Libro quarto - Capitolo 72
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quarto - Capitolo 72 Giovanni Boccaccio1336
Libro quarto - Capitolo 72
Sonarono i lieti strumenti e l’aere pieno d’amorosi canti da tutte parti si sentiva, e niuna parte del giardino era sanza festa: nella quale quel giorno infino alla sua fine tutti lietamente dimorarono. Ma sopravenuta la notte, mostrando già la loro luce le stelle, alla donna e a tutti parve di partire tornando alla città. Alla quale pervenuti, Filocolo, partendosi da lei, così le disse: - Nobile Fiammetta, se gl’iddii mai mi concedessero ch’io fossi mio com’io sono d’altrui, sanza dubbio vostro incontanente sarei; ma per che mio non sono, ad altrui donare non mi posso: non per tanto quanto il misero cuore puote ricevere fuoco strano, di tanto per lo vostro valore si sente acceso, e sentirà sempre, ognora con più effetto disiderando di mai non mettere in oblio il vostro valore -. Assai fu Filocolo da lei ringraziato nel suo partire, aggiungendo che gl’iddii tosto in graziosa pace ponessero i suoi disii.