grandezza. Finalmente avendo osservato attentamente le travìe di questa terribile meteora, hanno trovato, che aveva seguito precisamente il medesimo sentiero, e cagionato le medesime stragi, che avrebbe prodotte l’Elettricità artificiale, se dando a questa l’istessa direzione si avesse potuto anche darle la medesima forza.

4. Hanno dunque conchiuso, che potevansi applicare al Fulmine tutte le osservazioni fatte sul Fluido Elettrico. Ora hanno scoperto, che i corpi metallici terminati in punta avevano la proprietà di attraere, e di dissipare la materia Elettrica; in modo che se un uomo, che comunica colla Terra, avvicina ad un corpo Elettrizzato al maggior grado la punta d’un ago, anche in distanza notabile, tutta l’Elettricità di quel corpo provocata dall’ago passa nell’uomo, dall’uomo alla Terra, e così si disperde, comunicandosi a tutta la massa del Globo. Parimenti se l’ago sia infisso nel corpo Elettrizzato colla sua punta in fuori, tutta l’Elettricità ne esce, e si dissipa per questa punta. Tale estrazione, e tale dissipazione dell’Elettricità si fanno con tanta prestezza, che si rende impossibile di cavare da un corpo Elettrizzato una sensibile scintilla colla punta d’un ago; perchè, per quanto presto sia l’avvicinamento di questa punta, ella ha sempre tempo d’assorbire prima tutta Elettricità di questo corpo; in modo che, invece d’una forte scintilla, che avrebbe provocata un corpo rotondato, voi non vedete, che un piccolo pennello alla punta dell’ago.

5. I Fisici pertanto hanno giudicato, che non essendo il Fulmine altro che lo scoppio dell’Elettricità concentrata in una Nuvola sopra qualche corpo non Elettrizzato, o caricato d’un’Elettricità contraria, si potrebbe impedire il Fulmine, quando si potesse disperdere quella Elettricità. Per questo hanno immaginato di cercare degli aghi, o punte di metallo il più alto, e presso le Nuvole, che fosse mai possibile, e di aprire per via di fili metallici una certa comunicazione tra queste punte, e la Terra; affinchè l’Elettricità [p. 14 modifica]delle Nuvole attratta da queste punte si disperdesse, comunicandosi a traverso d’essi fili con la massa della Terra.

6. I Conduttori dunque non vengono eretti per chiamare il Fulmine, ma per prevenirlo, e per impedire la formazione di questa meteora con impedire l’ammassamento della materia, che la forma. Il Couduttore è, come una tromba, che cava di sotto, e vuota a poco a poco la materia, che contiene in sè la Nuvola, e la spande per la Terra, con cui comunica. È, come uno spiraglio, che si dà al vino, che fermenta, per prevenire che non faccia scoppiare la botte, che lo contiene.

7. È ben vero, che si è veduto talvolta venire una Nuvola con sì grande impeto, e così carica di Elettrismo, che il Conduttore non ha avuto tempo di spogliarla interamente, ed allora il Conduttore istesso restò colpito. Ma in questo caso istesso non successe gran male: il Fulmine passò a traverso del Conduttore senza far danno; ed ognun deve persuadersi, che quando dei simplici fili da campanelle, come tante volte si è osservato, hanno potuto condurre il Fulmine a traverso tutto un Edifizio e trattenerlo da fare alcun guasto in tutti i luoghi, per li quali è passato; molto più de’ grossi fili, e tre, se occorre, contorti insieme, come ho fatto nella mia Macchina, devono prestargli un passaggio libero e sicuro, rattenendolo dal gettarsi in verun altro corpo. Un Conduttore, di cui la punta era elevata sopra il tetto della cafa del Sig. West in Pensilvania, e di cui l’estremità inferiore penetrava quattro, o cinque piedi fotto il pavimento della strada, fu colpito da un Fulmine il più terribile, che si fosse mai sentito; e l’unico effetto, che produsse, fu di fondere la punta di questo Conduttore (Vedete le Trans. Fil. per l’anno 1763. vol. 53. P. I. p. 95.). Non si hanno, che tre, o, quattro esempj di Conduttori così colpiti dal Fulmine: e quando ciò succede, vi è una morale certezza, che senza d’essi le Case, cui proteggono, avrebbero sofferte tutte le stragi, che il Fulmine è capace di produrre.

