Dei conduttori per preservare gli edifizj da' fulmini/1

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Informazione al popolo sulla maniera di preservare gli Edifizj dal fulmine

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Informazione al popolo sulla maniera di preservare gli Edifizj dal fulmine
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INFORMAZIONE AL POPOLO

Sulla maniera di preservare gli
Edifizj dal Fulmine.

I. tupore, e talora prurito di ridere suol eccitare nel volgo il sentire dalla bocca de’ Dotti, che vi è qualche mezzo suggerito dalla scienza, e dall’esperienza negli anni prossimi, onde preservare in molti casi gli edifici ed anche gli uomini, dall’ingiuria de’ fulmini. E pure questa è una cosa tanto semplice, secondo la dottrina di assennati Fisici, quanto è lo impedire un’inondazione con argini, e con canali diversivi.

2. Pochi saranno quelli tra la gente un poco colta, che non abbiano inteso a parlare dell’insigne scoperta di questo secolo circa le sperienze Elettriche, le quali vengono mostrate dagli stessi circolatori; nè v’è Città, in cui qualche dilettante non abbia in casa di quelle Macchine, e varie prove ne faccia.

3. Il nome dell’Elettricità viene dall’Elettro, Ambra, Succino; [p. 2 modifica]corpi, che fino da’ tempi antichi coll’esser fregati si conoscevano acquistare la virtù di attrarre alcuni corpicciuoli, come briciole di carta, fili, paglie, quasi come la calamita le limature di ferro. Nel secolo passato dal Gilberto in Inghilterra, dal Guerichio Console di Magdeburgo in Germania, dagli Accademici Fiorentini furono promosse queste sperienze. Ma fu specialmente l’Ausbegio in Inghilterra, che le moltiplicò nel secolo presente, e le pose nel più gran lume, facendo velocemente ruotare de’ Globi di vetro strofinandoli colla mano, con che veniva a destare una veemente forza Elettrica, non solo per attirare, e repellere i corpi, ma anche a mandare scintille, e fiamma. Si diffuse ben tosto per tutta Europa la curiosità di queste sperienze, ove infiniti giuochi si fecero fare a questa materia, la quale infine sembra essere una spezie di sottil fuoco stagnante in più, o meno copia in tutti i corpi conosciuti, e che si desta col fregamento1. [p. 3 modifica]

4. Or quello, che fa più al proposito, è l’essersi scoperto per lunghe ed infinite sperienze, che vi sono due classi di corpi Elettrici. Gli uni, i quali essendone pregni, forniſcono il fuoco Elettrico, resistendo a riceverne altronde; e si chiamano Elettrici per arigine2. Gli altri più scarsi del detto fuoco, cui perciò volentieri ricevono, e tramandano, si dicono Elettrici per participazione. Elettrici per origine sonosi trovati il Vetro, la Pece, l’Ambra, la Cera, la Seta, la Lana, l’Aria, ec. e questi corpi ripulsano il fuoco Elettrico. Elettrici per participazione sono prima di tutto i metalli, poi l’acqua, e tutti i corpi umidi, i legni, il filo, la terra, ec.

5. Da questo principio segue, che si può arrestare il fuoco Elettrico coll’opporvi de’ corpi Elettrici per origine, quali sono, come si è detto, i vetri, la pece, il zolfo, la seta, la lana, ec. Perciò un uomo, che si vuole elettrizzare colla Macchina, si fa montare sopra una grassa focaccia di pece, o di zolfo, la quale arresta il fuoco tramandato dalla Macchina nel corpo dell’uomo, che senza questo riparo si spargerebbe tosto per la terra; un simile effetto facendo anche l’aria, che lo circonda; poichè l’aria è per origine Elettrica, come il vetro. All’opposto per mezzo di fili metallici si può in un istante propagare questo fuoco a qualunque distanza: e un fil di ferro lungo più miglia, posto per un capo presso al globo vitreo della Macchina, girato e fregato con forza, rende scintille per tutta la sua estensione fino all’altro capo, e ciò con una prontezza indicibile3.

