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Er battifoco

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Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura Er battifoco Intestazione 25 ottobre 2024 75% Da definire

Lo stato d'innoscenza La statua cuperta
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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ER BATTIFOCO.1

     A le fichette de scinqu’anni o ssei
Lei vò cche ggià jje vienghino li fumi,
Perché ss’abbada2 poco a li custumi,
E jje se parla chiaro: uhm! nun zaprei.

     A lo scuro le fie!3 ma ccara lei,
Si a Rroma sce so’4 accesi tanti lumi
Pe’ illuminalle, in tutti li patumi5
De ca..i e de co....i a li musei!

     Basta l’u...... solo d’un pupazzo,6
Basta la forma de st’u..... solo
Pe’ ffajje indovinà ll’arte der c.....

     Ce vò antro che ffronna7 sur cetròlo!8
Bisoggnerìa cropì9 ffronna e rrampazzo10
Co’ mmutanne, carzoni e ffarajolo.

Roma, 3 maggio 1833.

Note

  1. [“L’acciarino,„ che con la pietra focaia e l’esca era ancora in pieno uso quando il Belli scriveva questo sonetto; poichè allora appunto l’invenzione de’ veri fiammiferi a sfregamento faceva le sue prime prove. E, del resto, anche dopo il loro perfezionamento, l’acciarino continuò più o meno ad usarsi in Roma fin dopo il 1849. Cfr. il sonetto: La spiegazzion ecc., 4 genn. 45.]
  2. Si bada.
  3. Figlie.
  4. Ci sono.
  5. Pattumi, qui per “carnami.„
  6. [Fantoccio, statuetta.]
  7. [Fronda, foglia.]
  8. [Cetriuolo.]
  9. Coprire.
  10. Fronda e grappolo.