Favole di Esopo/Di un Asino ch'aveva Padrone ingrato

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Di un Asino ch'aveva Padrone ingrato

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Esopo - Favole di Esopo (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Di un Asino ch'aveva Padrone ingrato
Dell'Asino, che non trovava fine alle sue fatiche Di un Lupo, ed un Riccio
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Di un Asino ch’aveva Padrone ingrato. 299.


U
n’Asino aveva servito un Padrone molto tempo, nè mai aveva fallito, e portando una gran soma per una via sassosa, cascò per il gran peso, ed il Padrone gli corse subito addosso con il bastone, e bastonollo assai, e l’Asino fra se medesimo diceva: Oimè sfortunato, che io ho avuto sì cattivo Padrone, e l’ho servito tanti anni, e non gli ho fatto un minimo impedimento, e per sì poco errore, non causato da me, così crudelmente mi batte.

Sentenza della favola.

Questa favola tocca i Padroni ingrati, che tengono molti anni un povero servitore, e per un minimo errore, che faccia, subito lo scacciano fuor di casa.