8. Ma, alcun dirà, il Sig. Richmanno non fu forse ucciso dal Fulmine, ch’egli attirò sopra se stesso con apparecchio simile al vostro? Pur troppo è vero, che il Sig. Richmann restò estinto in Pietroburgo li 6. Agosto 1754. Ma egli è vero egualmente, che restò ucciso non per altro, se non perchè il suo apparecchio era intrinsecamente vizioso. Aveva egli eretto sopra il tetto della sua casa una verga di ferro, che attirava l’Elettricità delle Nuvole, e con fili di fer[p. 15 modifica]ro la portava fino alla sua camera. Ma non aveva proveduto veruna uscita alla materia Elettrica, veruna comunicazione colla Terra: anzi aveva procurato d’isolare colla maggior attenzione la parte del Conduttore, che terminava nella camera. Quest’era ferrare il lupo nell’ovile: la materia del Fulmine condensata nella Macchina, non trovando uscita, si slanciò in forma di globo di fuoco nella di lui fronte, ad un piè di distanza, e lo stese morto. Se quel Conduttore avesse avuto comunicazione colla Terra, la materia del Fulmine avrebbe continuato la sua strada senza recare alcun danno: anzi è credibile, che questa materia filtrandosi poco a poco non avrebbe fatto esplosione alcuna. I Fisici, che hanno esaminato colla maggior attenzione le circostanze di questo caso, sono persuasi, che fu questo vizio del suo apparecchio la vera cagione della sua morte1. Tali esperienze erano allora così nuove, che niuno si deve stupire, che s’ignorassero certe avvertenze, che conviene avere nel praticarle2.

9. L’apparecchio, ch’io adopero per osservare l’Elettricità delle Nuvole, costruito sull’idea di quello del celebre Franclino, non va soggetto a tali inconvenienti. È bensì necessario, affine d’osservare l’Elettricità dell’Aria, che il Conduttore, il quale la fa passare in Terra, sia qualche poco interrotto: altrimenti si dissiperebbe nel silenzio, e senza potersi scoprire. Il mio Conduttore ha interruzione d’un pollice. Può il fluido Elettrico senza difficoltà varcare questo piccolo passo; poichè vediamo la poca quantità di questo fluido, che noi condensiamo nelle nostre Macchine, varcare degli spazj ben più considerabili. Ma segli facilita ancora il passaggio con una invenzione particolare. Si attacca fissa una campanella da orologio alla parte del Conduttore, che comunica colle Nuvole, ed un’altra campanella simile alla parte vicina, che comunica colla Terra: tra le due campanelle si sospende un piccolo battaglio di metallo; e quando l’aria diviene Elettrica, questo bat[p. 16 modifica]taglio, a vicenda attirato e respinto dalle campanelle, fa passare tutta l’Elettricità della campanella, che comunica col Cielo, a quella, che comunica colla Terra. Nello stesso tempo il suono delle campanelle avvisa l’Osservatore, mediante la sua forza e prestezza fagli conoscere la forza dell’Elettricità. Il Sig. Franclino, molti altri Fisici d’America, e d’Europa fanno uso di tal apparecchio da molti anni, senza che sia loro successo alcun sinistro accidente; ed è facile vedere per li principj di questa costruzione esser impossibile, che ne succeda.

