Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 12

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N. 12 - 24 marzo 1844

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N. 11 N. 13
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GAZZETTA MUSICALE

ANNO III.
N. 12

DOMENICA
24 marzo 1844.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


AVVERTIMENTO

— I signori Associati sono avvertiti che a questo foglio va unito il compimento del Catalogo destinato per la scelta dei pezzi che si danno gratis all’atto del pagamento dell’associazione o semestrale od annua, a tenore del manifesto pubblicato si unisce parimenti il pezzo N. 1 dell' Antologia classica musicale, anno III. che verrà dato a que' signori soscrittori ai quali piacerà avere la continuazione di questa interessante Raccolta.



SOMMARIO.

I. Varietà’. Cenni sul Liceo musicale di Bologna e sul Collegio reale di Napoli. - II. Miscellanea. III. Notizie musicali diverse. - IV. Pubblicazioni musicali.



VARIETÀ

Cenni sul Liceo musicale di Bologna e sul Collegio reale di musica di Napoli tratti da una lettera del signor Fétis.

(Continuazione, Vedi il N. 8).


Dopo questa spiegazione, compresi che ciò ch’io vedeva era la continuazione di tutto quello che si era fatto in tutti i tempi nei Conservatorii di Napoli, e per la prima volta credetti ali esattezza del racconto datoci dallo storico della musica, il dot. Burney, di una visita da lui fatta nel 1770 al Conservatorio di San-Onofrio. «Gli allievi, egli dice, studiavano in comune nei dormitorii. I loro letti, che sono nelle stesse sale, servivano per appostare i cembali e gli altri istromenti; dì trenta o quaranta allievi che studiavano nel dormitorio ove io era, non ne potei trovare che due i quali studiassero lo stesso pezzo. I violoncelli si esercitavano in un altro; gli istromenti da fiato in un terzo, all’eccezione dei corni e delle trombe che sono obbligati di suonare sullo scalone o nella soffitta della casa».

Lo svegliatolo è suonato a sei ore dalla campana della cappella, e i custodi dei dormitorii lo ripetono con un campanello nelle loro sale rispettive. Nel tempo che gli alunni si vestono, il prefetto intuona l'inno

Jam Lucis orto sidere. etc.


poiché hanno finito di vestirsi. ognuno delle camerate si rende alla cappella, e tutti gli alunni sentono la messa che vien detta dal vice-rettore o da alcuno dei prefetti. Le camere seno divise per ordine; così havvi la camera dei grandi, quella dei mezzani e quella dei piccoli. Dopo la messa gli alunni si danno allo studio sotto la direzione di alcuni fra di loro scelti fra i più abili, ai quali si da nome di maestrini, e sotto l'ispezione dei prefetti. Ricevono dai custodi i loro stromenti di musica, ed allora comincia lo charivari generale. Dopo due ore di studio, si distribuisce la celezione per la quale è accordata agli alunni una mezz’ora; dopo vanno a ricevere le lezioni dai maestri venuti dall'esterno, in classi apposite.

Quando escono da queste classi rimettono i loro istromenti insieme alla musica che loro fu confidata, agli inservienti, poi si riducono al refettorio pel pranzo, che viene seguito nella calda stagione, da due ore di riposo nei dormitorii sotto la sorveglianza dei prefetti. Svegliati poi col tocco di campana, gli alunni ritornano allo studio collo stesso ordine del mattino, poi si divertono nei corritoj e nel cortile. In seguito riuniti alla cappella per la preghiera della sera e la benedizione, non ne escono che pur tornare nel refettorio. La giornata distribuita con quest'ordine non viene ad essere interrotta, se non quando havvi ripetizione. concerto o funzioni, voglio dire, offizio in musica in qualche chiesa, oppure servizio del Conservatorio comandalo dall'amministrazione per certe feste e cerimonie.

Ouesti servigi, sempre gratuiti, e troppo frequenti, disturbano gli studii, e affaticano gli allievi. Non avvi solennità per monacazione, non feste in casa di alti personaggi di corte, in cui non si chiegga la musica eseguita dagli alunni. I rapporti dei membri della commissione amministrativa con questi alti personaggi li obbligano a cedere a dimande rinnovate dì frequente, ed il danno che ne risulta per il ben essere e il progresso degli allievi è la cosa di cui si occupano il meno. Il Direttore della musica non viene mai interpretato su tale proposito.

Fino a questo punto non ci siamo accorti dell'azione di questo direttore nel Conservatorio; la è sempre la commissione amministrativa quella che regola, sono sempre il rettore, il vice-rettore, i prefetti quei che imprimono il movimento. E per verità il male sta tutto in ciò. Sta in ciò il segreto dello stato di prostrazione in cui l'arte è caduta in un paese tanto favorito dalla natura e dal genio de' suoi abitanti, in una scuola che, colle sue immense risorse, potrebbe dare cosi bei risultati.

Nel regolamento del Conservatorio di Napoli, tutto è stato previsto, tutto, fuori l'essenziale, la direzione attiva, intelligente, artistica.

