Dopo le nozze/Nuovi legami

Da Wikisource.
Nuovi legami

../Unioni infelici ../I figli IncludiIntestazione 22 gennaio 2021 100% Da definire

Unioni infelici I figli

[p. 70 modifica]

NUOVI LEGAMI


Quando una signorina ha trovato marito ed è riuscita a farsi amare e stimare da lui, crede già d’esser giunta al porto e che la sua vita debba trascorrere tranquilla e felice senza scosse o tempeste.

Questo potrebbe darsi se fosse destinata a vivere col marito sopra una montagna o in un’isola deserta lontana dal consorzio umano, ma la poesia è bell’e buona e all’atto pratico noi siamo proprio destinati a vivere in mezzo alla società, la quale molte volte mette degli scogli sul nostro sentiero. [p. 71 modifica]

Non basta che una sposina abbia conquistato il cuore di suo marito; eccola dopo le nozze posta al contatto con una schiera più o meno numerosa di parenti, i quali la guardano come un’intrusa, l’accolgono con sospetto, sono lì con tanto d’occhi ad osservare ogni suo movimento, ad ascoltare ogni sua parola, e se fra marito e moglie l’amore avvicina ogni distanza, nasconde ogni difetto, qui non è il caso medesimo. Gli amici si scelgono, si sceglie la moglie, si sceglie il marito, ma i parenti dobbiamo pigliarseli come sono, e quello che è peggio siamo costretti ad avere con loro continui rapporti per quanto ci riescano spiacevoli ed antipatici.

Generalmente una giovane sposa ha da conquistare in principio del suo matrimonio tutta una schiera di parenti che non le sono punto favorevoli. Intanto c’è una quantità di zii e di zie che avrebbero voluto vedere il giovane sposato a loro modo; le cugine che vedevano in lui un marito possibile e muoiono dal dispetto d’esserselo veduto sgusciare [p. 72 modifica] di mano. Se la sposa è di condizione inferiore alla loro, si ribellano all’idea di trattarla con tanta famigliarità, se è più ricca, la vogliono trovare superba e orgogliosa anche se non lo è, e certo che se la giovane sposa non cerca sul principio di renderseli amici colla sua bontà e cordialità, corre il rischio d’essere in seguito involta in mezzo a pettegolezzi e a piccole guerricciuole, che se non la renderanno infelice, riusciranno certo ad amareggiarle l’esistenza. Ma ancora coi congiunti un po’ lontani si possono avere pochi rapporti, basterà di vederli di tratto in tratto, usar loro delle attenzioni, non dimenticarli nelle feste di famiglia e così via; il più difficile sarà andare d’accordo con quelli coi quali siamo destinati a vivere insieme, ad abitare sotto il medesimo tetto, che possono avere una grande influenza sulla nostra felicità avvenire. [p. 73 modifica]

Lo scoglio più formidabile che possa trovare una sposa che entra in casa del marito è la suocera, e quella che può amareggiare gli ultimi anni dell’esistenza d’una vecchia può essere la nuora. L’antagonismo fra suocera e nuora è passato in proverbio e pochissime volte vediamo queste due donne che dovrebbero amarsi come madre e figlia, andare veramente d’accordo.

Se si badasse bene, è una cosa naturale, per quanto una madre irrequieta di vedere il figliuolo vagabondo, ha desiderio che si formi una famiglia, all’atto pratico non può sopportare l’idea che un’altra donna abbia sul cuore del figlio che è stato fino a quel giorno tutto suo, la medesima e forse maggiore influenza di quella che ha avuto lei, e le pare nell’esaltazione della sua fantasia di veder tolti a sè stessa l’affetto e la stima che suo figlio ha per la moglie, e poi il suo [p. 74 modifica] occhio materno trova nel figliuolo ogni perfezione, e le sembra che la sposa sia indegna di lui. Naturalmente la nuora non è stata educata come le sue figlie e o la trova troppo frivola o troppo inesperta e non ha riguardo di farle qualche rimprovero; la giovane si ribella e spesso nascono delle guerricciuole in famiglia; il marito non sa a chi dar ragione, e si trova in serio imbarazzo, e quasi quasi s’accorge d’aver commesso un errore d’aver condotto nella sua dimora tranquilla la sposa che pur ama, ma che vi ha fatto sparire per sempre la pace domestica.