10. Un’altra obbiezione, che si fa contra i Conduttori, è, che non vi è apparenza, che la materia fulminea contenuta in una nuvola capace di coprire un’ampia Città, si possa filtrare in pochi minuti per mezzo ad un filo grosso, al più, come un dito. Si aggiugne, che, se alcuno fosse così credulo per ricevere tal idea, si potrebbe dargli ad intendere, che adattando dei piccoli tubi lungo ai torrenti, si potrebbe prevenire i disordini delle inondazioni. Osserverò per primo, che questa obbiezione, e tutte quelle, che la somigliano, quand’anche avessero tutta la forza, che loro si attribuisce, proverebbero solamente, che i Conduttori sono inutili, non mai pericolosi: ma poi dimanderò a chi fa questa obbiezione se si hanno fatto una ben giusta idea delle proprietà del fluido Elettrico; e se nel caso nostro si può coll’acqua paragonare? L’acqua è un fluido sensibilmente incompressibile, di cui un dato canale contiene sempre la medesima quantità, qualunque sia la forza, che la rispinga: inoltre la sua corpulenza, che la rende soggetta al maggiore sfregamento, limita infinitamente i termini della velocità, che può acquistarvi. All’opposto il fluido Elettrico, uno de’ fottili, e de’ più elastici, che si conosca in natura, è suscettibile della maggior condensazione, e si muove con una velocità tale, che niuno ha potuto ancora arrivare a misurarla. Le nostre Macchine Elettriche ci mettono a portata di giudicarne; poichè noi vediamo l’Elettricità, addensata per un lungo fregamento in una gran massa di corpi isolati, scaricarsi, e dissiparsi in un istante con una scintilla, che passa traverso ad un filo più sottile d’un capello. Io dunque dico d’essere persuaso, che una spranga di ferro grossa, come un dito, è capace di assorbire in pochi minuti non solo la materia fulminante d’una Nuvola; ma quasi tutta quella, che fosse contenuta nel globo intiero della Terra.

11. Finalmente alcuni sonosi immaginati, che un Conduttore [p. 17 modifica]potrebb’esser forse un preservativo per la fabbrica, sopra della quale è piantato; ma che non fa questo beneficio, se non gettando il pericolo sulle fabbriche vicine. Io mi lusingo, che i principj sopra espofti facciano manifesta la falsità di questa immaginazione. Abbiamo veduto, the l’azione de’ Conduttori consiste nell’assorbire, e vuotare insensibilmente l’Elettricità delle Nuvole, e la materia fulminante, che contengono; e non già a rispingerla, e gettarla altrove.

12. L’Esperienza, la quale in materia di Fisica prova più dei migliori ragionamenti, ha consacrato l’utilità de’ Conduttori. Il loro uso si trova quasi universalmente adottato nelle Colonie Inglesi dell’America settentrionale, ove l’Elettricità dell’Aria, e la frequenza delle procelle assai più grandi, che ne’ nostri climi, rendono questa precauzione più necessaria, e nello stesso tempo porgono più frequenti occasioni di provare la sua utilità. La stessa pratica fa ancora de’ rapidi progressi in Inghilterra: si dice, essersi posti de’ Conduttori sopra la Chiesa di San Paolo di Londra, ch’è, si sa, il pezzo più bello e più grande d’Architettura, che sia in tutta la Gran Bretagna. Gl’Inglesi non usano nè pure la precauzione, ch’io presi, di attaccare il Conduttore ad un Albero isolato e staccato dalle fabbriche: essi lo fissano al corpo medesimo dell’edifizio. Piantano la loro spranga puntata al più alto camino, e fanno correre il filo di comunicazione lungo il muro della casa fino a tre, o quattro piedi sotterra. Il Gran-Duca di Toscana pure ne ha fatto porre sopra tutti i magazzini da polvere de’ suoi Stati3.

