Gandino e il suo distretto/Capitolo VII

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Capitolo VII

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CAPITOLO VII.


Chiese ed antichi Conventi.


Fra i bellissimi templi, che i mortali e tutti i popoli del mondo innalzarono al culto di quel Dio, che ha per trono i celi e per passeggio la terra, siccome esprimesi il Deuteronomio, uno ne eresse a proprie spese la comunità di Gandino, nel 1455, col Jus patronato, che si può annoverare fra i migliori della provincia, come pure le terre, che per struttura, magnificenza, ricchezza, e lavoro, riesce ammirevole.

Entrandovi si conosce quanto può la mente dell’uomo dal cielo ispirata. Rapiscono la grandiosità e l’ardita architettura e la superba volta. Dessa che era già stata in avanti rinnovata e rabellita, fu nel 1654 con grande solennità consacrata dal Vescovo di Parma Carlo Nembrini, che trovavasi in Gandino sua patria. Raccontasi, che il maestoso disegno sia opera di certo Bettera di Peja stato mantenuto a Roma dalla famiglia Rotigni. Possiede dieci altari oltre il maggiore con colonne di fini marmi, statue e pitture. All’altare maggiore esiste un quadro di Benfatto Benfatti stimatissimo, e a quello della Cintura una testa di S. Agostino che rapisce. Ammiransi due organi tutti a rabeschi, ed un coro con fregi in legno dei celebri artisti Fantoni di Rovetta, con bellissimo pulpito di marmo. Possiede questa [p. 34 modifica]rinomata Chiesa molti sacri depositi, e preziose Reliquie di moltissimi Santi e i corpi dei Santi Valentino, Quirino e Flaviano martiri, S. Giusto, e il capo di S. Ponziano Papa. Le traslazioni delle sante Reliquie furono eseguite con grande solennità e pompa negli anni 1623, 1639, 1651, in un apposito altare da Gio. Pietro Nembrini, fatto erigere con la spesa di quattro mila scudi; altare che per ricchezza, e bellezza di marmi, rendesi ammirabile. Di ricchi e preziosi adobbi è fornita la tribuna dell’altare maggiore, e tutta d’argento e di gusto antico. Di infiniti vaghi lavori e di argentee piastre sono coperti i gradini di quell’altare, come pure il parapetto, che la meraviglia ridesta di chi li riguarda.

Un capo lavoro poi si è l’Ostensorio di finissimo argento del peso di libbre grosse dieciotto, alto braccia due circa di Bergamo, adorno di statue, e bassi rilievi fuse pure in argento; i vari ed intelligibili artisti che osservaronlo lo giudicarono d’impareggiabile e sommo valore. Di altri sacri e preziosi arredi fece doviziosa una tal chiesa la nobile famiglia Giovanelli, avendola regalata fra i molti di un parapetto tessuto di piccole infinite lamine d’oro, portante in mezzo lo stemma dell’Augusta Casa d’Austria. Una croce d’argento esiste pure di una estrema bellezza. Le balaustre del coro sono di bronzo di Corinto. Oltre la maggior chiesa vi sono quelle di santa Croce, S. Giuseppe, del Suffragio, S. Giacomo, e l’antica di S. Carlo con vari oratorj, fra i quali S. Gottardo e S. Rocco.

Tutte queste chiese sono ben fabbricate ed adorne di singolar pregi. [p. 35 modifica]

Gli antichissimi conventi di Monache dell’Ordine di S. Benedetto, e dei minori osservanti, esistettero, ed il primo, fino all’epoca della generale soppressione 1810.