6. Bisogna poi tenere un altro principio egualmente certo e ve[p. 4 modifica]rificato, che è questo. Nei varj fenomeni, e scherzi del fuoco Elettrico destato colle Macchine, i Fisici, particolarmente il Sig. Franklin Inglese Americano, poscia il P. Beccaria celebre Professore di Torino, ed altri ravvisarono i fenomeni istessissimi de’ Lampi, e delle Saette: ed è ormai reso più che probabile, che il fuoco fulmineo altro non sia, se non che un fuoco Elettrico naturale, elevato coi vapori dal corpo della terra, e con essi penetrato nell’aria, condensato i varj tratti della medesima, nelle nuvole particolarmente, e che si scarica per li sentieri più liberi, che trova, in luoghi, e corpi scarseggianti allora di quel fuoco. Notissime sono, ed infinite le osservazioni in tempo di Temporali, che de’ fili metallici attaccati in alto, o elevati per via di dragoni volanti, volgarmente Bandiere, scintillano come i fili metallici applicati Macchina Elettrica.

7. Da questo principio, che porge la spiegazione di quasi tutte le Meteore ignee, ed acquose ancora, due grandi conseguenze fluiscono di uso importantissimo. Poichè se il fuoco fulmineo non è altro che un fuoco Elettrico, avrà le proprietà di questo; e in particolare quella di scaricarsi preferibilmente in certi corpi, che si possono dire Conduttori del medesimo, quali sono i metalli, i corpi umidi, i legni verdi, ec. e sfuggirà, o verrà arrestato da altri, come da’ vetri, zolfi, dalle peci, cere, sete, lane, e corpi partecipanti di queste nature. Un’altra conseguenza è di conoscere per questo mezzo, quai corpi, e quai luoghi possano essere più soggetti ai fulmini, o immuni da’ medesimi.

8. Risultato di queste due conseguenze sarà una terza, di potersi, cioè, coll’arte, fino a un certo segno, preservare gli uomini, e gli edifizj dall’insulto de’ fulmini: lo che, come si accennò da principio, puossi tentare in due guise; nel modo appunto, che si pratica contro le inondazioni de fiumi, le quali s’impediscono in due maniere, coll’opporre de’ solidi argini all’acqua, e coll’aprirvi degli sfoghi, e dei canali diversivi. Così per allontanare i fulmini poichè il vetro, la pece, la cera, la seta sono corpi nemici, e resistenti al fuoco Elettrico; se un uomo sarà in una camera, o campana di vetro, o di smalto, o coperto tutto di un manto di tela cerata, o impeciata, o almeno vestito di seta (e questa piuttosto blò, dacchè questo colore s’è trovato crescere la forza resistente della seta) o anche di lana; un tal uomo dovrà esser meno soggetto ad essere colpito dal fulmine. Perchè volere spruzzare il ri[p. 5 modifica]dicolo in cosa di tanta conseguenza? All’opposto in tempo di temporali l’esser coperti di tela, peggio, isolati, voglio dire, solitarj ed esposti in largo, esposti dico alla pioggia procellosa, l’esser ricoverati sotto alberi, vicini a fabbriche elevate, e fornite di corpi metallici, sono siti pericolosi.

9. Non si può in vero cuoprire gli Edifizj dentro stucchj di vetro: ma per questi conviene ricorrere all’altro mezzo, che è il diversivo. E sapendosi, che il fuoco Elettrico, e fulmineo, va dietro particolarmente ai metalli, molto confacente alla ragione, e alla sperienza farà drizzare sopra gli angoli, e le cime de’ tetti delle lunghe punte di metallo, e continuarle con fili pur di metallo isolatamente sin sotto terra, o, se puossi avere il comodo, nell’acqua, in quel modo che quì dopo verrà divisato. Poichè molto è probabile, che uno sgorgo di fuoco Elettrico, il quale da una nuvola venisse per iscaricarsi in un Edifizio sottoposto, e formare un fulmine, sia per gettarsi dentro tali canali preparati, che a ragione si chiamano Fili di salute, e per essi, senza toccar la fabrica, discendere e spandersi per il corpo della terra, e dell’acqua.

10. Non è, che con questi modi s’ottenga un’intera sicurezza di divertire assolutamente tutti i fulmini, come con tutti i ripari non si può impedire tutte le inondazioni; perchè quando l’escrescenze sono esorbitanti, non v’è argine, nè sfogo, che basti. Ma siccome e gli argini, e gli sfoghi le più volte giovano ad impedire le rotte dell’acque; così sebbene talora l’eccedente copia del fuoco fulmineo, che una procellosa nube può contenere, possa vincere la resistenza delle difese, o non capire ne’ canali preparati per il suo sfogo; non ostante è da credere, che il più delle volte questi mezzi adattati, debbano produrre l’effetto ricercato.

