Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 17

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N. 17 - 28 aprile 1844

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[p. 67 modifica]- 67 — !O’ MIÏBTTA MISICALE anno in. - N. 17. DI MILANO DOMENICA 28 Aprile 1844. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in L° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica hi su ai k. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 21)00 pezzi di musica dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti i N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Veggasi l’avvertimento pubblicato nel joglio N. 50, anno 11, 1S-I3. SOMMARIO. I. Storia musicale. Decadimento dell’Opera in musica nella prima metà del secolo XVI. - 11. Miscellanea. - III. Carteggio. - IV. Notizie musicali diverse. - V. Nuove pltuu.ic.azioni musicali. STORIA MUSICALE Decadimento delh Opera in musica nella prima metà del secolo XDI. Corruzione nel gusto de’ poeti, del pubblico e de’ compositori: primordii dell’arte del canto. A» pregevole sua Storia delle Rivoluzioni del teatro musicale (^italiano, osserva che tosto dopo la splendida epoca della sua invenzione ed origine, l’Opera in musica perdette della bella sua natura. «affastellata ed oppressa sotto lo strabocchevole apparato delle macchine, dei voli e delle decorazioni». Se i compositori che tennero dietro al Rinuccini, continua saviamente il detto autore, avessero seguite le orme di quel grande ingegno, e con pari filosofia esaminate le relazioni che legano il melodramma al meraviglioso, facilmente avrei)bero potuto, dando la convenevole regolarità e ajzmustatezza alle loro favolose... HO... invenzioni, creare un nuovo sistema di poesia drammatica che aggradisse alla immaginazione. senza urtare il buon senso} come fece dappoi in Francia il Quinault, il solo tra tutti i poeti melodrammatici che a quei tempi sapesse trattar bene il meraviglioso. Ma privi d* ogni principio di sana critica senza della quale non può farsi vermi progresso nel gusto delle Arti, e ponendo il piacere del volgo ad unica meta e misura del bello, diedero, in vece di regolate composizioni, informi miselnanze di sacro e di profano, di storico e di favoloso, di mitologico antico e moderno, di vero e d allegorico, di naturale e di fantastico, il tutto insieme raccozzato alla peggio pel vitupero sommo dell’arte. Fra le diverse cagioni di cosi fatto aberramento è da annoverare l’esempio funesto dato da un celebre autore, il quale egualmente ricco di fantasia lirica e di sapere nel maneggio della lingua italiana, La musique, par des inflexions vires, accentuées. st.

  • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas•

n’onr, peint tous les tableaux, rend tous les objets. • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Roisstjsr. del pari che sprovveduto delle altre doti costituenti un gran poeta, coll’autorità di i un nome troppo riverito in un epoca già inclinata al cattivo gusto, contribuì a guastare il dramma musicale. Fu questi Gabriele Chiabrera, col suo Rapimento di Cerere., rappresentato nell’anno stesso, i nella stessa occasione e coll’apparato me- i desiino di quei del Rinuccini, al quale però rimase di gran lunga inferiore nelle I cose drammatiche. In quel suo infelice sag- j gio il meraviglioso è gettato alla rinfusa senza alcun discernimento, senza legame le scene, spezzato il dialogo, lambiccati i concetti... Fu un vero danno per l’arte che I alta autorità poetica dell’autore legittimasse in certa guisa i difetti dell’opera sua e imponesse silenzio alla critica. Suole in ogni tempo accadere che la critica si inchina umile e sgomentila dinanzi ai grandi nomi, salvo poi a ricattarsi della stolta sua cortigianeria coll’inferocire codardamente addosso agli ingegni nascenti, e non ancora patentati dalla pubblica voce, o fiancheggiati dal ciarlatanismo. Dietro le orme del CJiiabrera non pensarono i poeti che ad abbagliare gli occhi senza punto curarsi del rimanente. Tanto più stimavasi bello un melodramma quanto più erano frequenti e strepitosi i cangiamenti di scena. Valga ad esempio tra molli il Dario di Francesco Beverini, rappresentato a Venezia:, il (piale in soli Ire alti cangiò di scena fino a quattordici volte. La fanteria e la cavalleria ebbero molto a fare in questo aborto teatrale, e con quale prò delle savie regole dun’arte destinata principalmente alle soavi emozioni e a pascolo dei più nobili affetti non è uopo dire. Il genio del macchinismo si prese