Il tempo vi è distribuito in maniera simmetrica, si fa tutto con regolarità ma il principio vivificante, l'impulso, che non può emergere che da chi, con un anima forte, sia dotato di esteso sapere, e di consumata esperienza, questo principio, dico, questo impulso mancano, e con loro ogni mezzo di riuscita. Con un uomo mancante di tutto ciò che può costituire un buon direttore di scuola, come lo era Zingarelli, una simile organizzazione poteva benissimo essere senza inconvenienti; ma essa paralizza il valore personale di un artista tanto felicemente dotato come un Mercadante. Non solamente non è a lui conceduto il prendere veruna risoluzione relativamente all'amministrazione della scuola, ma lo stesso sistema di studio, benché ei lo riconosca vizioso, per essere stato egli pure alunno di questo conservatorio, non potrebbe cambiarlo di sua autorità; perché, se questo sistema fosse ciò ch’egli dovrebbe essere, le funzioni di tutti i prefetti e d’un gran numero d'impiegali che sono a carico del budget dello stabilimento, cesserebbero immediatamente. E tale la nullità amministrativa cui è condannato Mercadante, che uno de’ suoi amici ebbemi a dire ch'egli abbisognando di fare contornare la tavola che gli serve di scrittojo, d'una sponda per ritenere le sue carte, non potè ottenerla che col presentare all'amministrazione una dimanda in iscritto. L’azione impellente di Mercadante non si manifesta se non se quando l’orchestra e il coro degli alunni sono riuniti per gli studii d'insieme sotto la sua direzione. Solo in questa circostanza l'artista figura nel pieno suo valore; ispira un sentimento di confidenza, e di rispetto a tutta questa gioventù che si sente da lui animata e vivificata. Là sta la vera direzione del Conservatorio, quella che porta frutti, e raggiunge lo scopo dell'istituzione. Un anno era appena trascorso dopo la nomina di Mercadante, e già ogni cosa sotto questo rapporto aveva [p. 48 modifica]cambiato, e per la prima volta si udiva a Napoli della musica eseguita a perfezione, nel suo vero sentimento e con tutte le necessarie mezzetinte. L’incuria, l’incapacità dell’amministrazione è grande quanto mai può credersi. Una riforma radicale nellorganizzazione e nel sistema degli studi! è indispensabile-, ma essa è tanto poco in istato di eseguirla come di comprenderne la necessità. Dapprima abbisognerebbe eh ella rinunciasse una parte delle sui* attribuzioni a profitto del potere del direttore di musica, ciò eh essa non farà certamente. Ho di ciò parlato qualche volta con Mercadante, il quale, come colui che conosce il paese e 1 inutilità degli sforzi elici potrebbe fare, contentossi di sospirare e tacere. - Ma perchè mai, diss io ad un artista di cui tacerò il nome, per non comprometterlo. perchè si è affidata tutta questa amministrazione a degli amatori mancanti d esperienza? - Voi v ingannate, risposero! non sono nemmen amatori; perchè ove si vedessero spogliati del potere di cui sono cotanto gelosi, impiegherebbero tutta la loro influenza a nuocere a questo medesimo Conservatorio che oggi mostrano proteggere. E per essi ciò non sarebbe difficile, perchè il re non ama la musica, nè tampoco il Conservatorio. Su di ciò egli si è già abbastanza spiegalo, dicendo die potrebbe convertire in una buona caserma il fabbricato di questa scuola, e la rendita di essa gli basterebbe a vestire due reggimenti. Nei vostri paesi costituzionali non sarebbero possibili simili atti di autorità- ma qui, nemmeno una voce s’alzerebbe per lamentare la perdita del Conservatorio. Il personale dei maestri è composto nel Conservatorio di Napoli nella maniera seguente: 4. Direttore generale di Musica, Saperlo Mercadahte. 2. Direttore di Canto, Gerolamo Crescentini. 5. Professore di Contrappunto, Francesco Buggi. 4. Professore d’Armonia e di Accompagnamento, Giacomo Cordella. 5. Professore risi. 6. Professore marosa. 7: Professore Busti. 8. Professore citelli e Onorio 9. Professore d Armonia. Gennaro Padi Solfeggio, Paolo Cidi Canio. Alessandro di Violino, Antonio Giade Iito. di Violoncello, Gaetano Ciandelli e Antonio Panzetta. 40. Professore di Clarinetto. Ferdinando Sebastiani. 14. Professore di Flauto, Pasquale Buongiorno. 42. Professore di Oboe. Felice Ferrazzano. lo. Professore di Fagotto. Pietro Zoboli. 44. Professore di Cembalo, Francesco Lanza. 