13. Si potrebbe fare un curioso parallelo tra la pratica de’ Conduttori e quella dell’Inoculazione. Per mezzo dell’Inghilterra l’una, e l’altra s’è introdotta in Europa: in Francia ambedue provarono le più forti opposizioni. Lo stesso uomo, il Sig. Dottor Ingenhousz, che fu inviato dal Re d’Inghilterra all’Imperadrice Reina per innestare la sua Famiglia, ha diretto l’erezione de’ Conduttori, che il Gran-Duca ha fatti porre sopra i suoi magazzini di polvere. Si potrebbe anche portare la comparazione più avanti, e dire, che la pratica de’ Conduttori è una specie d’inoculazione del Fulmine; poichè, come nell’Inoculazione ’s’introduce volontaria[p. 18 modifica]mente una specie di fermento nel corpo per preservarlo dall’irruzione violenta, cui il veleno, che naturalmente vi si trova, avrebbe potuto fare naturalmente; così, quando si erige un Conduttore, si deriva in esso a poco a poco la materia fulminante della Nuvola per prevenire la violenta esplosione, che avrebbe potuto fare da se stessa. E se vi è qualche differenza, queste sono tutte al vantaggio de’ Conduttori; poichè adoprando questi, voi non attirate sopra di voi, nè sopra le case verun pericolo, nè male, da cui non va esente l’innesto; ma al più sopra d’un ferro isolato, che solo soffre i rari rischj dell’operazione.

14. Ma che diranno quelli, che si spaventano del mio Conduttore, e, che vorrebbero farlo riguardare, come un attentato della sicurezza pubblica, quando sapranno, che forse la casa istessa, che abitano, e senza dubbio molti edifizj pubblici, la Casa di Città, le Torri del Tempio di. S. Pietro in particolare, sono armati già da molti anni di veri e reali Conduttori? Poichè io dirò, che le Girandole, le Freccie, ed altre prominenze metalliche, che si pongono nel colmo degli edificj, sono in fondo la cosa medesima, e producono i medesimi effetti, che la punta posta sulla cima del mio Albero; e che i tubi, i quali conducono le acque piovane dalle grondaje de’ tetti fino a terra, e spesso anche fino nei canali sotterranei, fanno esattamente le veci del filo di ferro, che si estende dalla punta del mio Albero fino nel bacino del getto d’acqua della Terrazza. Imperciocchè questi tubi di metallo, contigui alle gronde anch’esse di metallo, comunicano coi costoloni di bandone, che ricoprono gli spigoli de’ tetti, e che vanno fino al piede delle Freccie, o altri ornamenti, che coronano l’edificio, stabiliscono così una comunicazione, o sia un vero Conduttore dalle Nuvole fino in Terra.

15. Dirò ancor più. Io sono persuaso, e lo farà meco ogni Fisico, che solamente a questi Conduttori accidentali le Torri della nostra Cattedrale devono la loro conservazione, e la felice, prerogativa, che hanno goduta, di non essere state dopo due secoli mai colpite dal Fulmine. Di fatto, esaminando la singolar posizione di queste Torri, che formano l’edifizio il più elevato posto nel terreno più eminente della Città, e che dominano perciò a gran distanza tutti gli oggetti d’intorno, si concepirà facilmente, che nella loro costruzione deve esservi qualche cosa par[p. 19 modifica]ticolare, che le abbia preservate dal Fulmine4. Il Campanile di San Germano all’opposto, sebbene molto più basso, ha sofferto in meno di 60. anni due Fulmini; l’uno al principio di questo secolo, che squarciò la muraglia dall’alto al basso, e produsse molti altri disordini; l’altro nel 1764. Prego di riflettere, che questo Campanile non ha verun Tubo, che conduca le acque dal tetto fino in terra, e che per conseguenza non ha Conduttore, che lo sollevi dagl’insulti dell’Elettricità5.

16. Niente più pericoloso, che simili costruzioni, ove i tetti coperti in tutto, o in parte, di latta, di piombo, o di qualunque metallo, traggono sopra di loro la materia fulminea, senza poi darle alcuna uscita. Pe forza allora questa si apre una strada, fracassando e bruciando tutto ciò, che la separa da’ corpi, che possonle servire di Conduttori. Questo è precisamente l’apparecchio, che diede la morte allo sfortunato Sig. Richmann: in una parola, tal’è la costruzione, che si dovrebbe praticare, avendo il disegno di far piombare il Fulmine sopra d’un edifizio, e di fargli soffrire tutte le rovine, che seco porta.