a capelli con quello della poesia, e la lolla tra i fabbri apparatori e macchinisti e il povero autore dei versi fu tutta a scapito di quest’ultimo che dovette mettersi al servigio delle trasformazioni e dei colpi di teatro, sotto pena di andar fischialo dal pubblico intelligente e cortese. Ove alle delle cause di materiale corruzione e decadimento del melodramma si aggiunga la viziosa maniera di stile che già in Italia crasi ampiamente diffusa. sarà facile immaginare quale cosa bislacca dovesse riuscire quel genere di teatrale composizione, che argutamente venne definito dal Malici un’arte storpiala in grazia di un’altra, e dove il superiore miseramente serve all’inferiore, talché il poeta occupa H prezzo dell’associazione alla Gazzetta e alla Jfusiea è di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettiva Ausliache L. 14 affrancata di porto lino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per I associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio flicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso (’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. quel luogo che tiene il violinista ove suoni per ballo (I). Dopo tutto ciò appare abbastanza chiaro come non valga la pena di intrattenerci punto intorno ai poeti che scrissero in così j sventurato secolo. Nè vale far parola d’alcuno dei loro melodrammi, dei (piali per buona fortuna s’è fino perduto il nome. Voglionsi però sceverare dal guasto universale il poeta Andrea Salvatori che meglio,d’ogni altro seppe far versi accomodati alla musica, qualche saggi del conte Prospero Bonarcili, dell’Adimari, del Moniglia, il Trionfo d’ri more di Gerolamo Preti, e alcuni altri pochissimi. In mezzo a si misere condizioni la musica, com’è naturale, faceva pochissimi progressi. Dai primi inventori del melodramma I il Rinuccini, il Peri, il Caccini, già più | volte accennati in questi fogli, fino a più della metà del seicento non si trova un solo maestro che abbia promosso d’un passo la espressione musicale. Il desiderio di variare, di alterare., di far delle repliche, delle fughe, de" rovesci cd altri |l simili avanzi della fiamminga rozzezza erano il gusto allora dominante, nel quale ebbe gran nome il Soriano tenuto per ciò dagli intelligenti piuttosto come buon contrappuntista che come buon musico. La j armonia era bene concertata e spiccava la pienezza degli accordi ma ninno o pochis- j simo studio si metteva nell’osservare la relazione tra la parola e il canto e nel [ perfezionare la melodia. Tale a un dipresso era lo stile del Giovarteli!. del Teofili, del Ferrari, del Tarditi, del Frescobaldi, del Cornetto, ed altri, eccettuato Claudio Monteverde.. che seguitò più da vicino le pedate del Caccini e del Peri. Siffatta mediocrità delle cose musicali proveniva da diverse cagioni. Il piacere [ che trovava il popolo nelle macchine e nelle decorazioni faceva che più si stimasse un buon macchinista e un pittore da scene anziché un poeta p un compositore: quindi mancò l’emulazione, la quale non si riscalda i ove il pubblico grido non la risvegli. Nel secolo antecedente, secolo d’attività e di invenzione, erano usciti alla luce parecchi trattali eccellenti indirizzali a migliorare la musica. Vi furono delle gare e delle i dispute celebri tra Vincenzo Galilei e lo Zarlino, si tentarono tutti i mezzi di tra- pv sferire alla musica moderna le impareg" üi (I) Nella prefazione alla.iufis fida. [p. 68 modifica]— G8 — r— ■— — ■— giabili bellezze dell’antica, nel quale nobile tentativo si distinsero il Vicentini, il Mei, il Glareano. il Bottrigari. il Fogliari! con altri minori, ma questi sforzi non si fecero che verso la metà del seicento, onde prima di questo tempo mancò a musici la conveniente istruzione. Ben è vero che a que giorni fioriva Giambattista Doni, scrittore esimio, che solo varrebbe per tutti, ma la più bella delle opere sue e la più acconcia a spargere il buon gusto, cioè il Trattalo della musica scenica rimase fra le tenebre inedita fino a’ giorni nostri. Anche il celebre gesuita Atanasio Kirchero mandò in luce nell’anno 1G50 la sua Mu sargia, opera nella quale si imprende a trattare tutta quanta l’armonica facoltà, ma che incontrò la disapprovazione dei dotti pei molti abbagli presi dall autore e per l’infedeltà nel tradurre i musici greci. La terza e principale ragione del decadimento della musica fu il decadimento della poesia, e ciò in forza dello stretto vincolo di fratellanza che lega le due arti, sicché l una, immancabilmente