Dopo le nozze/I balocchi

Da Wikisource.
I balocchi

../Severità e debolezza ../Primi studii IncludiIntestazione 25 gennaio 2021 100% Da definire

Severità e debolezza Primi studii

[p. 115 modifica]

I BALOCCHI


I bimbi hanno bisogno, quando sono piccini, di trastullarsi con qualche cosa, di muoversi e di sfogare su qualche oggetto l’esuberanza di vita che possedono. Del resto tutto è nuovo per essi e tutto può servir loro di trastullo: il lucicchìo d’una chiave, il dondolare di un ciondolo, un cencio colorato, un bastoncino, e così via. Il bimbo del selvaggio o del contadino giuocano precisamente in mezzo ai campi come il bimbo cittadino che viene allevato in una culla adorna di trine, fra [p. 116 modifica] le carezze d’una madre amorosa; soltanto egli, meno fortunato, non ha scelta nei suoi giuochi; si trastulla con ciò che la natura gli largisce, ma non si diverte meno per questo. Giuoca coi fiori, colle foglie, colle bacche, coi sassolini; un pezzo di carta gli serve da fantoccio, e una pannocchia di grano-turco da bambola; e forse non si sogna che nella città si possano comperare dei balocchi che lo farebbero restare attonito dalla meraviglia, mentre non commuovono punto punto i fanciulli che ci sono abituati.

Anche gli antichi si contentavano di certe puppattole, che farebbero sorridere e crollare il capo alle bimbe del nostro secolo, le quali hanno su questo rapporto delle esigenze abbastanza rilevanti.

Quando vedo tutte le meraviglie di lusso e di ricercatezza che si fabbricano ora per i nostri bimbi, ho dei serii timori dell’influenza che avranno sulla loro educazione avvenire. Perchè, è inutile negarlo, l’educazione del bambino incomincia dal giorno [p. 117 modifica] ch’egli principia a distinguere e ad udire le cose e i suoni che lo circondano; e il suo cervello, nuovo a tutte le impressioni, è pronto ad assorbire come una spugna le prime che riceve: che, quantunque non sembri a prima vista, hanno poi una grande influenza su tutta la vita.

La madre, che è la prima educatrice dei figli, non deve nulla scegliere a caso, nè i cibi, nè i vestimenti, e nemmeno i trastulli. I primi che metterà loro in mano dovranno essere innocui, in modo che i bimbi mettendoli in bocca, come è la loro consuetudine, non possano averne alcun danno; dovranno essere di forme proporzionate e graziose e non troppo risonanti e strepitosi, tali insomma da non offendere la vista o l’udito ancora molto delicati.

— Dio mio! quante cose! — direte voi. — Quando non possano recar danno, che importa del resto?

— Importa moltissimo, amiche mie; lo sapete anche voi, senza ch’ io ve lo dica, e senza esser seguaci delle teorie di [p. 118 modifica] Darwin, che abbiamo tutti, specialmente da bimbi, una qualità che è l’attributo della scimmia: lo spirito d’imitazione. Guai se questo non ci fosse, si crescerebbe senza progredire, perchè appunto le prime cose che impariamo le dobbiamo al nostro istinto di imitare gli altri. Date dunque al vostro bambino un fantoccio con una faccia grottesca, colla bocca che fa gli sberleffi, e vedrete che si studierà di fare come il suo fantoccio, e non avrà nulla da guadagnare. Ho conosciuto una bambina che camminava impettita, col collo torto, con una faccia dispettosa; tutte movenze che avea imparate da una sua puppattola. Del resto vi persuaderete quanto sia potente pei bimbi lo spirito d’imitazione, osservando come in una famiglia sia quasi impossibile, se la figlia è stata educata dalla madre, che non ne abbia preso qualche movenza, come sia difficile trovare due sorelle vissute insieme che non abbiano qualche punto di contatto; così riceviamo e ci assimiliamo sempre qualche cosa dall’ambiente che ci [p. 119 modifica] circonda e dalle persone che si frequentano. I balocchi per i bimbi, sono come i loro figliuoli e i loro amici; sono pure i loro modelli; li guardano, li accarezzano con amore, li cullano, li amano, fanno vita con loro. Dunque pel loro bene io consiglio lo mamme di abolire tutti i mostricciattoli sia di legno, o di guttaperca, o di porcellana; tutte le bambole dalle corporature goffe, dalle faccie gonfie, dagli occhi loschi, e dalle membra sproporzionate, che in ogni modo non servono certo ad elevare l’animo dei nostri bimbi, ad educarli al bello e alle giuste proporzioni, e invece li avvezzano al brutto e al grottesco, e non fanno certo germogliare nel loro animo il senso artistico. Non mi piacciono nemmeno quelle bambole tutte azzimate, vestite all’ultimo figurino, che possiedono delle case colla mobilia di mogano, coi divani e le poltrone coperte di broccato, ed hanno servizii di porcellana e d’argento, gabinetti stile Luigi XV, e possedono degli stupendi landeau foderati di raso, e servi in livrea. È certo che non [p. 120 modifica] fanno che accrescere la vanità che c’è già in germe nel cuore d'una bimba, la quale vorrà naturalmente vestire almeno con la sua bambola, oppure il desiderio di tanti splendori toccati con mano, resterà latente nel suo animo di fanciulla, e quando sarà grande non penserà ad altro che di trovare un marito che possa essere abbastanza ricco da permetterle di poter fare tanto lusso come la sua bambola d’un tempo.

