Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 108

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[p. 115 modifica]I IO A FRATE TOMASO DELLA FONTE de’FRATI PREDICATORI IN S. QUlRICO (A).

I. L’esorta ad inebriar*! col sangue di Gesù Cristo, dimostrando come in esso resta I’ an**’na illuminata, e conosce I’ eterna verità, cbe è il fine della nostra creazione, e conoscendo tal verità, s’infiamma dell’atnor di Dio, e si spoglia di sè medesimo e del timore senile, ed acquista ogni vera e per* fetta vrtu.

108.

Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissimo Padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Crislo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi bagnato nei sangue di Cristo crocifisso, il quale sangue inebbria, fortifica, scalda: ed allumina l’anima della verità, e però non cade in menzogna.

O sangue, che fortifichi 1’ anima e togli la debilezza, la quale debilezza procede dal timore servile, ed il timore servile viene da mancamento di lume; e però è forte 1’ anima, perchè nel sangue è stata alluminata dalla verità; ha cognosciuto e veduto coll’occhio del(-^ R luogo ove dimorava questo religioso è la terra di s. Quirico, discosta venti miglia da Siena, di cui si favellò di sopra. [p. 116 modifica]11.6 l’intelletto, che la prima Verità il creò per dargli la vita durabile a gloria e loda del nome suo. Chi ce lo manifesta che gli è cosi? il sangue dello immaculato Agnello: il sangue ci manifesta, che tutte le cose che Dio ci concede prospere ed avverse consolazione e tribolazione, vergogna e vituperio, scherni e villanie, infamie e, mormorazioni,.tutte sono concesse a noi con fuoco d’amore, per adempire ìri noi quésta prima dolce verità, colla quale fummo creati. Chi ce lo mostra?

il sangue, che. se altro Dio avesse, voluto da noi, non ci avarebbe dato il Figliuolo, ed il Figliuolo la vita.

Come l’anima coll’occhio dell’intelletto ha cognosciuto questa verità, subito riceve la fortezza, che è forte a portare e sostenere ogni gran cosa per Cristo crocifisso; non intiepidisce, anzi riscalda col fuoco della divina carità, con odio e dispiacimento di sè, a mano, a mano si trova ebbro, perchè 1’ ebbro perde il sentimento di sè, e non si trova altro che sentimento divino: tutti i sentimenti vi sonò immersi dentro; così l’anima mia inebbriata del sangue di Crislo perde il proprio sentimento di sè, privato dell’amore sensitivo, privato del timore servile, che colà dove non è amore Sensitivo non è timore di pena, anzi si diletta delle pene: in altro non si vuole gloriare, se non nella croce di Cristo crocifisso:’ quella è la gloria sua; tutte le potenzie deb anima vi sono dentro occupate; la memoria s* è empiuta di sangue:.ricevelo per benefizio, nel quale sangue trova* 1’ amore divino che caccia l’amore proprio, amore d’obbrobrj e pena d’onore, amore di morte ? pena di vita: con che s’è empiuta la memoria? colle mani dell’ affetto, e santo e vero desiderio, il quale affetto ed amore trasse dal. lume dell’ intelletto, che cognobbe la verità e la dolce volontà di Dio. Or così voglio, carissimo padre, che dolcemente, ci inebbnamo e bagniamo nel sangue di Cristo crocifisso, acciocché le cose amare ci pajono dolci, e i grandi pesi leggieri!

delle spine e triboli trajamo la rosa, pace e quiete.

Allio non dico. Permanete nella santa

dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.