È vero, c’è una certa difficoltà nella convivenza fra persone di diversa età che hanno consuetudini differenti e che vissero per tanti anni divise, anzi estranee una all’altra; per operare di questi miracoli, ci vuole solo una grande simpatia che possa attirare l’una verso l’altra, e che faccia risaltare le buone qualità nascondendone i difetti, e converrete che queste simpatie sono rare come le mosche bianche, e tanto più difficili quanto più ce ne sarebbe necessità. [p. 75 modifica]

Dunque la madre che per la sua età dovrebbe aver più giudizio e più esperienza del mondo, se amasse veramente il figliuolo dovrebbe rinunciare al proprio egoismo e cercare la di lui felicità, che non può essere disgiunta da quella della donna che ha scelta a compagna della vita. Dovrà vedere nella nuora un’altra figliuola, amarla e consigliarla, senza offenderla se scopre in lei qualche difetto, e più di tutto aver ogni cura per nasconderlo agli occhi del figlio e fare invece risaltare le sue buone qualità, poi dovrà vedere di eclissarsi qualche volta non esser sempre là, come se volesse spiarla, e toglierle la libertà di conversare da sola colle amiche o col marito, rinunciare ai divertimenti che non sono più adatti alla sua età ed invece incoraggiare la nuora ad approfittarne, e nel mentre che si riserba una certa autorità nella casa, lasciare la nuora andare in. società ed esservi amata ed ammirata; le basterà insomma ritornare colla mente agli anni della sua gioventù e pensare a quello che le piaceva in quel tempo [p. 76 modifica] e come avrebbe voluto essere trattata, non volere invece infliggere i suoi gusti e le sue abitudini di donna matura ad una giovane che ha ancora da trascorrere tutto il cammino della vita, si riserbi le calme gioie dell’autunno e lasci la nuora svolazzare libera come un uccelletto di primavera non invidii quei piaceri quando ne conosce ormai la vanità, e cerchi di non essere ai giovani d’impaccio e di farsi invece desiderare. Se sapesse come il suo figliuolo l’amerà cento volte di più quando la vedrà compiacente verso la sua sposa, e quanto sarà contento se invece di sentirla a dire:

— La tua sposa non sa far nulla di buono, — sentirà sua madre ripetere continuamente. “Quanto è buona! ti sei scelto davvero una brava donnina.„

Creda che se queste parole faranno accrescere l’amore di suo figlio verso la moglie, non sarà meno affettuoso per la madre, e non le toglierà nulla del suo affetto, anzi l’amerà cento volte di più.

Egli, se ha un bricciolo di cuore vedrà [p. 77 modifica] sempre nella madre l’autrice dei suoi giorni, la sua educatrice, quella che l’ha portato sulle ginocchia bambino, e l’amerà d’un amore diverso da quello che ha per la moglie, ma non meno intenso, d’un amore che s’aumenterà assai più il giorno che avrà egli pure dei figliuoli, perchè allora soltanto conoscerà per prova cosa voglia dire l’amore dei genitori pei figli, e saprà quante ansie e quante cure essi costano.

In quanto alla nuora essa dovrà riguardare la suocera come se fosse la sua propria madre, e soltanto il fatto che è madre di suo marito dovrebbe farle sopportare pazientemente i suoi difetti, dovrà accogliere i suoi consigli, come quelli d’una persona che può darli perchè più vecchia, esserle sottomessa e pur non volendo abdicare interamente alla propria volontà cercare persuaderla con delicatezza e in modo da non ferire la sua suscettibilità. Dovrà esigere che in casa sia calcolata come padrona più vecchia e trattata con ogni riguardo dai domestici e dai figliuoli, e aver sempre presente che ormai [p. 78 modifica] discende il sentiero della vita e perciò è obbligo delle persone più giovani di toglierle tutte le spine che potesse trovare sul suo cammino a renderglielo per quanto le è possibile piacevole e facile.

Ora veniamo alla suocera del marito, perchè quantunque l’uomo vive in una cerchia più elevata e lontano dalle futili gare domestiche possa più facilmente, andar d’accordo coi parenti nei rapporti sociali, la suocera può avere una tale influenza nella sua casa da essere causa della sua infelicità. Ci sono delle mamme che nel loro egoismo dopo avere avvezzate le figliuole a guisa di puppattole a non aver altro che la loro volontà, vogliono continuare a dirigerle anche quando queste hanno già marito, ed amano tener le figliuole sottomesse come se fossero bimbe, con gran noia del marito che qualche volta si ribella a questa tirannia della suocera e succedono scene spiacevoli.