11. È da prevedere, che si chiederanno delle sperienze, che confermino l’utilità di questi progetti. Ma è chiaro, che per chi fosse ostinato a voler rigettare, e e negar tutto, sarebbe difficile addurne alcuna senza replica; poichè potrebbe dir sempre, che il restare un luogo esente da’ fulmini sia cosa accidentale. Perciò conviene piuttosto rapportarsi alla ragione avvalorata da fatti analoghi4. Or due cose sono fuor di dubbio, come si è mostrato. La prima, che nelle nuvole temporalesche regna un fuoco Elet[p. 6 modifica]trico palesato non solo da’ Lampi, ma dalle scintille, che si cavano dai fili metallici estesi in aria a grande altezza per un capo, mentre il capo a basso spontaneamente tramanda luce. Queste sperienze si sono fatte in tutti i paesi, in America in Inghilterra, in Francia, in Italia, nel Nord: ed è famoso il caso occorso li 6. Agosto 1753. al Sig. Richmann Professore di Pietroburgo; poichè mentre nella sua camera intento era al suo apparato per ispiare l’Elettricismo d’una nuvola procellosa, nell’atto di cavare con poca cautela una scintilla dal filo metallico, la scintilla fu un globo di fuoco, un vero fulmine, che lo prostese morto. Il Mouschenbroeck, rapporta le osservazioni curiose fatte da un Canonico di Moravia nell’anno 1754. nel mese di Luglio: poichè avendo eretta la sua Macchina, una nube procellosa, che passava sopra alla Città di Prenditz, e che faceva rovine all’intorno, giunta sopra la Macchina cominciò a rompersi, diradarsi, mandar raggi bianchi verso la Macchina, e passare sopra la Città tranquillamente; sperienza, che gli riuscì di replicare felicemente nei giorni seguenti.

12. Se vi fosse mezzo di fare svanire i temporali, o mitigarne i danni sopra un Paese, farebbe probabilmente col moltiplicare, e perfezionare simili istromenti. E chi sa, che un tempo non venga, forse non lontano, in cui, l’arte umana arrivi fino a questo? Certamente questo mezzo deve esser più valevole dello sparo del cannone, e del suono delle Campane, che si pratica forse con maggior pericolo e danno, che se venisse tralasciato.

13. Comuque sia, l’altro fatto è, che siccome il fuoco Elettrico, così il fulmineo, a preferenza di tutti gli altri corpi va dietro ai metalli, e poi ai corpi umidi. Continue sono le osservazioni, quotidiani gli esempi, che le stragi de’ fulmini nelle fabbriche, cominciano, terminano, e infieriscono più dove si trova metallo, come nelle Croci de’ Campanili, o nelle facciate delle Chiese, presso agli arpici, ed alle catene delle case, nelle dorature, ec. e niente osta, che sieno immersi i ferri ne’ muri, che il fuoco Elettrico ben li trova: ed in questo sta il male, che questi ferri non vengono continuati fino in terra, dove il fulmine andrebbe a perdersi senza far offesa; ma essendo terminati ivi appunto ove han termine, trovando il fuoco resistenza, squarcia ogni cosa, tanto i corpi resistenti, quanto di riflesso i metalli istessi. Questa interruzione è quella, che propriamente occasiona i malanni del fulmine. (Comm. Bonon. T.I. P. I). [p. 7 modifica]