4 5. Professore di Arpa. Filippo Scotti. A questi maestri sono aggiunti un professore di filosofia, un maestro di lingua francese, uno di lingua latina, ed uno di declamazione. La scuola degli alunni esteri ha dei maeÒ stri particolari che sono Casella, per il C f cembalo, e l’accompagnamenlo^ Polidoro, per il canto} Loveril per gli stremanti a Buonomo^ per gli istroinenti da Estevan^ per le belle lettere. corde } fiato e Non ho nulla da aggiugnere a ciò che dissi di Mercadante. Rispetto a Crescentini, fu senza dubbio un gran cantante e un eccellente professore, olire a ciò egli è un uomo molto buono ed amabile:y ma arrivalo a un’età avanzata. cidi non ha che un impiego senza incombenze nel suo posto di direttore di canto. Buggi. professore di contrappunto, è egli pure mollo vecchio^ ebbe buone tradizioni di scuola: ma un giovine professore che conobbi a Napoli, dissemi ch’egli non ha nè metodo, nè ragionamento. Cordella, che insegna 1 armonia e facCompagnamento, era un antico compositore drammatico, ora in età di 56 anni, che ebbe qualche successo al teatro, fra gli altri nello Scambio, e nel Ciarlatano, opere buffe rappresentale a Milano nel 1806. Allievo di Fenaroli. segue nell insegnamento il metodo del suo maestro. Il professore di solfeggio, Paolo Cimarosa, è, credo, un figlio del celebre compositore. Il sig. Busti, professore di canto, è un giovine artista di talento che farebbe senza dubbio buoni scolari, se nella sua scuola vi fossero voci; benché ciò possa sembrare un paradosso nei nostri freddi climi, avvi molto meno voci sotto il cielo di Napoli che nei climi temperati del mezzogiorno della Francia. Un sole troppo ardente pare dissecchi I’ organo della voce. Molte volte sentii Mercadante lamentarsi di questa mancanza di voci al Conservatorio. e il sig. Busti, col quale parlai a questo proposito, dissemi pure ch’egli non vedeva speranza di ottenere fra i suoi allievi buoni cantanti drammatici. Il sig. Lanza professore di cembalo, appartiene a una famiglia d artisti, di cui il talento è ereditario. Il sig. Sebastiani si è dato a conoscere a Parigi in alcuni concerti, nel 48’27. Il merito degli altri maestri mi è sconosciuto. Se le persone che compongono il corpo d insegnamento del Conservatorio di Napoli non sono tutte d’egual forza, sarebbe possibilissimo fare delle riforme, e ravvivare il sentimento artistico nella scuola-, non ci vorrebbe per questo che lasciare a Mercadante maggior potere. o piuttosto abbandonare a lui l’intiera direzione di tutto ciò che riguarda l’arte, cominciando dagli studi! elementari! fino alla produzione del1 artista laureato. Non sono senza dubbio diseredati i Napoletani del genio musicale che produsse fra loro tanti sommi talenti nel corso del secolo decimottavo. Ho molte volle incontrato fra gli allievi che passeggiavano nei lunghi corritoi del vasto fabbricato di S. Pietro in Majella, occhi di fuoco, indizio di un’anima ardente, e fronti spaziose indizio di forte e attiva intelligenza^ niun dubbio che in essi non vi fosse il germe del talento; per farlo fruttare, non vi manca che l’impulso, e questo non può esser dato che da un artista sommo. Un gran vantaggio di cui godono i giovani compositori del Conservatorio di Napoli, si è che le loro messe sono eseguile nelle chiese di questa città, e che le loro opere di prova sono rappresentate dai loro compagni sul piccolo teatro della scuola-, ne risulta che colla propria esperienza s’instruiscono nella pratica dell’arte di scrivere, prima di abbandonare le loro produzioni alla critica del pubblico. E un miglioramento che dovrebbe essere introdotto nel regime del Conservatorio di Parigi. Per lo straniero che visiti il Conservatorio di Napoli la biblioteca musicale di questo stabilimento è di un grande iuteresse. E stata per assai tempo affidata alle cure di Sigismondi. vecchio suonatore, morto nel 1826, all elà di novanlaquattro anni. Era in quel tempo inaccessibile al pubblico, ed in tanto disordine, che il bibliotecario stesso sarebbe stato imbarazzato per trovarvi alcuna cosa. Dopo lui, il sig. Fiorimo. condiscepolo di Bellini e suo amico. venne incaricalo di porre in ordine questo deposito, affinchè gli allievi ne potessero cavare qualche profitto. Pieno d’amore e di zelo per la sua biblioteca, il sig. Florimo si è senza interruzione occupato delf opera a lui affidala, ed ora la biblioteca si trova in un ordine perfetto. Uomo amabile e di buonissime maniere, il bibliotecario accoglie gentilmente i forestieri. e si dà premura di comunicar loro lutto ciò che desiderano. Non si può dissimulare che le rivoluzioni di cui Napoli è stala testimonio negli ultimi anni del secolo XVIII e al cominciare del XIX sono state fatali alle collezioni