Gazzetta Musicale di Milano, 1842/N. 6/Messa e Vesperi solenni appositamente scritti per l'insigne Basilica di S. Gaudenzio di Novara del maestro Mazzucato

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N. 6 - Messa e Vesperi solenni appositamente scritti per l'insigne Basilica di S. Gaudenzio di Novara del maestro Mazzucato
N. 6 - Notizie musicali N. 6 - Alcune nuove Opere per Pianoforte pubblicate dall'editore Ricordi

[p. 24 modifica]MUSICA SACRA Messa e Vesperi solenni appositamente scritti per l’insigne Basilica di S. Gaudenzio di Novara del maestro MAZZUCATO. CARTEGGIO. «Verrò esponendole la sola mia opinione, bene inteso, non già l’altrui della quale io non mi pongo mallevadore: ed egualmente non guarentisco clic della coscienza con cui dico il parer mio, e non mai di quella che potrebbe avere alcun altro nell’esporre il proprio. Dunque brevemente prendendo ad esame in un sol tratto tutta la musica del |Mazzucato, e senza passare ad alcuna rivista analitica delle diverse sue parti, dico che fu musica dettata con istile severo e nobili forme, sparsa di belle armonie, di nuove modulazioni e di maestosi canti, e per questo appunto non poteva subito gradire alla maggior parte. - La musica da Chiesa è a ben diverse condizioni di quella da Teatro. In questo, ogni musica per essere buona (a parte gli sconci provenienti dalla esecuzione) deve piacere o tosto od in seguito. Se essa è piana, facile, niente lontana dalle solite forme, sparsa di un certo brio, musica non rubata propriamente, ma di reminiscenze, non copiata ma neppure inventata, piacerà (alla maggior parte, intendiamoci!, o come dice l'Artista, al Pubblico) immantinenti senza riserva alcuna. Se il Maestro invece volle e seppe escire del comune, e scrivere novità di armonie e di melodie, quantunque bello sia il suo lavoro, egli non incontrerà il generale gradimento che a poco a poco, e solo quando l’orecchio degli uditori cominci ad essere educato e quasi incivilito a quella novità di modi, lo lodo quel maestro che sa così economizzare la sorpresa del pubblico, presentandogli un lavoro che ogni giorno almeno in qualche parte riescagli nuovo e gradito. Ma in chiesa, dove eseguita una Messa una, al più due volte (e Dio sa come), tutto è finito; quale speranza al maestro, che con piena coscienza fece un bel lavoro di tutta novità, d’essere nè gustato nè inteso dalla pluralità degli uditori, cioè da quella porzione che giudica della abilità del maestro soltanto da ciò che essa ha capito? E così avvenne della nuova musica sacra del Mazzucato, la quale dottamente scritta e sparsa di elette melodie offre saggio di uno stile che ritrae assai del nuovo, se pure, per darle un tipo, non vogliamo dirla della scuola del grande Meyerbeer. Chi più chi meno, gli intelligenti vi trovarono molte bellezze, secondo la maggior o minor loro capacità di comprendere; ma la moltitudine, quella che il Raibcrti chiamerebbe volgo degli orecchianti, poco o nulla comprese». Novara il 28, 4842. — Lo Stabat Mater di Rossini, il 19 gennajo fu per la seconda volta perfettamente eseguito al Teatro italiano di Parigi da Tamburini, da Mario, dalla Grisi e dall’Albertazzi. L’aria del primo soprano, quella del basso ed il quartetto a voci sole fra generali acclamazioni si dovettero replicare; ciò che sarebbe avvenuto anche di tutti gli altri pezzi, se non avessero temuto di affaticare di troppo gli esecutori, che gareggiarono d’intelligenza e di talento per innalzarsi alla sublimità del capolavoro a loro affidato. Il concorso non poteva essere più numeroso. È da notarsi che ora nelle eleganti società parigine si occupano più dello Stabat del sommo compositore, che non delle magnifiche feste da ballo dell’Opera e della sala Vivienne; e per tal modo le sacre inspirazioni di Rossini trionfarono ben anco delle abitudini carnovalesche. In Milano si discorrono varj progetti riguardanti la esecuzione del tanto decantato Stabat. Avranno poi effetto ed ogni difficoltà verrà presto appianata? Noi lo speriamo per l’onore musicale della nostra città e pel vantaggio dell’arte.