14. Con questo principio si arrivò tra ì giuochi della Macchina Elettrica ad imitare in piccolo le stragi dei fulmini. Il Quadro Magico è una gran lastra di sottil vetro, che si cuopre d’ambe le parti di stagno, a riserva d’un pollice e mezzo tutt’attorno gli orli. Corcato il quadro su d’una tavola, sulla sua veste superiore di stagno si dispongono alcune altre lastre di vetro minori, sopra delle’ quali si pongono in fila alcuni pezzi di vetro, di cera, di smalto, ec. angolati, in figura di Romboidi, trapassato ciascuno da fili di ferro, che sporga in fuori verso gli angoli contigui, ma non li tocchi. Il capo del primo filo trapassa la minor lastra, e tocca la veste di metallo del quadro. Tra gl’intervalli, e presso quei fili pongansi dei modelletti di torrì, case, monti, ec. indi colla Macchina Elettrica fortemente caricata, o sia Elettrizzata la veste superiore del quadro con un filo di ferro applicato per un capo alla veste di stagno inferiore e non carica, coll’altro capo si tocchi l’estremo filo delle macchinette. Come in tal caso nell’esperienza di Leiden si prova quella scossa, o tremore; così quì nell’istante del tocco si scarica un torrente di fuoco, che vuol andare alla facciata inferiore del quadro, ma che trovando interruzioni ed intoppi squarcia i modelli delle casette, rompe i corpi di mezzo, disperde i fluidi, se ve ne sono, fonde i metalli, in somma imita appuntino gli effetti tutti de’ fulmini, Veggansi tra gli altri libri Le Nuove sperienze del P. Berletti: Milano 1771. Descrizioni poi detagliate di fulmini caduti nelle fabbriche con tutti questi fenomeni, sempre tendenti contro i metalli, se ne presentano ogni Estate in ogni temporale; e se volete vederne di stampate, v'è una lettera del P. Maffioli Bernabita di Udine nel Giornale d’Italia 25. Agosto 1770. presso il nostro Milocco, e un libretto del P. Fonda delle scuole Pie Lettore della Sapienza Sopra la maniera di preservare gli Edifizi dal fulmine: in Roma I770.

15. Si fa un’obbiezione contro questa pratica col dire, che se il fulmine segue con preferenza i metalli, queste spranghe, è punte applicate agli Edifizj possono servire piuttosto di attraenti, che di repellenti de’ fulmini. Ma è facile la risposta. Certo, che le punte di metallo sulle fabbriche possono provocare le scintille Elettriche, e fulminee dalle nuvole, e perciò le Croci di ferro sui Campanili e sulle Chiese sono pericolose; onde meglio sarebbe farle di pietra viva, la quale avendo del vitreo sarebbe piuttosto repellente. Ma nel caso nostro è anche pronto il rimedio mediante il [p. 8 modifica]filo di ferro, che porta il fuoco provocato a seppellirsi in terra, o sott’acqua: quando lasciando le fabbriche disarmate, non mancando mai in esse metalli, e legno, oltre la figura talor isolata, eminente, ed acuta, i fulmini vengono egualmente provocati, ma non isventati, come s’ottiene per via de’ Conduttori portati fin sotto terra.

16. Potrà alcuno ancora dimandare: effendovi de’ fulmini terreni, cioè che vengono da sotto terra, il che può accadere, mentre il fuoco Elettrico in origine sorge da terra e si spande a forza nell’aria, donde poi discende provocato da cime d’alberi, di campanili, e d’altri corpi isolati non repellenti, o se non altro colla pioggia; essendovi, dico, fulmini terreni, spezialmente in quei luoghi, ove il suolo nasconda vene d’acqua, o di metalli; come i Conduttori metallici applicati alle fabbriche possono divertirli? Non si creda, che il fuoco Elettrico faccia maggior fatica ad ascendere, che a discendere: la via di sfogarsi è la medesima: salga da dentro terra, e di sotto una fabbrica, uno zampillo, uno spruzzo di fuoco Elettrico, se non trova aperta una via nell’aria, che gli resiste, si scarica ne’ muri, e fa strage. Ma trovando aperti i Conduttori applicati alla fabbrica, è probabile, che per essi salirà fino alle punte; ed essendo in tal tempo vicina la nuvola pregna di vapori acquei, salti a disperdersi in essa.

17. Comunque sia di ciò, un’Esperienza favorevole invita a porre in opera queste armature. Il Reale Castello di Turino, detto la Valentina, il quale Edifizio era molto infestato da’ fulmini, dopo che il P. Béccaria l’ebbe munito degli opportuni Conduttori metallici, resta immune da simili infortunj. Con tali fondamenti combinati della teoria, e della esperienza, la pratica di così guarnire gli Edifizj, specialmente i magazzini da polvere, e le navi stesse, s’è introdotta prima in America, donde viene tutte questa invenzione, poscia in Inghilterra, in Francia, negli Stati del Re di Sardegna, in Toscana, e si tratta di eseguirla a Milano, ed in tutta la Lombardia Austriaca.