si corrompe allorché l’altra si guasta, e viceversa. Con parole vuote di interesse e di alletto, osserva l Arleaga, al quale ci siamo strettamente attenuti nella redazione di questo articolo, non poteva congiugnersi se non una musica mula al tutto di espressione, e quando il sentimento era carico di concetti viziosi o puerili, la melodia non sapeva vestirsi se non se di ornamenti perii ui. Dallo stato svantaggioso a cui si trovava la musica e la poesia presero occasione i cantanti di emanciparsi dal giogo de poeti e de1 compositori, e di arrogarsi il primato sulla scena, attirando quasi esclusivamente a sè soli 1 attenzione del pubblico. Giulio Caccini era stato il primo a raffinare il canto monodico, introducendovi non pochi ornamenti di passaggi, trilli, gorgheggi e simili cose, le quali saviamente adoperale e parcamente contribuirono a dare espressione e vaghezza alle melodie. Questa maniera coltivala appresso con molla grazia da Giuseppe Cenci fiorentino, per cui divenne assai celebre dentro e fuori della sua patria, fu poi condotta a maggiore perfezione da Lodovico chiamato il falsetto, dal Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovannini, e dal Mari, cantanti bravissimi di quel tempo, i quali prepararono 1 epoca del maggior splendore dell arte del canto italiano nel secolo decimosettimo. A’ primi tempi delle rappresentazioni drammatiche in musica le parti di soprano veniano per solito eseguite da fanciulli. Ma f ingrossamento della voce che succedeva in loro col crescere dell elà, e la difficoltà che si trovava nell ottenere ch’eglino dessero al canto l’espressione d affitto di cui non sono capaci negli anni più teneri, costrinsero i direttori de teatri a valersi degli eunuchi. La relazione sconosciuta, ma pure avverata dagli anatomici, che passa tra gli organi della generazione e que della voce, impedisce in coloro cui viene impedito lo sviluppo ulteriore dei sesso, che si ingrossino i legamenti della gola per la minor copia di umori che vi concorre, li rende più alti a vibrare e conseguentemente ad eseguire le menome graduazioni del cauto, assottiglia l’orifizio della glotide e la dispone a formare i tuoni acuti meglio degli altri. Colali circostanze doveano dar ad essi la preferenza in teatro. Non può dirsi a precisione l’epoca della introduzion loro. Da una bolla di Sisto V indirizzala al nunzio di Spagna si rileva che l’uso degli eunuchi era mollo comune in quella nazione probabilmente per la musica delle Chiese, o per quella di camera. Da una lettera del celebre viaggiatore Pietro della Valle a Lelio Guidinone scritta nel 4G4O si vede, che erano di già comunissimi sulle scene italiane a quel tempo. Il trasporlo di codesta nazione pel canto, e le voci di lai cantori, proporzionate alia mollezza, o per dir meglio, alla effeminatezza della nostra musica ci fa credere che eli italiani se ne prevalsero subito dopo l’invenzione del melodramma. I più famosi in allora furono Guidobaldo Campagnola mantovano, Marco Antonio Gregori. Angelucci. e sopra tutti Lottilo Vittori, di cui Giano Nido Eritreo fa tali elogi, che sembrano ad uom mortale non poter convenire. «Egli è un problema assai diffìcile a sciorsi, dice il succitato Arteaga, se convenga, o no alla morale pubblica, che le donne rappresentino negli spettacoli 1 esempio degli antichi greci e romani, che escluse le vollero costantemente: il rischio, cui si espone la loro virtù esercitando una professione, ove per un orribile. ma universal pregiudizio, non ha alcun vantaggiò il pudore, ove tanti ne ha la licenza} ) ascendente, che prendono esse sugli animi degli spettatori non meno contrario al fine del teatro, che pericoloso al buon ordine della società, la mollezza degli affetti, che ispirano coi loro atteggiamenti espressivi di già troppo avvalorata colla seduzione naturale della bellezza, e del sesso; lo spirito di dissipamento che spargono fra giovani scapoli, i cattivi effetti dei quali si risentono in tutti gli ordini dello stato politico, sembrano legittimare il divieto ad esse pur fallo sul principio delle drammatiche rappresentazioni in Italia di comparir sul teatro. Ma dall altra parte i disordini forse maggiori che nascevano dal sostituire in vece loro giovanetti venali e sfacciati, ai quali, dopo avere avvilito il proprio sesso coi femminili abbigliamenti, non eia troppo difficile il passaggio ad avvilire la natura eziandio: la influenza grande nella società, e maggiore in teatro, che i nostri sistemi di governo permettono alle