Er Zanto re Ddàvide

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Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti caudati letteratura Er Zanto re Ddàvide Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Li preti maschi Er ciurlo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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ER ZANTO RE DDÀVIDE

     Chi vvò ssapé er re Ddàvide chi ffu,
Fu er Casamia1 der tempo de Novè,2
Che pparlava co’ Ddio a ttu pper tu,
E bbeveva ppiù vvino che ccaffè.

     Chi ppoi cuarc’antra cosa vò ssapé,
Vadi a ssentì la predica ar Gesù,3
E imparerà che pprima d’èsse re
Era un carciofolà4 dder re Esaù.5

     E a cchi nun basta de sapé ssin qui,
E cquarc’antra cosetta vò imparà,
Legghi la Bbibbia, si la pò ccapì;

     E imparerà ch’er re ccarciofolà
Dar zàbbito inzinent’ar venardì
jE piasceva un tantino de fregà.


Roma, 11 gennaio 1833

Note

  1. Il Casamia, nome di un astrologo, e insieme di un di lui almanacco, regolatore de’ romani pronostici.
  2. Noè.
  3. Nella chiesa del Gesù i fratelli del Loiola spiegano ogni domenica dopo vespro la Sacra Bibbia.
  4. I carciofolà sono cantori e suonatori d’arpa, specie di bardi girovaghi, nativi per lo più degli Abruzzi, così chiamati dalla stessa parola che un tempo terminava, quasi intercalare, le loro stroffe d’amore. Oggi sonosi alquanto più raffinati. Suonano anche il violino, che sostengono avanti il ventre, col manico in su, e la parte sonora in giù.
  5. Saul.