18. La maniera poi di armare una fabbrica, appresso poco è tale: Nel colmo dell’Edifizio si pianti un zoccolo, o piramide di pietra viva, o anche di legno ben impeciato, ed in questo si conficchi un sodo bastone di vetro, grosso in circa un’oncia, che termini in punta, ed esca quattro dita in circa dalla pietra, o dal legno. Questa punta del vetro fi cuopra con una stretta ombrella, o [p. 9 modifica]tubo acuto di latta, o di rame, lungo due, o tre piedi; ed il tubo si salderà alla punta del vetro per l’orlo, o sporto, che il detto vetro avrà subito sotto la punta; per lo che sarà bene fare all’ombrella, o tubo metallico una specie di fodera pur di metallo ben saldata, che stringa la punta. Alle ale dell’ombrellino, che discenderanno un poco abbasso, ed in largo, si attaccheranno i fili metallici, i quali volendo dare ornamento alla fabbrica potrebbero essere di ottone, o dorati; come anche l’ombrella. I fili poi sieno grossi, come una penna da scrivere, o come il dito mignolo; e si conducano sopra le coste del tetto senza toccarlo fino agli angoli dell’Edifizio 5.

19. Se questo è grande, quivi pure fi pianteranno delle piramidi di pietra, o di legno impeciato coi suoi bastoncelli di vetro, tubi, e ombrellini metallici appuntati; e per questi, o intorno questi, si faranno passare i fili, che vengono dal colmo.

20. Che se l’Edifizio fosse piccolo (e allora basteranno due fili, o anche uno) senza porre nuove punte, si facciano passare i fili per mezzo ad un grosso anello di vetro inserito in un pezzo di pietra, o di legno pur impeciato, e confitto presso gli angoli del tetto.

21. Quivi resta libero il far discendere dentro, o fuori dell’Edificio i fili, purchè sieno isolati; ma pare, che sia meglio condurli per di fuori. L’Isolamento si continuerà, come si è accennato, cioè sotto la grondaja (avendo fatto la conveniente piegatura al filo sicchè non tocchi nè tegole, nè cornice tosto si conficcherà nel muro una pietra, o legno, in cui sia infisso un sodo tubo di vetro, per cui passerà il filo. E così si continui di distanza in distanza fin sotto terra, ove arrivando si scosti alquanto il filo da’ fondamenti, e si continui due, tre, quattro piedi sotto terra, o, se si potesse, nell’acqua. Il P. Fonda vuole ancora, che questo ferro termini con molte punte aggiuntevi, a guisa di forcina a molti denti6. [p. 10 modifica]

22. Secondo la forma degli Edifizj si può adattare, e modificare la maniera dell’armatura, ed usare anche di molti risparmi: come a’ tetti coperti di piombo, quali sono i magazzini da polvere, forse basterebbe attaccare i fili all’orlo. Si può far uso anche de’ tubi delle grondaje, purchè si rendano isolati. Per le cime de’ campanili serve la Croce, che però converrebbe rendere stabile, e sempre isolata. Se si vuole la bandiera, che girando mostri la direzione del vento, facciasi questa girare intorno l’asta della Croce stabile; e così si può adattare la bandiera, che sia proporzionata di peso alle punte metalliche, che si porranno sopra i tetti delle case.

23. Quanto ai bastoni, ed anelli di vetro occorrenti, già se n’è fatto qualche saggio in Murano; e la spesa di tutta questa macchina non deve essere eccedente.

24. L’armatura delle Navi si farà consimilmente con fili metallici discefi giù per gli Alberi dalla cima munita di punte fino al basso colle opportune piegature, e prolungati dall’uno, e dall’altro bordo fino nell’acqua ben addentro. Veggasi pure una recente dissertazione del P. Giambatista Toderini, Gesuita Veneziano che ha per titolo: Filosofia Francliniana delle Punte preservatrici dal fulmine: Modena 1771. e si trova in Venezia presso Gasparo Storti.

25. Onde sembra inconcepibile, come con tanta probabilità di riuscire con mediocre spesa, trattandosi d’impedire stragi così frequenti e luttuose, che i fulmini recano negli Edifizj pubblici e privati, spezialmente col gran pericolo dei magazzini da polvere, che sono i più facili da armarsi; con tutto ciò un’opera così salutare venga tanto poco praticata. Se non che gli uomini obbedienti alla prima forza della materia, che è l’inerzia, si trovano sempre tanto ritrosi ad abbracciare le novità utili, quanto pronti sono ad adottare le frivolezze delle mode, e de’ vizj: ed una prova ben chiara ne porge lo stento, che incontra a propagarsi il tanto evidentemente provato rimedio dell’innesto del Vajuolo.