degli antichi conservatori! di cui s è composta la biblioteca della scuola attuale. Ebbero luogo molti spogliamenti di manoscritti originali e preziosi. Da quel tempo se ne poterono ricuperare alcuni, e in questi ultimi anni il sig Fiorimo vi fece rientrare quarantaquattro spalliti originali delle opere di Picini. Questa collezione è tutta composta di musica pratica, e sopra tulio di sparliti d’opere italiane, nel numero di otto mila, ben legati ed in buon ordine. Si trovano fra i manoscritti originali rimarchevoli, oltre i lavori di Picini di cui ho già parlato, la più parte delle opere di Paesiello, e tutti i lavori di Zingarelli. Non essendo ammessa al Conservatorio di S. Pietro in Majella nessuna donna, è stata formata una scuola di musica speciale per esse, vicino alla Chiesa della Frinita maggiore. Le allieve sono in numero di ventiquattro. Vi si trova qualche bella voce. Il sig. Busti è professore di canto anche di questa scuola. Fetis Padre. Direttore del Conservatorio di Bruxelles. La scorsa Domenica da sessanta a settanta de’ migliori nostri professori istrumentali e vocali erano chiamali nell’appartamento del signor Conte Giulio Lilla ad eseguire una composizione sacra, un De Profundis del dello Nobile dilettante. Questo bel componimento, il primo che il nobilissimo Autore si esperimento a tentare nel genere ecclesiastico, è cosa sotto ogni rapporto pregevolissima. - Il Salmo dividesi in quattro numeri 0 pezzi. Il primo è basato, se la memoria non ne tradisce, sul solo primo versetto. Dopo un mesto e tranquillo ritornello dell" orchestra in sol minore, il coro v’intuona le prime parole, le, quali vengono tratto trailo alternate da qualche breve solo di tenore. La chiusa di questo primo pezzo, proposta dalla voce sola del tenore cilato e ripetuta in massa armonica dal coro, è larga e nuova; e conchiude maestosamente questa introduzione, cui si potrebbe apporre il lieve difetto d’esser presa forse con forme troppo ampie, qualora la si voglia misurare cogli altri tre seguenti numeri. - L’aria per tenore in la bemolle cd a sestupla che vi succede poggia su d’una melodia delicatissima quanto mai. I sordini mollo a proposito adoperali negli strumenti d’arco vi improntano una affettuosa mestizia. Avrebbesi però potuto impiegare ne’, violini qualche suono più acuto. Il sorciino nelle note alle rimane più caratterizzato. - L’aria seguente delì basso contiene un buon tratto a foggia di crescendo in la maggiore, cui maggior effetto danno cori. L’idea manca tuttavia, ne sembra, di tutta la O [p. 49 modifica]medesimi uditori che applaudirono alle sinfonie di Don Giovanni e del Plauto Magico avrebbero senz’ombra di dubbio pur compresa ed applaudita anche quella della Linda, e che quegli slessi suonatori che ci elettrizzano colla sinfonia del Guglielmo Teli avrebbero saputo affrontare c vincere le difficoltà di quella di Donizelli. Ma noi non vogliamo qui neppur far cadere la colpa sull egregio maestro. A questo suo ordine o consiglio egli può addurre una valida scusa; ed è, che essendo egli a cognizione che nel rinovamento dcl1 Impresa ebbervi de’ sensibili cangiamenti nel personale dell’orchestra, non poteva sapere se colali cangiamenti fossero avvenuti in bene o in male: da ciò una diffidenza, perdonabilissima in un compositore. Toccava, ripetiamo per l’ultima volta, a noi a reagire, ed a far vedere coi fatti che le forze non mancano per l’esecuzione di qualsiasi musica istrumenlale. Preghiamo dunque olii ha avutala somma e straordinaria compiacenza di leggerci una volta per sempre, a non volerci apporre cose che non abbiamo nè mai delle, nè sognale: aggiungendo il consiglio a questa slessa persona di non volere ncmmanco, come prima notammo, smentire sè stessa per (’smentire gli altri. Allora non succederebbero certe piccole ma alquanto strane contraddizioncelle, e non si leggerebbe a foggia d’esempio nel N. 7’1 del Pirata, Pag. 287 parlando dc’nuovi pezzi della Linda,le seguenti parole:pezzi, già s’intende,mandati dallo stesso Doilizelli, per poi stampare nel N. 71, pag. 29’i (Polemica a vapore) rii) che segue: Riguardo agli altri pezzi (che. sono i suindicati), ci permeila (il sig. Alberto) d’osservare di non aver noi mai stampato che Donizelli li mandasse ere. ere. Nè succederebbe, come pure si diceva, che s’inventassero di pianta fatti erronei, com’è quello di asserire che la ’sinfonia (della Linda) non venne eseguila a Parigi. - L’egregissimo signor Begli fu questa volta assai male informalo, perchè noi lo assicuriamo che questo