Fortunatamente è cosa assai rara che lo sposo vada in casa dei genitori della moglie, e in tal caso se vuol vivere in pace [p. 79 modifica] deve assolutamente rinunciare al suo libero arbitrio, e contentarsi di venir riguardato come schiavo, dove dovrebbe essere padrone. Molte volte però l’influenza della suocera si fa sentire anche lontano e lo perseguita fino nella sua propria dimora.

La figlia, avvezza ad appoggiarsi tutta intera sulla mamma, il giorno che abbandonerà il tetto paterno oltre a sentirsi uno strappo al cuore per allontanarsi dalla sua mamma, proverà l’istessa impressione che prova uno che non ha forza nelle gambe, il quale si trovi tutto ad un tratto privo di grucce; la poveretta non saprà dove appoggiarsi e sarà come se fosse sospesa nell’abisso; c’è lo sposo, è vero, al quale vuol bene, ma non ha con lui alcuna confidenza, non è come la mamma, è tutt’altra cosa.

La prima volta che lo sposo le chiederà di esternare qualche suo desiderio, essa si troverà molto imbarazzata perchè non avrà la mamma là per poterla consigliare, e comincerà subito a tener un’attiva corrispondenza con lei per chiederle ogni momento aiuto e consiglio. [p. 80 modifica]

Per esempio le scriverà: — Mio marito vuol condurmi ancora in giro per il mondo, cosa mi consigli di fare?

E la mamma risponderà: — Ho voglia di vederti non prolungare di più il tuo viaggio, e piuttosto vieni ad abbracciarmi.

Poi ogni cosa che succederà nella sua casa sarà subito pronta a scriverlo alla mamma.

— Senti, mamma, devo mettere nel salotto le tende rosse o le tende azzurre? Ieri ho pianto tutto il giorno perchè mio marito era di cattivo umore e non m’ha detto una parola, e così via.

Allora la mamma scriverà al genero una lettera di rimprovero, lo tratterà da tiranno e gli dirà che è senza cuore a far soffrire una fanciulla ch’era stata avvezza ad essere accarezzata a casa sua.

Il marito s’accorgerà d’avere una moglie molto schiocchina che dice tutto alla mamma le toglierà la sua stima, non le farà più alcuna confidenza, perchè sarebbe certo che la sua suocera saprebbe tutto. [p. 81 modifica]

Insomma in questi casi la mamma è quella che dirige la casa della figliuola e che in ogni questione prende naturalmente le sue parti e dà sempre torto al genero, e a furia di piccole confidenze, di chiacchiere futili e un po’ di lavorìo di due fervide immaginazioni fra la madre e la figlia cambieranno il più buon marito in un tiranno, e molte volte basteranno queste inezie per rendere infelice un’unione che, senza l’intromissione della mamma, sarebbe stata felicissima.

Gli uomini bisogna conoscerli, e un marito può sopportare e perdonare all’inespertezza della sposa un po’ di disordine nella casa, può tutto concedere alla sua volontà; ma si irrita quando vede che tutto vien fatto nella sua abitazione per volontà della suocera.

Io conosco un marito ch’era infelice perchè sua moglie voleva sempre andare dalla madre che abitava ad una certa distanza. Egli doveva trascurare gli affari per condurre e ricondurre la moglie, che [p. 82 modifica] desiderava esser sempre in viaggio come se non si trovasse bene nella sua dimora.

È bello che una figliuola si lasci dirigere dalla mamma fino ad una certa età, e che sempre e in ogni epoca accetti con rispetto i suoi consigli, ma in tutto ci deve essere un limite, e le signore mamme dovrebbero pensare al modo di formare la felicità delle loro figliuole, anche a costo di perdere una parte della loro confidenza. Pensino che dopo le nozze una fanciulla non appartiene più interamente ai genitori; essa deve seguire il marito, come dice il Vangelo, la Bibbia e perfino il codice, e può avere dei segreti che non deve raccontare nemmeno alla mamma. Un qualche buon consiglio una madre lo può dar sempre, ma a nessun costo non s’intrometta fra marito e moglie, e non comandi nella casa dei figliuoli.

In quanto ai giovani devono sempre e in ogni caso rispettare e far rispettare le debolezze dei genitori e rammentarsi la storia di quel fanciullo che vedendo il padre e la [p. 83 modifica] madre dar da mangiare ai loro vecchi genitori gli avanzi nei cocci delle vecchie stoviglie, un giorno che si ruppe una ciotola di terra ripose i cocci in un cassetto e ai genitori che gli domandarono cosa volea farne, rispose:

— Per darvi da mangiare quando sarete vecchi.

