Libro quinto - Capitolo 42
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17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
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Filocolo - Libro quinto - Capitolo 42 Giovanni Boccaccio1336
Libro quinto - Capitolo 42
Queste cose fatte, Filocolo rimase in sollecitudine d’osservare le promesse cose, e co’ suoi compagni cavalca per la contrada salvatica, essaminando con gli occhi e con la mente qual luogo più alle nuove mura fosse atto, appresso del quale insieme andavano Fileno e Caleon simile cosa guardando. E avendo per lungo spazio attorniato il paese, Caleon disse a Fileno: - Perché Filocolo sopra questo poggio, dove questo cerreto dimora, non edifica la nuova terra? Niuno luogo ho veduto ancora in queste parti tanto atto a tal mestiero: questo tutta la contrada signoreggia, questo forte luogo e bello, questo d’acque abondevole, sì come molti piccioli rivi ne mostrano. Questo è quasi in mezzo tra l’una abitazione e l’altra de’ due popoli tornati uno. Niuno difetto è qui, per lo quale più tosto sia da cercare altro luogo. Elli ha similemente dalla orientale piaggia vicino il fiume ove fu la sconcia zuffa di costoro, e ’l mezzogiorno dà loro il veloce fiume chiamato Elsa. Io direi che questo fosse il migliore luogo che avere si potesse in questa parte -. Questo diviso piacque a Fileno, e parveli di dirlo a Filocolo. Le quali cose come Filocolo udì, così acconsentì al loro consiglio dicendo: - Veramente così è come voi dite, e qui per lo vostro consiglio fermeremo a’ villani la nuova terra -.