donne, dal che nasce, che essendo elleno la parte più numerosa, e la più pregiata degli spettacoli, cui vuoisi ad ogni modo compiacere, amano di vedere chi rappresenti al vivo in sul teatro i donneschi diritti: l’amore, il quale per cagioni.: che non sono di questo luogo, è divenuto il carattere dominante del moderno teatro i e che non può debitamente esprimersi, j nè convien che si esprima da altri oggetti,! che da quelli fatti dal cielo per ispirarlo} I la ristrettezza dei nostri teatri picciolissimi a paragon degli antichi dove la distanza, che passa fra gli attori e gli spettatori è ’ tale che! personaggi non possono agevolmente prendersi in iscambio c dove troppo è difficile il mantenere 1 illusione} altre cause in somma facili a scoprirsi rial lettore filosofo costrinsero alla perfine i saggi regolatori delle cose pubbliche ad immettere le donne sulle scene. La quale permissione tanto più divenne necessaria nel dramma, quanto, che non ci er» maniera di supplire per altro verso alla dolcezza delle voci loro cosi acconcio ad esprimere e comunicare gli affetti, primo e principale scopo del canto. «Trovasi perciò di; buon* ora stabilita colale usanza, e celebri sì resero in Firenze le due Lulle Giulia e Vittoria assoldale dalla corte colla Caccini figliuola di Giulio Cacchi! uno degli inventori del melodramma. e altrove le Lulle, la Sofonisba. la Camilluccia. la Mo- • retti, la Laodamia dei Muli, la Valeri, le Campane, le Adriane con altre, che furono con indicibd plauso sentite in diversi teatri di Italia. Allora. sdegnando il volgar nome di cantatrici e di cantori presero quello di virtuose e di virtuosi per distinguersi anche dagli istrioni, coi quali non vollero più accomunarsi. Allora 1 utilissimo talento di gorgheggiare una arietta cominciò a diventare una strada sicura per giungere alle ricin zzi* ed agli onori, e fu dal popolo riguardalo collo entusiasmo mede- j. simo. con cui aveva ricevuta in altri tempi Velturia. allorché liberò Borna dal giogo di Conciano. ovvero Pompeo conquistatore dell Asia e di Mitridate. I utlavia la maniera di cantare, che regnava nell universale non sembra, che meritassi.* cotanti applausi. Ad eccezione di quei pochi mentovati di sopra, gli altri cantori si erano di già lasciati infettare da Quel vizio, che ha pressoché in ogni tempo sfigurata la musica italiana, cioè gli mutili e puerili raffinamenti. I ghiribizzi della musica e della poesia si trasfusero nel canto eziandio, nè poteva avvenire che la melodia fosse naturale, ove le note e le parole nulla significavano. Sentasi come parla uno scrii tore con temporaneo, il quale, dopo avere ragionato alla lunga dei difetti del canto, soggiunge: «Mentre i nostri «cantori cercano di schivare la durezza, CQ IL U C6 CC LL a e la troppa sterilità delle modulazioni, le stemperano poi, c le triturano in maniera. che si rendono insopportabili. Dal qua! morbo sono particolarmente attaccati gli Italiani, i quali credendo sè stessi i viri magni della facoltà, stimano il restante degli uomini altrettante pecore, e tronchi. Ciò li fa meritevolmente ridicoli. agli occhi degli stranieri} non so se questi giudichino con piena cognizione di causa, ma so che almeno non cadono in simili inezie cosi frequentemente. ’■> - Non è colpa mia, se il testo surriferito e alquanto sfavorevole alla Italia. Basti sapere per mia difesa, che fautore non è uno straniero, ma un Italiano, e un celebratissimo italiano. Egli è il mentovato Giambattista Doni (1). (1) Praestanlia Musicæ Vcteris? Lib. 5. MISCELLANEA — Parigi. A Sivori può applicarsi il motto: Vwiwi; vidi, vinsi. In sei giorni due volte si presentò al pubblico parigino e ne riportò due trionfi. Venne paragonato a Paganini, del (piale interpretò quattro azzardose composizioni con crescente effetto; nel rondò della Campanella, e nel Carnovale di Venezia, sì bello nell’originale sua bizzarria, sorprese, elettrizzò al più alto grado. Questo forte concertista può esser dichiaralo sotto ogni rapporto perfetto: oltre al tenersi più composto nella persona, dovrebbe meno compiacersi delle astruse difficoltà per far maggior pompa di sentimento c di canto spiccalo, in cui qua e la dimostrò di saper ottimamente riuscire. In alcuni tratti il violinista italiano ora non ha rivali. Fra i pezzi prodotti dal rinomalo Berlioz nel suo concerto all’Opera Comica, emerse 1 owrtura del Carnevale di lloma recentemente composta e da taluno acclamala siccome il capolavoro del dotto autore del più completo e più filosofico