Un altro scoglio per una giovane sposa sono le cognate. Non parlo di quelle che non abitano insieme perchè allora l’accordo riesce più facile e bisognerebbe metterci della cattiva volontà perchè non possono esservi cause di discordie, ma difficile è poter stare in pace con quelle colle quali si è destinate a convivere sotto al medesimo tetto.

Difficilmente due donne che abbiano lo stesso grado, la stessa età e la medesima autorità, e che pur non sono della stessa famiglia, possono vivere insieme in perfetta pace. Si devono prima di tutto amare come [p. 84 modifica] sorelle, eppure non hanno fra esse, nè i vincoli del sangue nè le memorie dell’infanzia, e si trovano tutto ad un tratto unite e congiunte forse avendo gusti affatto opposti, consuetudini diverse, e caratteri che cozzano più o meno.

Ci vuole molta virtù perchè due regine possano andar perfettamente d’accordo in un regno medesimo, ma è una cosa tanto bella, che, se per caso si deve convivere con una cognata, dobbiamo cercare ogni mezzo per riuscirci; però per poter vivere in pace non si dovrà esigere ch’essa cambi di carattere, ma saremo noi che dovremo modificare il nostro a furia di pazienza e tolleranza fare che le sue consuetudini diventino facilmente le nostre; ci vorrà anche un po’ di eroismo e sacrificare certi trionfi di società alla pace domestica. Nostra cognata ha delle pretese all’eleganza e ci vuole eclissare collo sfarzo dei suoi abbigliamenti? Procuriamo d’essere modeste e lasciamole una così frivola compiacenza. Ci tiene invece a brillare per il suo spirito e [p. 85 modifica] per la sua bellezza? e noi facciamoci piccine, stiamo nell’ombra e non cerchiamo inutili gare che potrebbero apportarci, è vero, qualche soddisfazione di amor proprio, ma che finirebbero col fomentare delle spiacevoli discordie in famiglia, e lasciamo pure agli altri il vanto di primeggiare collo splendore dello spirito e della bellezza. Contentiamoci d’essere buone; e infine la vittoria sarà nostra.

Mostriamoci pure superiori a certe invidiuzze o piccinerie, lasciamo cadere i pettegolezzi inutili, tolleriamo molto se vogliamo esser tollerate, e teniamoci sicure che, specialmente nei rapporti famigliari, si trionfa più colla bontà del cuore che colle seduzioni della bellezza e la forza dell’ingegno. Ci sono di quelle donne che nella convivenza, invece di badare ai propri difetti, si compiacciono di propalare ai quattro venti i difetti di coloro coi quali sono destinati a convivere, e a criticarli e metterli in ridicolo. Agiscono malissimo e non ci fanno nemmeno loro buona figura. [p. 86 modifica] Fra parenti, di qualunque grado siano, ci vuole una certa solidarietà, e sarà ben fatto nascondere tutte le debolezze, tutte le magagne della famiglia invece di rivelarle agli occhi degli indifferenti; e se udiamo sparlare di un qualche nostro congiunto, invece di far eco anche noi a quelle parole, dobbiamo difenderlo con tutte le nostre forze, perchè per quanto si faccia non possiamo scioglierci dai legami di parentela che ci uniscono e formano di noi quasi una tribù a parte fra quelle che costituiscono l’umana famiglia.

Se i nostri parenti sono amabili e graziosi, non si fa molta fatica ad amarli; ma è appunto col vivere in pace con quelli che sono di carattere bisbetico, prepotente e intollerante che si mettono alla prova le nostre virtù e la nostra pazienza.

Gli uomini è più facile che possano andare d’accordo, perchè vivono fuori della casa e se non hanno in comune gli affari non possono avere fra loro molti punti di contatto. Ma due donne sotto al medesimo [p. 87 modifica] tetto vuol dire vedersi ad ogni minuto della giornata, essere in continui rapporti e specialmente essere unite in quelle cure domestiche che costituiscono l’ambizione della donna e nelle quali vorrebbe esser padrona assoluta, tanto che in una casa dove più donne avessero potuto vivere fra loro in pieno accordo vorrei mettere un’epigrafe a lettere d’oro che l’additasse allo sguardo dei passeggeri.