[p. 24 modifica]MUSICA SACRA
Messa e Vesperi solenni appositamente
scritti per l’insigne Basilica di S. Gaudenzio di
Novara del maestro MAZZUCATO.
CARTEGGIO. «Verrò esponendole la sola
mia opinione, bene inteso, non già l’altrui della quale
io non mi pongo mallevadore: ed egualmente non guarentisco
clic della coscienza con cui dico il parer mio,
e non mai di quella che potrebbe avere alcun altro nell’esporre il proprio.
Dunque brevemente prendendo ad esame in un sol tratto
tutta la musica del |Mazzucato, e senza passare ad alcuna
rivista analitica delle diverse sue parti, dico che fu musica
dettata con istile severo e nobili forme, sparsa di
belle armonie, di nuove modulazioni e di maestosi canti,
e per questo appunto non poteva subito gradire alla maggior
parte. - La musica da Chiesa è a ben diverse condizioni
di quella da Teatro. In questo, ogni musica per
essere buona (a parte gli sconci provenienti dalla esecuzione)
deve piacere o tosto od in seguito. Se essa è
piana, facile, niente lontana dalle solite forme, sparsa
di un certo brio, musica non rubata propriamente,
ma di reminiscenze, non copiata ma neppure inventata,
piacerà (alla maggior parte, intendiamoci!, o
come dice l'Artista, al Pubblico) immantinenti senza
riserva alcuna. Se il Maestro invece volle e seppe
escire del comune, e scrivere novità di armonie e
di melodie, quantunque bello sia il suo lavoro, egli
non incontrerà il generale gradimento che a poco a poco,
e solo quando l’orecchio degli uditori cominci ad essere
educato e quasi incivilito a quella novità di modi, lo
lodo quel maestro che sa così economizzare la sorpresa
del pubblico, presentandogli un lavoro che ogni giorno
almeno in qualche parte riescagli nuovo e gradito. Ma
in chiesa, dove eseguita una Messa una, al più due
volte (e Dio sa come), tutto è finito; quale speranza
al maestro, che con piena coscienza fece un bel lavoro
di tutta novità, d’essere nè gustato nè inteso dalla pluralità
degli uditori, cioè da quella porzione che giudica
della abilità del maestro soltanto da ciò che essa ha
capito?
E così avvenne della nuova musica sacra del Mazzucato,
la quale dottamente scritta e sparsa di elette melodie
offre saggio di uno stile che ritrae assai del nuovo,
se pure, per darle un tipo, non vogliamo dirla della scuola
del grande Meyerbeer. Chi più chi meno, gli intelligenti
vi trovarono molte bellezze, secondo la maggior o minor
loro capacità di comprendere; ma la moltitudine, quella
che il Raibcrti chiamerebbe volgo degli orecchianti,
poco o nulla comprese».
Novara il 28, 4842.
— Lo Stabat Mater di Rossini, il 19 gennajo fu
per la seconda volta perfettamente eseguito al Teatro
italiano di Parigi da Tamburini, da Mario, dalla
Grisi e dall’Albertazzi. L’aria del primo soprano, quella
del basso ed il quartetto a voci sole fra generali acclamazioni
si dovettero replicare; ciò che sarebbe avvenuto
anche di tutti gli altri pezzi, se non avessero temuto
di affaticare di troppo gli esecutori, che gareggiarono
d’intelligenza e di talento per innalzarsi alla sublimità
del capolavoro a loro affidato. Il concorso non poteva
essere più numeroso. È da notarsi che ora nelle eleganti
società parigine si occupano più dello Stabat del
sommo compositore, che non delle magnifiche feste da
ballo dell’Opera e della sala Vivienne; e per tal modo
le sacre inspirazioni di Rossini trionfarono ben anco delle
abitudini carnovalesche.
In Milano si discorrono varj progetti riguardanti la
esecuzione del tanto decantato Stabat. Avranno poi effetto
ed ogni difficoltà verrà presto appianata? Noi lo
speriamo per l’onore musicale della nostra città e pel
vantaggio dell’arte.