trattato d Islrtimenlazionc. Per voler giudicare della musica di Berlioz non basta averla udita una sola volta; è concepita dietro mire troppo profonde: la convinzione di lui per la bell’arte è generalmente manifesta, egli non si cura gran fatto di solleticare le orecchie degli uditori a’quali a tutta prima non può esser agevole discerncre il merito delle sue produzioni. ==:0i [p. 69 modifica]69 La musica a S. Eustachio nel giorno di Pasqua nulla presentava di notevole, come pure quella della settimana santa a S. Rocco cd a S. Luigi d’Antin: le grandi opere per interessare abbisognano di accurata esecuzione. A Parigi la musica da chiesa non sembra in uno stalo troppo florido; avanti il 1850 la cappella reale serviva di utile modello; dalla soppressione di (pici Santuario ove tanti maestri, Cherubini e Lesueur in ispccie fransi distinti, l’arte n’ebbe un incalcolabile danno. Nel secondo concerto di Dohler, quest’altra gloria italiana, la pomposa fantasia sul Maometto ofleime la palma per la grazia, energia ed anima da lui eminentemente sfoggiatavi. Dovunque Dohler è ricercalo, la sua compiacenza a tutte prove lo fa arrendere ad ogni istanza, sì che non vi è unione musicale a cui egli non prenda attiva parie a conforto de’numcrosi suoi ammiratori, i (piali impazientemente aspettano la terza sua accademia già annunciala pel giorno 50, in cui oltre a sei belle sue composizioni eseguirà la gran sonata, Opera 55 di Beethoven (1 ). La sala di Erari!, il principi’ de’ fabbricatori di piano! rie nella sera del 9 risuonò delle unanimi acclamazioni dirette al bravo Seligmann: questo violoncellista di cui più volle la Gazzella Musicale si occupò, ha or ora compitilo ima raccolta di sludj caratteristici che certamente verrà posta nel novero delle migliori. Alla Grand’Opera nella scorsa settimana (piasi sempre si rappresentò il Lazzarone di Halévy in attesa di Duprez, il (piale questa sera si produrrà nel Don Sebastiano. - La Syrenc attira molta gente all’Opera Comica: Auber in questo nuovo sparlilo meritassi generali lodi; la islrumenlazione in alcuni squarci è di una delicatezza che rapisce; il cauto vi è spontaneo scritta m’indusse a penose riflessioni sopra lo sciagurato genere che in giornata invase i principali teatri d’Italia. Nella patria del bel canto ora si grida, gli abbellimenti sono pressoché proscritti, i nostri cantanti si resero troppo drammatici; l’orchestra non è più il piedestallo dell’opera in musica, ma sibbene la soverchiatale statua. Da un compositore francese dovranno forse gli italiani apprendere a ricondursi sulla retta via?.... Bando a’ tristi pensieri. Rossini un istante tolgasi dal suo ozio, ponga nuovamen’.e piede ne’lealri, e la musica italiana da lui sarà redenta c tulli dobbiamo sperarlo. Balla, al fiorilo suo concerto ebbe un’ovazione di lui degna: Egli fa risuonare le corde del proprio islromento quasi fossero altrettante voci umane. Non è da stupirsi che Liszt al Teatro Italiano abbia potuto trattenere per ben Ire ore circa due mila persone senza il concorso di alcun altro artista. Liszt nel pianoforte di Erari! sa rinvenire gli effetti di tutti gli stromenli di ima intera orchestra. Egli solo poteva affrontare un tale cimento. Sette pezzi cran segnali nel programma, e nove n’ebbe ad eseguire, che dovette ripetere le deliziose melodie migaresi ( j[ brano più aggradilo della memorabile sciala) ed alla fine regalò la fantasia sulla Sonnambula, a suo capriccio tutto soggiogò, al suo dispotico carro avvinse l’uditore non solo ma ben anco le melodie di Mozart, Bellini, Donizetti, Schubert, alle quali diede quell’aspetlo, che, volle, c dopò il concerto l’inarrivabile pianista stelle come un vincitore sul campo di battaglia, come un eroe al posto di onore da lui scelto; da una pioggia di fiori fu circondalo, cd il Cesare del pianoforte si abbassò e di uno, fregiossi il petto: ima tale decorazione presa da sè, col corredo de’ dodici mila franchi introitali, può ben valere tulle le altre di cui finora venne onoralo. La sera del 25 Liszt opererà nuove meraviglie; sempre solo c sempre sue composizioni o trascrizioni. Del burrascoso Concerto al Hotel de Ville tanto ne parlarono i giornali che è superfluo qui estendersi sovra un trallenimenlo a cui metà delle, persone che avevano comprato il biglietto di entrala non hanno potuto partecipare (!!!) L’.lrùi dello Stabat di Rossini ebbe il potere di dileguare il turbine (2). Ma die lion può l’incanto di una creazione rossiniana! ecc. La Società de’ concerti di musica vocale, religiosa, c classica sotto la direzione del benemerito principe della Moskovva e sotto il patrocinio delle più illustri dame, va prosperando di giorno in giorno: gli ultimi due concerti riuscirono oltremodo soddisfacenti; essi devono vantaggiosamente influire sopra il dilettantismo parigino, non che i sublimi concepimenti di Palestrina, Pergolesi, Haydn, Handel, Marcello, Giaci cui servono a loiievoli esercizj. Or ora il Piatti ebbe una dimostrazione del maggior onore per lui e pel sommo ch’ebbe la generosità di accordargliela. Il cuor mi balle ancora di gioja, commozione, e gratitudine! 