Filocolo/Libro quarto/17

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Libro quarto - Capitolo 17

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Era già Appollo col carro della luce salito al meridiano cerchio e quasi con diritto occhio riguardava la rivestita terra, quando le donne e’ giovani in quel luogo adunati, lasciato il festeggiare, per diverse parti del giardino cercando, dilettevoli ombre e diversi diletti per diverse schiere prendevano, fuggendo il caldo aere che li dilicati corpi offendeva. Ma la gentil donna, con quattro compagne appresso, prese Filocolo per la mano dicendoli: - Giovane, il caldo ci costringe di cercare i freschi luoghi: però in questo prato, il quale qui davanti a noi vedi, andiamo, e quivi con varii parlamenti la calda parte di questo giorno passiamo -. Andò adunque Filocolo, lodando il consiglio della donna, dietro a’ passi di lei, e con lui i suoi compagni, e Caleon e due altri giovani con loro: e vennero nel mostrato prato, bellissimo molto d’erbe e di fiori, e pieno di dolce soavità d’odori, dintorno al quale belli e giovani albuscelli erano assai, le cui frondi verdi e folte, dalle quali il luogo era difeso da’ raggi del gran pianeto. E nel mezzo d’esso pratello una picciola fontana chiara e bella era dintorno alla quale tutti si posero a sedere; e quivi di diverse cose, chi mirando l’acqua chi cogliendo fiori incominciarono a parlare. Ma però che tal volta disavvedutamente l’uno le novelle dell’altro trarompeva, la bella donna disse così: - Acciò che i nostri ragionamenti possano con più ordine procedere e infino alle più fresche ore continuarsi, le quali noi per festeggiare aspettiamo, ordiniamo uno di noi qui in luogo di nostro re, al quale ciascuno una quistione d’amore proponga, e da esso a quella debita risposta prenda. E certo, secondo il mio avviso, noi non avremo le nostre quistioni poste che il caldo sarà, sanza che noi il sentiamo, passato, e il tempo utilmente con diletto sarà adoperato -. Piacque a tutti, e fra loro dissero: - Facciasi re -. E con unica voce tutti Ascalion, per che più che alcuno era attempato, in re eleggevano. A’ quali Ascalion rispose sé a tanto uficio essere insofficiente, però che più ne’ servigi di Marte che in quelli di Venere avea i suoi anni spesi; ma, se a tutti piacesse di rimettere in lui la elezione di tal re, egli si credea bene tanto conoscere avanti delle qualità di tutti, che egli il costituirebbe tale che vere risposte a tali dimande renderebbe. Consentirono allora tutti che in Ascalion fosse liberamente la elezione rimessa, poi che assumere in lui tale dignità non volea.