26. Si pregano in fine i detrattori degli studj, e delle scienze, se possibil fosse di placare l’ostinazione dell’ignoranza, a riflettere un poco sopra questa nuova invenzione; e poi vedere, se possa- [p. 11 modifica]no continuare a deplorare il danaro, ed il tempo impiegato in tali oggetti; quando col mezzo di questi studj, e di queste disprezzate scienze si arriva non solo a perfezionare e vincere la natura in tanti generi a vantaggio dell’umanità, ma fino a strappare di mano i fulmini a Giove.

IL FINE.



Nell’atto che s’imprimeva il precedente Opuscolo, capitò il seguente Manifesto stampato; onde s’è creduto utile all’oggetto d’aggiugnerlo quì tradotto in Italiano; e per tutti i riguardi si ritiene anche in questa edizione.

Note

  1. Il fuoco elettrico non è il puro fuoco etereo: questo è sparso uniformemente per tutti i corpi, e tutti promiscuamente li penetra; il fuoco elettrico è contenuto ne’ corpi disugualmente, e molti resistono al suo passaggio. Questo è dunque un composto di cui il fuoco elementare etereo è come l’anima, un misto che lo inguaina n’è il corpo; e questo corpo sembra un flogisto, o sia un fuoco siffato e più crasso, che lo modifica, e lo imbriglia. In oggi effendosi, colla maravigliosa arte della chimica, fatta in certo modo l’analisi del fuoco elettrico, sembra esser questo, non altro che un acido, l’acido del zolfo. Il Sig. le Sage, dell’Accademia delle scienze di Parigi, ha fatto ultimamente questa esperienza. Scioglie nell’acqua dell’alcali fisso di sal marino: elettrizza questa dissoluzione; essa dà dei cristalli di sal marino: dunque, conchiude, l’elettricità contiene l’acido del sal marino, poichè unito all’alcali forma il sale. Lo conferma con quest’altra sperienza: raccoglie dei vapori di bira in fermentazione (questi vapori non sono altro, che un flogisto sottile); li combina con del suddetto alcali fisso di sal marino; ed ottiene egualmente de’ cristalli di sal marino. Dunque, l’elettricità e i vapori della bira o del vino, sono la cosa istessa, poichè producono l’istesso effetto coll’istessa base: dunque il fluido elettrico non è altro che il fuoco elementare, unito con un sottil flogisto, più, o meno sottile, secondo i corpi, dai quali è provenuto, come i flogisti che colla medesima terra formano differenti metalli (V. Thoury Mem. cour. de Lion 1776., in Rozier Aout 1777.). E questo è molto da rimarcare, poichè serve a spiegare, come il fuoco del fulmine secondo che si trova investito d’una data dose, o specie di flogisto, produce effetti diversi; ed ora, per esempio, passa vicino a corpi sommamente combustibili senza attaccarli, ed ora mette il fuoco in corpi solidissimi.
  2. Solamente è da distinguere nei, corpi idioelettrici, elettrici per origine, due specie d’elettricità; una vitreg, o fa in più; l’altra resinosa, o sia, in meno. Di questo principio si vale ingegnosamente il P. Thoury nella citata memoria, che ha riportato il Premio dell’Accademia di Lione 1776., per ispiegare le funzioni principali del corpo umano, per via dell’elettricità. Bisogna riconoscere due sistemi di nervi; uno inserviente al moto, l’altro al senso; quello avente probabilmente la fede nella sostanza corticale del cervello; questo, nella midollare. Nel primo sarà l’elettricità vitrea, o sia in più, che diffondendosi porterà il moto ne’ musculi: nel secondo sarà la resinosa, o in meno, che assorbirà dalle estremità de’ nervi il fluido elettrico, e con esso i mori producenti le sensazioni.
  3. Secondo il Sig. di Sauvages la velocità dell’elettricità supera almeno 36. volte quella del suono che fa più di mille piedi per fecondo.
  4. Nelle memorie seguenti, nell’Appendice particolarmente, si troverà de’ fatti diretti.
  5. Con tutti questi riguardi d’Isolamento fu eretto il Conduttore di questa pubblica Specola di Padova, e di recente quello che fu posto a Milano sulla fabbrica degli Archivj. Ho detto che questa è una cautela buona, ma non necessaria; e così s’esprime il celebre Sig. Ab. Frisi nella piccola stampa del Conduttor di Milano.
  6. Vedete la figura in testa di questa Memoria. Si sono fatte delle mutazioni a questa struttura de’ Conduttori, che si troveranno nelle seguenti Memorie: in particolare non è necessaria se non una catena, che discenda in terra.