È vero che hanno occhi per vedere, e noi non si potrà impedire che osservino tutti quei ricchi ninnoli nelle vetrine dei negozianti, ma è tutto diverso veder le cose da lontano; ci piacciono, si ammirano, ma ci fanno il medesimo effetto come vedere sulla scena un’attrice vestita da regina; sono cose fuori dalla nostra orbita; si ammirano, ma non ci si pensa che per qualche momento; è tutt’altra cosa aver lì sotto alla mano tante ricchezze, famigliarizzarsi colle sete e i velluti, veder come sta bene la nostra bambola tutta impellicciata, accarezzare colle nostre mani quelle stoffe così morbide [p. 121 modifica] e flessuose, ammirare tutti quei gioielli e quei mobili da vicino.

Tutto deve essere in armonia, e una mammina di senno non dovrà mai permettere che entri nella sua semplice dimora borghese un appartamentino in miniatura degno d’una duchessa o d’una regina; e una dama di legno o di porcellana, ma tutta trine e fronzoli, che sembra pompeggiarsi nel suo abito elegante, fatto all’ultima moda, col lungo strascico. Una bimba che non abbia avute certe abitudini si divertirà ugualmente e vorrà altrettanto bene ad una bambola semplice e modesta, ad una di quelle bamboccione ben proporzionate, dalle guancie rosee e dalla faccia ridente, con un’aria d’ingenua bontà scolpita negli occhi celesti, vestita semplicemente, con abitini d’indiana o di lana, e fatti con garbo; e tutt’al più si contenterà di sussurrarle all’orecchio: “Se sarai buona, avrai tu pure un bell’abitino; quando il mio vestito di gala non mi andrà più bene, la mammà ne farà uno per te.„ [p. 122 modifica]

Ai salotti coi parati di raso e le mensole dorate, preferisco le semplici cucine di ferro cogli utensili semplicissimi, che potranno insegnare alle nostre figliuole il gusto di divenire brave massaie; e quando sono abbastanza grandicelle per non fare dei malestri, io vorrei che così trastullandosi imparassero ad allestire qualche semplice cibo o bevanda. Io conosco una ragazzina che ogni volta che vado a far visita alla sua mamma, accende una macchinetta microscopica, e in cinque minuti fa un tè o un caffè squisito, che mi vuol sempre far assaggiare in una tazza lillipuziana. Io sono certissima che quel tè o caffè imparato così per celia, non lo dimenticherà più per tutta la vita, e forse sarà uno dei tanti fili invisibili che servirà a legarla maggiormente ad un marito un po’ ghiottone. Io poi vorrei che le bimbe, una volta adoperati i loro arnesi, li pulissero e li rimettessero al posto in perfetto ordine; non sarà mai troppo presto che piglino questa buona consuetudine. [p. 123 modifica]

In quanto ai bambini si sa che non amano nè le bambole, nè le cucine, e preferiscono i schioppetti, le pistole, i cannoni. Io veramente andrei molto adagio nel far loro simili doni, perchè li vorrei abituare coraggiosi sì, ma non battaglieri, nè prepotenti, e il fanciullo che quando ha in testa un elmo luccicante o un cappello col pennacchio, si crederà da farla da Rodomonte e di dettar legge, si abituerà orgoglioso e prepotente, precisamente come la fanciulla che maneggerà ricche bambole diventerà vanerella. Se pure volete camuffare il vostro figlio da militare, fatelo semplice soldato, e fategli capire che per essere ufficiale o generale non bastano le spalline risplendenti e i galloni sul berretto, e la voce alta e strillante, ma ci vogliono ben altre qualità, che non si acquistano che cogli anni e collo studio. Come pure io abolirei fra le pareti domestiche i tamburi, le trombe e tutti i balocchi rumorosi che assordano i grandi e fanno sprecare il fiato ai piccini; li concederei appena appena in mezzo all’aria aperta dei campi. [p. 124 modifica]

I giuochi che non fanno male a nessuno sono quelli così detti di pazienza; possono intrattenere qualche architetto dell’avvenire per delle ore a combinare palazzi e porticati, e qualche volta essere maestri di ordine ed educare il gusto; e unitamente alle cucine, alle macchinette da cucire, ai balocchi scientifici, io li classificherei fra i balocchi utili. In quanto a quelli meccanici, i gatti che miagolano, le pecore che belano, e tutti quegli animali che fanno sempre lo stesso verso, gli automi che si muovono sempre allo stesso modo, finiscono di stancare colla loro monotonia la pazienza dei fanciulli, e, se dopo qualche giorno che li possiedono li fanno a pezzi per vedere come sono fatti internamente, non hanno tutti i torti e concedo loro il mio compatimento.

Insomma procuriamo di scegliere i giochi dei nostri figliuoli, che infine sono i loro primi amici e maestri; cerchiamo che possano ricavare dai loro balocchi divertimento e istruzione, e che non siano mai tali da [p. 125 modifica] poter guastare il loro animo. Del resto lasciamoli pure giocare liberamente; fino che giocano sono innocenti, non pensano al male e sono felici; procuriamo di prolungare più che ci è possibile quell’età beata, nella quale un fantoccio o un cavallino bastano a farli saltellare dalla gioia; pensiamo che viene troppo presto anche per loro il giorno nel quale s’accorgono che quegli oggetti ch’erano stati il loro divertimento, che per essi avevano anima e sentimento, ch’erano i loro amici e confidenti, non sono altro che pezzi di legno. È la prima illusione che perdono, e allora forse non sentono alcun rammarico; hanno davanti la giovinezza e il mondo, che in cambio dà loro altre gioie, e altri piaceri; ma quando ci ripenseranno più tardi, allora forse verseranno una lagrima sui loro ultimi balocchi.