pezzo venne assolutamente eseguilo a quel Teatro Italiano, ed abbiamo presentissima alla memoria |a relazione che ne davano tutti i giornali francesi, compresavi quella più dettagliata del sig. Delécluze sul Débats. E del sig. Delécluze medesimo abbiamo sol t’occhio un bell’articolo intorno al Corrado dei nostro bravissimo Federico Ricci. E un articolo, che vale ad elogio del compositore ben più che lutti gli altri che abbiamo passali in rivista. Da quel cenno si ricava ancora che. i pezzi aggiunti o innovati dal Ricci sono ben selle od olio (I), c che son quelli che anche hanno piaciuto di più. Filmisi fra i nuovi e lodai issimi una Polacca della Grisù un Brindisi di Mario, de’ briosi couplets della Brambilla, un magnifico terzetto tra la Grisi, la Brambilla e Ronconi, c un’aria di quest’ultimo. L’articolista francese dà al Ricci, oltre alla soavità del canto ed alla sicurezza dello strumentale, lode mollissima anche al bell’impiego che fece della voce di contrailo, la (piale da tanto tempo obbliata, riuscì la ben accolla massime ne’pezzi d’assieme.- Allreltanto non dice perii il sig. Delécluze in favore del libretto, tacciandolo di troppa esagerazione nelle passioni de’ singoli personaggi, a danno, dice egli, della musica, la (piale diventa necessariamente troppo bruyante. Seguiamo un po’il critico francese nella conclusione del suo articolo, u Nella partizione di Ricci, egli così scrive,» v’hanno moltissimi pezzi trattati accuratamente c h con delicatezza: ma ciò che nuoce alquanto al loro a effetto si è f uso degli unisoni troppo frequenteii mente ripetuti, ed in secondo luogo lo strepilo dei h pezzi d’assieme, nei quali i personaggi trovansi agiti tali da passioni eccessive, disordinale c fuor di nati tura, come si ama a presentarli nei melodrammi a del genere di Corrado d’Altamura. Tulio questo ti apparecchio di sentimenti falsi trascina il compositi tore ad esagerare gli effetti d’armonia, a far mugli gire gli strumenti di metallo, rollare i timpani c a gridare i cantanti n. Conveniamo interamente coll’egregio critico (noi stessi pure abbiamo le tante volle toccata qucsla proposizione), che i compositori d’oggidì esagerino gli effetti d’armonia, facciano muggir gli stromenti e gridare i cantanti: ma non sapseverità dovuta ad una sacra preghiera. - L’ultimo minierò componesi di un breve dialogo fra il tenore c il basso concertanti, susseguilo da un coro a voci sole, dove le parti vi si contrappuntano spontanee c correttissime, quantunque forzatamente troppo strette c troppo gravi: diciamo forzatamente, poiché in questa composizione l’Aulore non fece uso delle voci bianchi-, grave mancanza, che toglie le migliori risorse per la varietà degli effetti. L’orchestra si rappiglia alle voci con un breve, fortissimo, ma assai concludente. Quest’ultima idea potrebbe ricordare un poco Bulimia chiusa dello Stabal di Rossini. Ciò dipende in parte anche dalla coincidenza del tuono. - Infatti egli è questo nel suo totale un componimento, dove la parola vi è servila a perfe-. zinne, e dove il colorito è uno, ed assai proprio alla j gravità che nello stile ecclesiastico si esigi’. - Sarebbe desiderabile che potesse eseguirsi in qualche gran tempio. - L’effetto ne ricscirebbc indubitabile. La Scala sta chiudendo, c per lungo tempo questa volta, Î suoi battenti. L’Impresa ha fatto miracoli di j attività. Riteniamo che dappoiché c’è mondo, nessun teatro d’Italia abbia montato, come alla Scala s’c fatto I in questa stagione, nove sparlili (1) c selle balli. Anche ne.’grandi teatri oltramontani, ne’quali avvi pronto continuamente un così dello repertorio, è raro vedervi tanta varietà di spettacoli. E bensì vero che. la fretta può influire dannosamente tal fiala sull’esecuzione, ma l’abilità unita al buon volere de’ nostri professori sa vincere ogni ostacolo, e di ciò ne abbiamo spessissime ’ prove. Sì: è assolutamente il solo buon volere che manca alcune volte: poiché, animalo che sia l’artista italiano di emulazione, odi puntiglio, lo vedrete vincere Ire volte più presto che qualunque altro qualsiasi difficolta. Eccone un recentissimo esempio nella Linda. Di quest’opera non s’è fatta dall’orchestra, eccettuata la r/enerale, che una sola prova. Ebbene: non diremo adesso che F esecuzione della prima sera sia stala per ogni rapporto impuntabile, ma è bensì vero che molti altri spartiti più facili assai, e che si provarono le cinque e le dicci volle, non ebbero l’assieme e i chiaroscuri; di questo. Che il Cielo ne guardi adesso dall’inferire I