0 impareggiabile Liszt; il tuo nome verrà circondalo da doppia fulgida aureola, quella del più forte pianista de’ nostri tempi e dell’ar(I) Vedi la rubrica Parigi. (2) Questa aria, Inflammatus et acçcnsus, cantata da’ un’esimia dilettante italiana, all’entusiasmo l’uditorio: così zione di varii giornali parigini. la signora Juva, rapì rileviamo dalla retala II. lista il più filantropo che mai vi sia stato: le moltiplica lue accademie date per Pesili, per la chiesa di Colonia, pel monumento di Beethoven, ecc., di un tal qualificalo ti reser degno; nessuno potrà contrastarti un tale vanto. Ora che a sì luminose prove li degnasti aggiungerne un’altra non meno grande in favore di un prediletto tiglio d’Italia, chi non sorgerà ad esaltarli cd a segnarli a diio come un essere che sugli altri di gran tratto s innalza?.. Rammentisi brevemente il fatto. Pialli, il violoncellista che per bravura non ha uguali, oggi invitò un scelto numero di persone ad un suo concerto nelle sale dell’egregio Erari!; fra quest oravi anche Liszt che attentamente si pose ad ascoldi soddisfazione, di ammirazione; le sue portentose tore, al quale, appena terminalo il pezzo, avvicinassi per dirgli: invece de! biglietto, che io non ho preso, vi prego caro Piatti, di voler accettare un violoncello che. serberete per mia memoria Il violoncello si è uno de’ migliori, e si dice del valore di circa ( impie mila franchi. - Il Piatti è confuso da tanta gloria c fortuna. Venerdì 19 aprile. ls. Cambiasi. Concerti ni Conservatorio «li musica «li Parigi. Corre ornai il diciasel lesimi) anno da che al Consere perfezione si eseguiscono le sinfonie di Beethoven. Grazie alle indefesse cure di un Ilabenck e de’valeuti campioni da lui direni, questo pubblico ha potuto famigliarizzarsi colle più elevale epopee islrumenlah ed attingere le norme del proprio gusto alle più elette fonti. Beethoven a Parigi, ora mai è reso popolare; le creazioni di lui da tulli vengono ammirate; le pagine del sommo alemanno scrvon di studio c di riereamenlo ad ognuno che sia convinto della propria arte. Di esse varie edizioni a tenue prezzo qui si fecero e si fanno, da per tulio sono sparse; il profitto che ne ridonda è incalcolabile. - Nella musica strumentale Beethoven stringe uno scettro pari a quello di Rossini nella vocale; i due insuperabili genii l’uno all’altro si fan degno riscontro. - Le nove Sinfonie del Titano deli’ orchestrazione emergono sopra ogni altra: lutto ciò è grande, sublime, immenso: sembra (piasi inconcepibile che mente umana abbia potuto pervenire a sì immensurabile eminenza; nuove bellezze vi si scoprono ogni voila che si ha la fortuna di udirle; l’alfasciiiamento si fa sempre più intenso, non si cesserebbe mai dall ammirarle.; la mente dalla loro inesplicabile potenza rimane profondamente compresa; il cuore palpila ali’ energia ed all’espressione che sgorga da ogni noia. Beethoven tanto adoperi) di forza intima, di sicurezza scientifica, di verità c squisitezza d’inspirazione che de’suoi pezzi istrumenlali ne formò altrettanti stupendi poemi ove ogni islromento ha il proprio linguaggio, ogni frase uno speciale attributo, ogni andamento una particolare impronta. Le Sinfonie di Beethoven servono a segnare il maggior punto a cui può giungere la musica senza la parola: malaugurato chi tenterà sorpassare il contine a cui nessuno finora potè avvicinarsi. Altri splendidi astri di Ila benemerita Società dei Concerti del Conservatorio sono il venerabile Haydn (il padre della sinfonia), il divino Mozart, modello in ogni genere di musica, il forte Weber, sì drammatico nelle sue overture. Nell’interpretare le opere di questi celebri i professori d’orchestra del Conservatorio evidentemente provano che per esser dichiaralo buon sinfonista non basta fraseggiare con gusto e finitezza, superare le difficoltà con sicurezza e render i passi con precisione, ma che richiedasi