Libro quarto - Capitolo 97
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quarto - Capitolo 97 Giovanni Boccaccio1336
Libro quarto - Capitolo 97
Le parole in diversi ragionamenti tra costoro multiplicano, e il giorno se ne va: per che Filocolo, veggendo il sole che cercava l’occaso, li parve di partirsi, per che egli disse: - Signor mio, e’ mi si fa tardi d’essere alla città: però quando vi piaccia, con licenza vostra mi partirò -. Il castellano, che già della piacevolezza di Filocolo era preso, disse: - Cortese giovane, se non fosse che l’andare per queste parti di notte è per molte cagioni dubbioso, tu ceneresti meco questa sera; ma io ti priego che per amore di quella cosa che tu più ami, che domani tu torni a mangiare meco -. A cui Filocolo rispose: - Sire, per l’amore di voi, e per quello di colei da cui parte scongiurato m’avete, io non posso niuna cosa che in piacere vi sia, disdire; il comandamento vostro sarà fornito: rimanete adunque con la grazia degl’iddii -. - Gli iddii ad ogni tuo disio sempre siano favorevoli - rispose Sadoc. E Filocolo, salito a cavallo e da Sadoc partitosi, alla città in parte contento se ne tornò.