da ciò esser migliore il costume di far poche prove pini-; tosto che molte: ma vogliamo semplicemente dimostrare che, se a quc’spartiti che esigono molte ripetizioni ed alle I quali viene anche concesso il tempo necessario, si desse, appunto tutto quell’impegno, quel puntiglio, come prima l’abbiamo chiamalo, che si pone talvolta nelle esecuzioni a vapore, non avremmo a notare or (pia or la alcune macchie indecorose pc’nostri bravissimi esecutori. Ed a proposito ancora della Linda, ed a proposito di chi ci fc l’onore, quantunque una volta (ahi Î noi meschini! una sola volta} per sempre, di abbassarsi fino a noi per accordarci udienza, e che affettuosamente e confidenzialmente per nome appellandoci ne parla di indigestioni c di al1 re simili cose, ci faremo noi pure una volta per sempre arditi a soggiungere, । che.... il Galateo del Gioja è pur ancora un bellissimo libro c.... che, allorquando si vuole apporre ad altrui degli errori, si comincia dal non farne essi medesimi, e dal non inventare gratuitamente fatti imaginarj, ponendo più d’attenzione a non correre il rischio di smentire sé stessi nell’atto di volere smentire gli altri. - E quando mai abbiamo noi negato che il celebre compositore della Linda abbia invialo a qualche suo intimo amico ordini e prescrizioni ( che saranno invece stati semplici consigli ) perchè la sua bellissima sinfonia non si eseguisca a Milano? L’unica cosa che abbiamo voluto osservare, e che ripetiamo e dilucidiamo anche maggiormente a scanso di qualunque equivoco, si è che, se l’illustre maestro ha mandato un cosifalto consiglio, questo consiglio non poteva non offendere un pocolino l’amor proprio o del pubblico milanese o de’ milanesi suonatori, c forse, come allora avemmo a notare, sì quello dell’uno che degli altri, sembrando tale consiglio tacitamente accusare il primo di non sufficiente intelligenza musicale per apprezzare una musica lavorala, ed i secondi di non bastante perizia ad eseguirla. Dati i (piali due casi, si avrebbero, a vero dire, le migliori ragioni per rispondere che (pici (1) Compresovi il Nabucodonosor, del quale è imi minente la produzione a profitto del Pio Istituto TeaI Itale. (I) Questi pezzi verranno quanto prima pubblicali dal Ricordi. piamo col signor Delécluze dare la colpa di ciò unicamente ai poeti degli odierni melodrammi, scusando i compositori di musica, come trascinali a queste condannale esagerazioni dalla falsa via tenuta dai librettisti, Noi vediamo invece il male (piasi unicamente nei compositori di musica. Perche, venendo al caso particolare, (piali mai sono queste passioni esagerate, false, antinaturali, che il critico francese scorge, nel melodramma di Corrado d’Alta mura? e lo sieno anelli’, son esse più false ed esagerate di quelle che trovansi nei libretti della Semiramide, del.l/o.vè, della Zelmira, dell Otello, di questo medesimo Otello, del «piale il signor Delécluze si esprime nello stesso articolo in questo modo: ce bel ouvrage, ou l’expression des sentiments est rendue arec tant de vérité, et ou les artistes peuvent produire de l’effet en chaulant, seulement? A parle adesso confronto di soggetto o di merito m;’ due. libretti, ma è d’uopo convenire che le passioni de’personaggi del Cornalo d’Altamura non sono per certo meno forti (o esagerate, se così si vogliono chiamare, che a noi perii non sembrano esagerate, in nessuno de citali drammi) di quelle che animano ogni singolo personaggio del dramma di Otello. Non crediamo di errare, asserendo anzi che in quest’ultimo tulle le tinte sono vieppiù edile, i caratteri pili tragici, le. passioni più concitate. Dimodoché, se andassimo per legge di proporzione, nell’Otello si dovrebbe gridare al doppio. Eppure egli è in quest’opera che il critico francese osserva, c rettamente osserva, che i cantanti peuvent produire de l’effet en chantant seulement. Noi non diremo che in parecchi de’moderni libretti i caratteri e le passioni non siano spesso e troppo continuamente spinte ed anche fuori di natura, ma fa d’uopo pur confessare la dura verità che se. il poeta esagera in giornata come dieci, il maestro trascende come cento. Car on chante bien, prosegue, il signor Delécluze, au théâtre-italien, quand, la. musique permet que l on chante; mais depuis plusieurs années on y crie pendant le quart de la représentation des opéras nouveaux, par la faute des compositeurs qui se croient obligés de faire du bruit pour é’rp dramatiques. Ed ecco là il grosso e reale malanno: faire du bruit pour être dramatiques. Dipingete pure