ben ama) un simultaneo lungo cd accurato studio sulle partiture de.’grandi maestri per penetrare nel loro spirilo e rilevarne le più piccole particolarità. I compositori sopra lodati non scrivevano solo per in cadauna delle loro opere domina un intendimento, uno scopo. Un I esecutore veramente degno di un tal nome deve investigarli e ad essi uniformarsi, e ciò non è travaglio di una sola ora, di un sol giorno, di un sol anno, ma sibbene uno studio ancor più difficile del meccanismo stesso. - La parola estetico (pii vieti a proposito; illimitati sono i suoi attributi. - E indispensabile rintracciare il dramma intrinseco e recondito che l’autore ha immaginalo, sullo pena di non scorgere negli immortali quadri che una fredda e confusa serie di I note e di modulazioni. L’orchestra del Conservatorio di Parigi sotto ogni rapporto è al livello de’ componimenti da essa mirabilmente interpretali; per essa gli spettatori si esaltano al meraviglioso bello che non | perirà mai; la scintilla deH’enltisiasmo invade tulli. Il Concerto del 2Î-, il sesto di questo anno, riuscì notevole per la Sinfonia in do, il cui immaginoso minuetto, nel (piale Beethoven dallo stile mozartiano del tutto si tolse per crearne un proprio, produsse una singolare sensazione: ad ogni minima graduazione nei i piani c nei forti sorprendentemente si diede risalto. In questa accademia, un caratteristico Coro dell’I fila questa accademia, un caratteristico Coro dell //ii genia in Tauride di Gluck trasportò l’uditorio che pure icce festa al piccante e grazioso finale della Sinfonia in.si bemolle di Haydn. Il violinista Pruine non corrispose alla sua fama. Non solo gli intelligenti, ma eziandio lutti coloro i il cuore de’ quali non è alla musica indifferente Danno potuto contare fra le migliori loro sere quelle del venerdì santo e di Pasqua, l’rallossi della magnifica Sinfonia in la, Op. 92 di Beelhoven, ridondante di eleganza, di energia, di originalità, di sentimento, di; scienza, e nella (piale non si sa se pili delibasi tener conto della profusione de’molivi, o dell’arlc di presentarli sotto una prodigiosa varietà di forme, o della novità e grandiosità de’risiillali: il magico adagio come al solilo ebbe l’onore del ò/.v; e dell’altra non meno straordinaria in do minore, parlo omerico superiore ad ogni elogio. Olire questi due pezzi attrassero la generale attenzione la qua rai dadi lesi ma Sinfonia di Haydn dal celestiale andante di cui si chiese la replica, il mistico Are veruni di Mozart, Vagnus Dei c l’imponente (’.redo di Cherubini, un corale, squisitamente concepito e condotto, nel Giuda Macabco di Hiìndel, ed il concerto in mi bemolle, quell" all ra Sinfonia a cui agli stromenli d’orchestra Beelhoven aggiunse il pianoforte. Halle ne fu l’interprete. Il pubblico in massa domenica! i eoi renie trasportalo (l’entusiasmo volle riudire, Vorertura dell’Oòeron di Weber il profondo maestro porla, chi’ nelle sue composizioni ha sparso anima, inspirazione e melanconia. Quale insieme, qual fuoco, qual finitezza ha offerto l’esecuzione di questo pezzo! ninna negligenza, ninna distrazione; un sentimento unanime, una scintilla direi quasi elettrica animava lutti, dirigeva lutti e di laidi individui sembrava costituirne un solo. - La medesima perfezione rinvenitesi nel Siiti mino di Beelhoven, negli Ultimi Ire tempi, eseguito dal corno, fagotlo, clarinetto e da tulli i violini, le violi’, violoncelli ed i bassi dell’orchestra e diretto dal Ilabenck, il (piale dopo la । sciagurata (adula per la prima volta si presentava al pubblico che lo venera. Leggerezza, fusione, uguaglianza ne’ singoli pezzi, inebriante graduazione nei pianissimi, ne’ smorzando, ne’ crescendo, veemente trasporlo ne forti e ne’piani; tulio era sorprendente e degno de’ primi professori della capitale artistica del mondo. Il Concerto venne a meraviglia chiuso colla riproduzione della Sinfonia in do minore; il sublime lavoro sullo la direzione dell’abile.lilmaùt più in questa che nella precedente accademia sollevi) l’uditorio a grande rapimento. - Solamente un altro concerto mi rimane ancora e poi le portentose prove della Società del Conscrvaiorio di Parigi, diverranno per me una rimembranza che per tutta la mia vita mi sarà ognor presente. Isidoro Cambiasi. CARTEGGIO Le pòche righe da me dettate, riguardanti il bello e studiatissimo lavoro del signor maestro Mandanici., ed. inserite nel ZV. 15 di questa. Gazzetta^ hanno indotto il stillodato compositore ad indirizzarmi lu secome si