17. Se dunque i riguardi della novità, o del pericolo, in cosa, che tanto interessa la Società, hanno impedito fino ad ora d’eri[p. 20 modifica]gere de’ Conduttori per preservare i magazzini da polvere; si potrebbe almeno applicare alle grondaje d’essi tre, o quattro Tubi di piombo, o di latta, che scendessero lungo i muri, penetrassero in terra, e portassero le acque in un condotto scavato intorno del magazzino: o volendosi risparmiare l’imbarazzo, e la spesa di quest’acquedotto, basterebbe connettere gli eſtremi de’ tubi a delle spranghe di ferro, o d’altro metallo, cacciate in terra cinque, o sei piedi, scostandosi un poco dai fondamenti della Fabbrica. Si avrebbe in tal modo una moltiplicata comunicazione di materie metalliche, per le quali l’Elettricità potrebbe scaricarsi. Non è già, ch’io non tenga, che de’ buoni Conduttori staccati e prolungati fin nella fossa, attaccati a lunghe antenne, non facessero un effetto più sicuro. Ma fino che gli uomini siansi meglio addomesticati coi Conduttori, provisionalmente si potrebbe, e si dovrebbe prendere almeno queste precauzioni innocenti; e venendosi poi in seguito a stabilire dei Conduttori formali, quello ch’io propongo, non farebbe, che dare una sicurezza maggiore in un soggetto, l’importanza del quale non permette di trascurarne veruna. Chi non vede poi, che le medesime precauzioni potrebbero essere impiegate per tutte le Fabbriche pubbliche, non meno che per le private?

18. Poichè dunque la costruzione de’ Conduttori è fondata sopra i principj più certi della sana Fisica; poichè l’esperienza ha costantemente provata la utilità loro; poichè avendoli per sospetti converrebbe abbandonare ogni abitazione, che avesse una banderuola, o qualunque parte di metallo; spero, che si calmeranno i timori concepiti, e che lungi dal trovarmi colpevole d’una temerità condannabile, si avrà senso di gratitudine per aver io dato un esempio di utile pratica, e che finirà sicuramente, come l’inoculazione, coll’essere generalmente adottata.

De Sauffure Prof.

Ginevra 21. Novembre 1771.

  1. Vedete quel, che ne dice il Sig. Watson nella Trans. Filof. an. 1754. pag. 770.
  2. Chi può senza sorpresa vedere, che nel 1760., vale a dire sette anni dopo questo caso notorio, il Sig. Ab. Nollet consigli ai Fisici un apparecchio; che contiene tutti i vizi essenziali di quello del Sig. Richmann, e che ci esporrebbe allo stesso rischio? Vedete le sue lettere sopra l’Elettricità T. I. pag. 164.
  3. Sono posti sopra alberi separati da’ magazzini.
  4. So bene, che i Tubi di piombo, e di latta, che conducono l’acqua in terra, non sono tanto antichi; ma la Torre di mezzo esiste da più di 200. anni, e come essa è tutta di legno, dovett’essere, com’è al presente, coperta di latta dall’alto al basso. Si dice anche essere stata per lungo tempo assai più alta di quello sia ora, e che fu abbassata d’un piano a cagione de’ venti, che la facevano vacillare. Or è facile di concepire, che un volume tanto considerabile di metallo ha dovuto sempre fare un eccellente Conduttore; e che la larga base di questo Conduttore comunicando con tutti i correnti, e cantonieri dell’Edifizio, ha potuto facilmente incontrare in un sito di tanta estensione qualche materia, che terminasse la comunicazione, e per dove si scaricasse l’Elettricità delle Nuvole.
  5. Non potrebbe dirsi lo stesso del gran Campanile di S. Marco, in Venezia, tante volte infestato da’ Fulmini, ma sempre sotto l’Angelo, e sotto la Guglia coperta di metallo? E non si potrebbe probabilmente garantirlo in seguito, conducendo dai termini di questa coperta metallica fino in terra uno, e più tubi, o fili grossi, pure di metallo; e lo stesso non si potrebbe applicare altre magnifiche e gelose fabbriche de’ nostri Paesi, in buona parte ricoperte di Piombo, di Rame, o di Latta? questo voto fu adempito, come si vede nella Memoria sul Conduttore applicato al Campanile di S. Marco, pag. 67.