gli affetti e. le passioni in tutto il loro sfogo, quali il soggetto le richiede; siate pure, qualora qualche situazione del dramma lo esiga, anche declamali’, fate, per così dire, che I attore parli in qualche rara occasione piuttosto che cantare, ma non lo fate gridare. E se anche qualche rarissimo caso esige lo slancio del grido, fa egli poi d’uopo che questo grido sia accompagnalo dal muggito de’ metallici stromenti, dal rombare de (impani c dai cannoneggiamenti delle grancasse? Il grido che vorrete affidare al vostro cantante riescirà ben più apprezzato, scenderà più dritto al cuore, sarà più vero c sentito, se nulla lo sturberà, se nulla verra a tome l’unità di (’(Tetto. Cosa dirà poi il signor Delécluze, già a quest’ora lutto spaventato, perchè da qualche anno al teatro italiano di Parigi allorché si montano delle opere moderne vi si grida per un quarto della rappresentazione; cosa dirà, soggiungiamo, allorquando verranno a visitare quelle, scene i nostri ultimissimi capolavori, nei (piali non per un quarto della rappresentazione, ma bensì per tutti i quattro quarti c se fosse possibile ancor più, si grida, si strilla, si urla? - Poiché giova osservare che il C.orrado d’Altamura è ancora una delle più umane, delle, più tranquille e moderate, insomma delle più cantabili fra le partizioni della scuola italiana moderna. (Si continuerà). Albehto Mazzucato. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — A Lipsia fu pubblicato: Piaggio musicale in Germania- Lettere di Ettore Berlioz, a’ suoi amici in Parigi, traduzione dal francese. — A Lipsia nello scorso anno furono date 35 opere, delle (piali 7 in lingua italiana, 4 per la prima volta, ed una soltanto studiata. (Dal Segnale di Lipsia). — Il magazzino musicale di Esslingcr in Berlino annunzia un gratuito abbonamento, il di cui prospetto si dispensa gratis. Non si può pretendere di più. Idem. [p. 50 modifica]— Fra gli Mirisi di diverto contenuto leggesi in una gazzetta di Berlino: Chi desidera imparare profondamente la lingua francese ed inglese colle loro finezze, si affretti recarsi aW Mccademia di (’unto- Idem. — La gran festa musicale inglese avrà luogo quest’anno in Oxford e nel mese di giugno. e prese la direzione Sir Henry Bishop. <G. di. di Lipsia.) — Dreyschock ha dedicalo l’incasso di fiorini -2-28. 53 c. di un concerto da lui dato ili Darmstadt, ai tedeschi ritornali dalla Grecia in povertà. (Idem) — Ai 17 fehbrajo ebbe luogo in Amburgo una pubblica prova degli allievi dell’istituto dei ciechi, che era in particolar modo interessante riguardo alla musica. Gli allievi eseguirono assai bene diversi Canti e pezzi stromcntali; il premio nello studio del pianoforte toccò anche questa volta alla già nota Paolina Bruns, cioè nelle variazioni di Herz sopra un tema del Guglielmo Teli. (Idem) — Il foglio Gesellschaftcr di Berlino annunzia: Un Enrico Eben ha rimpiazzalo, (piai degno successore, Giisikovv di fama europea nella difficile carriera musicale. Egli suona con bastoncelli di legno le più difficili composizioni di Auber, Donizelti, Bellini ed altri etti cd ini con rara maestria, c suona attualmente coi suoi bastoncelli alle spiagge del Alar Baltico. E sempre meglio sul legno un buon virtuoso, che su un buon istromenlo un virtuoso di legno. (.Segnale di Lipsia) — Lipsia. Ai 29 febbrajo p. p. ebbe luogo il concerto annuale a vantaggio dei poveri, in cui si esegui iOratorio «La distruzione di Gerusalemme» di Ferdinando lliller. - La Gazzetta Musicale di Lipsia, dopo aver parlalo del merito dell’esecuzione, dice che l’opera contiene del bello, specialmente nei cori. Vi si trova quasi dappertutto cognizione e buon lavoro, c se quest’Oratorio non puossi chiamare una delle migliori opere, è nondimeno un’opera assai pregevole, e offre agli intelligenti più interesse di altre produzioni dollar le che fanno gran mostra, ma che cadono ben tosto in dimenticanza. (G. di. di Lipsia.) — «La Cambiale.» Opera comica di Carlo Stein, attore dell’1. IL Corte di Vienna, è destinata per la rappresentazione a Berlino. (G. di. di Tlèpna). — In Francoforte si pubblica un nuovo libro di melodie pel popolo, consistente in una raccolta di 58 canti originali a due e a tre voci, di Cramer, Esser. Gollmik, Guhr, Ilaupt, Ailler, Kieutzer, Verabeau, Laelmer, Mangold, Aeeb, Iliedcrhof. Rudersdorf, Schàdel, Scbuyder di Wartensee, Spevcr, Stinbiihler, unitamente a dieci canti vecchi c venti canoni a più voci raccolti e pubblicati da Gollmik. A ciascuno dev’essere caro, che compositori di fama non