Libro sestoXV - L'Uccellatore, il Falco e l'Allodola
../XIV - Il Leone malato e la Volpe
../XVI - Il Cavallo e l'Asino
IncludiIntestazione
16 ottobre 2009
50%
raccolte di fiabe
<dc:title> Favole </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator>
<dc:date>1669</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation></dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_sesto/XV_-_L%27Uccellatore,_il_Falco_e_l%27Allodola&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20110420213935</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_sesto/XV_-_L%27Uccellatore,_il_Falco_e_l%27Allodola&oldid=-
20110420213935
Favole - Libro sesto XV - L'Uccellatore, il Falco e l'Allodola Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Una legge universale
sopra il mondo regge, ed è:
Tu rispetta altrui, se vuoi
che rispettin gli altri te.
Se i perversi fanno il male,
ciò non scusa i falli tuoi.
Tratta allo specchio, una meschina Allodola
venìa dove un Villan facea zimbello
agli uccellini, allor che un Falco librasi,
sull’ali, ed ecco rapido per l’aere
precipitando piomba
su lei, che canta all’orlo della tomba.
La poverina avea sfuggito appena
il perfido tranello
che si sentì ghermir dal tristo uccello.
La legge universal ora vedrete!
Ché mentre a spennacchiarla ei l’unghie mena
rimase ei stesso preso entro la rete.
- Lasciami andare, - nella sua disdetta
disse quel tristo uccello al Contadino, -
mal non t’ho fatto, abbi pietà di me.
- E questa poveretta
che male ha fatto a te?