Favole (Leonardo da Vinci)/XXXII - La pietra focaia e l'acciarino

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La pietra focaia e l'acciarino

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La pietra focaia e l'acciarino
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La pietra, essendo battuta dall’acciarolo del foco, forte si maravigliò, e con rigida voce disse a quello:

«Che presunzio ti move a darmi fatica? Non mi dare affanno, che tu m’hai colto in iscambio. Io non dispiacei mai a nessuno.» Al quale l’acciarolo rispose: «Se sarai paziente, vedrai che maraviglioso frutto uscirà di te.» Alle quale parole la pietra, datosi pace, con pazienza stette forte al martire, e vide di sé nascere il maraviglioso foco, il quale, colla sua virtùoperava in infinite cose.

Detta per quelli i quali spaventano ne’ prencipi delli studi, e poi che a loro medesimi si dispongano potere comandare, e dare con pazienza opera continua a essi studi, di quelli si vede resultare cose di maravigliose dimostrazioni.