Favole di Esopo/Dell'Aquila, e della Volpe

Da Wikisource.
Dell'Aquila, e della Volpe

../De' Pesci ../Del Rosignuolo, e dello Sparviero IncludiIntestazione 30 dicembre 2017 100% Da definire

Esopo - Favole di Esopo (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Dell'Aquila, e della Volpe
De' Pesci Del Rosignuolo, e dello Sparviero
[p. 208 modifica]

Dell’Aquila, e della Volpe. 193.


L’
Aquila, e la Volpe fecero tra loro amicizia, la quale acciocchè fosse più stretta s’abitavano appresso l’una all’altra. L’Aquila fece il nido sopra un albero, e la Volpe collocò i suoi figliuoli sotto l’Albero fra gli spini. Un giorno essendo uscita la Volpe per trovar [p. 209 modifica]da mangiare ai suoi figliuoli, ed avendo anco bisogno l’Aquila di dar a mangiare ai suoi, non ricordandosi già dell’amicizia, prese i figliuoli della Volpe, la quale tornando, e non vedendo i figliuoli s’attristò grandemente, e conoscendo essere stati tolti dall’Aquila, nè potendo vendicarsi di quella, per essere grande Ucello, cominciò a bestemmiarla, e convertì tutta l’amicizia in odio. Accadde, che si sacrificavano in una Villa alcune Capre. L’Aquila ne prese un pezzo con carboni accesi, e portollo nel suo nido, ed il carbone abbrucciò tutto il nido, ch’era fatto di fieno, e sarmenti, e gli Aquilini sentendo il fuoco, e non potendo volare, cascarono in terra, e la Volpe in presenza dell’Aquila se li mangiò tutti.

Sentenza della favola.

Dinota la favola, che quelli, che rompono l’amicizia, benchè gli offesi non possono vendicarsi, non fuggono mai la vendetta di Dio.