si vergognino a dedicare i loro talenti all’istruzione del canto dei fanciulli. Ogni fascicolo comincia con vecchi buoni canti di Heichard, Andre, Hummcl, Mozart ed altri, e finisce con canoni. L’opera è tenuta con conveniente progressione nelle noie. Le poesie sono raccolte dall’editore e cantano Dio. la natura, la patria, i genitori, il cantico e i più nobili sentimenti dell’uomo. Idem. — Un ampolloso critico chiama il violinista Paganini • un pezzo di Dio • e Ole-Bull «un pezzo di Tuganini • (Noi andiamo più avanti, e chiamiamo questo critico «un pezzo di Ole-Bull» essendo il sig. OleBull, come è noto, più ciarlatano che violinista). Idem. — Lunedì ora passato, in casa della baronessa di (’.appello il signor Piatti che si è posto, nei suoi débuts a Parigi, nel primo rango dei violoncellisti, ha suonalo un a solo distia composizione in maniera da giustificare la bella riputazione che lo aveva fra noi preceduto. Esegui in seguito col sig. Panofka un duetto di violoncello e violino sulla romanza del Don Sébastien, che ottenne una triplice salva d’applausi. (Fogli Parigini). — Oer.ii. (Ungheria). Si rappresentò un’opera nuova: i Briganti, libretto tolto da Schiller; la musica, di Loeschenger non ottenne vermi successo. — Riga. Bramant, Opera nuova del sig. Pauwitz, è stala rappresentata con successo. — Stokoi.via. Si sono ultimamente scoperte due canzoni d’amare composte nel 1(516 del gran re Gustavo Adolfo. — Si è data adlnspruk una nuova Opera intitolata I minatori del sig. Ilamm; alcuni pezzi vennero favorevolmente accolti; ma nel tutto insieme è mi pasticcio di reminiscenze dei più grandi maestri Francesi e Tedeschi. (Fogli parigini). — Filippo Galli ha dato ultimamente a Parigi un’accademia a suo beneficio, «all’eccezione di un picco! numero di pezzi (così dice la France Musicale) tutte le insipide nullità della scuola moderna occuparono nel programma il posto dovuto alle Opere pure e conscienziosc degli antichi maestri. Ma poiché Galli, veterano distinto della scuola italiana, aveva radunalo intorno a se i suoi illusili camerata per offrire al pubblico il suo concerto annuo, così esso pubblico volle mostrarsi lusingalo da questa attenzione, e colse con premura l’occasione di attestare al beneficiato in ragione, di dieci franchi per lesta, l’interesse che non mancheranno mai d’inspirargli le riputazioni lealmente acquistate. • La France Musicale non può nascondere una piccola soddisfazione che i primi onori di quest’accademia interamente italiana siano toccali ad mi artista francese, il sig. Barroilhel. La Grisi, Ronconi, Salvi, Mario e Morelli ricevei lem a loro volta gli applausi dell’assemblea. «Madamigella Brambilla, prosegue la France Musicale. merita una menzione speciale pel modo delizioso col (piale eseguì la bellissima ballata di Maria de Ilohan. Se, come piace affermare a taluni, il metodo di canto italiano, corresse veramente rischio di cadere in oblìo, questa dotta cantante basterebbe da sola a trasmetterne le tradizioni più pure. - Lablache cantò il famoso duello dell’Elisa e Claudio con incomparabile estro comico. «Perche, esclama il già citalo giornale, non possiamo fondere in bronzo, per eternarli, tutti i saggi di questo grande artista? • NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELL* I. II. STABILIMENTO NAZIoNAI.E PRIV1LEG. di GIOVANNI RH ORDÌ SUB L PERA LI CIIFZLi BORGIA PAR; 16004 Dp 5H Fr. 5 — W mUìLILMWlB SCR UN MOTIF DE L OPERA ©SQ «BOTM DE DONIZETTI //<>««r Piano PAH 16071 Fr. 3 — Le Oonpix ïïâüDDia MB O IPQûîW) P A H S. THALBERG | 16001 Fr. 1 25 Bfffl METODO III CASTO DI FR, F LOR.I MO JPwrfe III e il ultima contenente 24 Solfeggi ■15057 Fr. 15 — Le prime due parti sono già pubblicate. «uhm runum SUR DON JUAN de MOZART jpotor Piano pah ciò quatre parties pour Piano et Violon COMPOSÉE PAR & wsawsow® 15732 Op. 1-2. Fr. 12 — MÀRCIA CIRCASSA TRATTA DAI.l’oPEHA KESSEAN E El DMIEEA Di GEINKA eoniì»osta per Pianoforte DA 15999 Fr. 3 Ti POLONAISE BRILLANTE composée Piano PA H 1ÎV35 Op. -21. Fr. 3 50 jiomf rtatM SUR DES MOTU S DE LOPÉllA RCSSIàAN ET ECDMIULAdeGLINKA COMPOSÉ PAR CH. YOLL’TTZILLEB. exécuté à non Concert d’Adieu de Si. Pelcrsboury PAR FH, FIS3T 11.646 Fr. 4 — SIX PETITS AIRS FACILES DE L’.IPÉIIA DON PASQUALE de DONIZETTI arrangés pour I*iano pia A3), AS AH Itm Fr. a iO CAPRICCIO iter il I* inno for le u 4 inani SOPRA IL DON PASQUALE di DONIZETTI COMPOSTO DA g» turan 15413 Op. 116. Fr. 3 50 GIOVANNI RICORDI EDITOllI-PBOPBIETABIO.

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