Della eccellenza e dignità delle donne/De la cagione che ha mosso molti a dir male de le donne

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De la cagione che ha mosso molti a dir male de le donne

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De la cagione che ha mosso molti a dir male de le donne
Proemio Adduce le ragioni perché la femina sia da manco che l'uomo


Quello che abbi mosso il più de le genti a dir male de le donne, credo che a niuno quasi sia occulto, imperò chi non sa che per esser talvolta negato loro quello che più in amore si desidera molti e molti, parendogli già dover gli ultimi termini de’ suoi disii aver guadagnati e trovandosi niente aver fatto, rivolto l’amore in odio, ogni ingegno posero per trovare modo e via de vituperarle. E così dove laude e onore ne gli doveva seguire, che agli stimoli e continue insidie de’ petulanti giovani immobili permanessero, essi si sforzarono vergogna e danno recarnegli.

Tale Fileno (come recita il Boccaccio nostro) persuadendosi aver l’amore di Biancifiore guadagnato e poi riconosciuto il proprio errore, acerbamente ne le femine inveisce. Non altrimente il medesimo autore, reputandosi da l’amata vedova schernito, sdegnato il Labirinto d’amore detto Corbaccio compose, nel quale con sì gran fervore tante e tali cose scrisse in vituperio de le donne, che a chi lo ha veduto è malagevole pensar poter alcuna cosa bona da loro procedere.

Altri per morte o per altro caso avendo la cosa amata perduta, pensarono, forse biasimando quel che avere non potevano, al dolore soccorrere. In questi fu già Orfeo che, morta l’amata sua Euridice, in istrema desperazione messo (come disse quel Fiorentino) mai amar più donna non volse. La qual cosa non era forse molto vituperosa ad uomo già attempato e d’anni pieno, se non avesse ad più abominevole vizio fatto la via. Le quali vestigia seguendo alcuni infin al dì d’oggi, con poco riguardo dicono le femine da manco esser che la più vile carogna del mondo.

Ad questi non responderò io perciò che se non istimano far sì fatto oltraggio alla natura, manco istimaranno le ragioni ch’io le opporrò. Sono eziandio alcuni che, ne li studi de le lettere occupati più per investigare la natura de le cose che per odio o altro, dicono trovar per tutti li respetti l’uomo esser di la femina più degno e nobile. A’ quali per far conoscere che non hanno col giudicio saldo penetrato al profondo intelletto de’ filosofanti, né saputo il vero dal falso discernere, a parte a parte risponderemo, discorrendo per le virtù le quali universalmente più ne le donne risplendono e confutando li frali argomenti che a questo affermare gli avevano indotti.