Facezie (Poggio Bracciolini)/231

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CCXXXI. Le brache di un frate minore diventano reliquie

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CCXXXI. Le brache di un frate minore diventano reliquie
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CCXXXI

Le brache di un frate minore diventano reliquie.


Un fatto molto ameno, e che trova luogo fra queste storielle, avvenne tempo fa ad Amalia. Una donna maritata, mossa, come credo, da ragion di bene, andò a confessare i suoi peccati ad un frate dell’ordine dei minori. Costui, parlando, mosso dal desiderio, fece tanto con la donna, che finalmente la trasse alla sua voglia e insieme cercarono il modo di far la cosa; e si combinò fra di loro che la donna si sarebbe finta malata ed avrebbe a sè chiamato il confessore; con questi [p. 145 modifica]è costume lasciar solo il malato, che così più liberamente apregli l’anima sua. E la donna finse una malattia, si mise in letto, simulando un grave dolore, e chiese del confessore, il quale, essendosi tutti gli altri ritirati, rimase con lei e giocò seco più volte. Ed essendo stati molto tempo insieme, entrò alcuno nella stanza, e il frate se ne andò, dicendo che il dì dopo sarebbe tornato a ricevere la fine della confessione. Tornò, e levatesi le brache e postele sul letto della donna, continuò la confessione dello stesso modo del dì primo. Il marito, che di nulla sospettava, meravigliato della lunghezza di quel sacramento, entrò nella stanza, e il frate, sorpreso da quella venuta, se ne andò, dimenticando le brache; e il marito, vistele, gridò che quello non era un frate, ma un adultero, e andò al priore del convento, protestando, lamentandosi del fatto indegno e minacciando di morte il reo. Il priore, che era vecchio, calmò l’ira dell’uomo, dicendo che quelle grida tornavano anche a disonore della sua famiglia; che era meglio metter tutto sotto silenzio e coprire la cosa. E il marito disse che essa era manifesta per modo delle brache e che non si poteva nascondere; e il vecchio trovò rimedio anche a questo; disse che quelle poteano passare per le brache di San Francesco, che, per guarire la moglie, quel frate aveva portate; che egli verrebbe con pompa e processione a riprenderle. Così fu convenuto, e il Priore convocò i frati, e vestiti degli indumenti sacri, colla croce in testa, si recarono alla casa di quell’uomo, presero divotamente le brache, e come se fossero sante reliquie le recarono su di un cuscino di seta, e le fecero baciare al marito, alla moglie e a tutti quelli che incontrarono per la via, e con gran canti e cerimonie le portarono al convento e le collocarono nel Santuario fra le altre reliquie. Ma poi l’affare fu scoperto e vennero a Roma inviati di quella città a chiedere ragione dell’ingiuria.