Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 181
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ALLA MEDESIMA MONNA ALESSA ESSENDO LA SANTA A FIORENZA.
J * ì ) ’ * 4 « I. L’ esorta a fare speciale orazione come vere spose di Cristo per la riforma di sauta Chiesa, siccome anco a procurare cho si faccia dall’altri, giacché cominciavano a tórre li scandali, e s sperava la pace. ■ .
II. Desidera morite per la santa lede.
Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce, I. Ìlarissima figliuola in Cristo dolce Jesù, Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo, con desiderio di vederti te e T altre spose e serve fedeli a Cristo crocifisso, acciocché sempre rinnoviate il pianto per onore di Dio e per salute dell’anime, e per la reformazione della santa Chiesa. Ora è il tempo che voi,vi serriate dentro nel cognoscimento di voi, e con continua vigilia ed orazione, acciocché’l sole tosto si levi, poiché l’aurora è cominciata a venire. L’aurora è venuta, perocché la tenebre che c’ era de’ molli peccali mortali, i quali si commettevano per 1’ ofììzio che si diceva e s’udiva pubblicamente (A\ é levata via a male grado di chi 1’ ha voluto impedire, e tiensi lo interdetto.
Grazia, grazia sia al nostro dolce Salvatore, che non è spregiatore dell’orazione umile, né delle laJ79 grime ed affocati desìilerj de’ servi suoi: poi dunque che non è spregiatore, anco gli accetta, io v’ invito a pregare ed a fare pregare la divina bomà, che tosto ci mandi la pace, acciocché Dio sia gloriato, e levisi tanto male, e noi ci troviamo insieme a narrare le ammirabili cose di Dio.
II. Suso, e non dormite più: destatevi tutti dal sonno della negligenzia: fate fare speciale orazione a cotesti monasterj,dite alla priora nostra, che faccia fare a tutte cotestc figliuole speciale orazione per Ja pace, sicché Dio ci facci misericordia e non si torni senza essa; e per me, misera sua figliuola, che Dio mi dia grazia che io sia sempre amatrice ed annuuziatrice della verità, e per essa verità io muoja. Altro non dico. Permanete nella saula e dolce dilezione di Dio.
Jesù dolce, Jesù amore. i8o - « ’t f f f i’r v* li | * ’ ) i*. ■., ’ t ’v , ’. J. ;,r ilnnota&ionti alla Lettevi* Ibi.
t * ’ -1 M ■ . f... trt» (^) Per Voffizio che si diceva e s’udiva pubblicamente. Già altrove si disse come i Fiorentini aveano rotto l’interdetto, facendo pubblicamente celebrare i divini uf’Gcj in onta del divieto del pontefice; e come poi per l’efficacia delle parole della santa aveano corretto l’errore soggettandosi ad avere in pazienza la pena, quantunque a qualche tempo ài mantenessero ancora nella colpa.
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