vedrà*, pone in chiaro alcune sue particolari idee, ed intende rettificare alcuna delle opinioni da. me in proposito emesse. Il lettore. e meglio ancora chi ebbe, la buona ventura di assistere all’esecuzione di questa elaborata musica^ potrà valutare il giusto peso della questione. A T. 11E 11 T O Al A ZZ U C A T O Pregiatissimo Amico. dopo replicate volle, supplisco con questa mia all’oggelto di ringraziarvi per il bello e giudizioso articolo voluto onorarmi. Ma siccome mi era prefisso di pregarvi ad accordarmi una mezz’ora per esaminare seco voi la mia partizione, non mi fu dato, come avrei voluto, farvi osservare, che il Gloria in e.rcelsis Deo essendo lavoralo con sbatti menti dei (’.ori, (al dire del celebre P. M. Martini) dovrà produrre un effetto alternativo e, brillante insieme; a me pareva di averlo ottennio. Quando poi alle parole, In terra pax tiominibus i contralti attaccano un pensiero fugato, ho dato calma alla composizione con un tema di carattere posalo e tranquillo. Qui non ho creduto di fare ima fuga positiva; ma dopo di averla sviluppala con le dovute risposte, conlrasoggetli, divertimenti, imitazioni ed altro, l’ho lasciala per tornare al primo alternativo. Indi ho ricpigolato lutto c dato fine al pezzo. Giustissime trovo le vostre osservazioni sugli altri pezzi, che precedono la fuga finale; chè se avete trovalo qualcuno di essi debolmente trattalo, avete nello O stesso tempo indovinalo il mio pensieri cioè quello di ottener cariati. maggior colorito c forza nei pezzi con [p. 70 modifica]70 — o ■

a parlarvi della fuga finale, della quale vi acchiudo trascritto il princìpio pcr sottomettere alla vostra intelligenza l’idea con la quale ho lavorato questo pezzo (1). Non occorrendo di parlare della fuga del primo coro di stile florido (da voi già diligentemente descritta), vi prego osservare clic nella fuga del secondo (.oro, di carattere sostenuto e Corale, il soggetto è proposto dal tenore, cominciando dalla tonica e formando la scala ascendente sino alla dominante, secondo le regole della divisione armonica per le fughe del tono: il basso disposto in contrappunto doppio col soggetto: dopo una battuta il contralto propone un secondo soggetto, o con rassoggetlo che vi piaccia chiamarlo. Questo secondo soggetto è preso dal soggetto che ha proposto il soprano del primo Coro, e ciò per dar vita alla seconda fuga c pcr dare una idea di unità alle due fughe, sebbene indipendenti una dall’altra. Però fra il soggetto del primo Coro, ed il contrassoggetto del secondo Coro vi è la differenza, che il primo osserva la divisione aritmetica c l’altro invece si divide armonicamente. Le risposte dei due soggetti c del Contrappunto doppio li osserverete come li ho notati nel manoscritto. - Se vogliate poi considerare le due fughe come pezzo d’insieme, troverete che la fuga complessa comincia sin dal principio ad avere lo stretto, per cui nel proseguimento non ho saputo trovare stretto maggiore. Se qualche giorno potrò avere il piacere d’intrattenermi con voi, vi dirò anche del Pedale, delle imitazioni e di tante altre inezie, delle (piali non sarebbe forse del tutto inutile parlare, per la tessitura di questo mio lavoro.-Vi dico in fine che mi sono presa la libertà di scrivervi queste poche linee, perchè mi creilo tanto onorato dall’esame erudito e coscienzioso che avete fallo dell’Opera mia, che mi è sembralo un dovere di sottoporvi io ragioni per le (piali ho condotto il mio lavoro in una determinata maniera in alcuni casi, lasciando sempre libero il vostro giudizio, ch’io stimo ed apprezzo quant’altro inai in qualunque modo e circostanza siasi esternato. Gradite le proteste della mia sincera stima con la — Parigi. Nel secondo concerto dato da Dohler, mercoledì lo, presso il sig. Erard, gli amatori hanno apprezzalo più che inai le sue eleganti composizioni e la sua esecuzione vivace, limpida e simpatica a lutti gli intelligenti: anche il numeroso pubblico eh era accorso all’annunzio del suo secondo concerto lo applaudì come l’aveva applaudito non c sempre. Questo pianista sapulo farsi un metodo del suonar il pianoforte, deliziosi piccoli capricci, titolo (li Cinquante Eludei guari, e come l’applaudirà eccezionale, brillante, che ha eclettico nelle tante maniere ha dapprincipio suonali dei eh egli ha pubblicali sotto il de salon (1), pensieri fuggitivi ad un tempo e che restano impressi in même ia quando si hanno una voila sentili, e li ha gettali all’uditorio con quella facilità cbe caratterizza le per sene, la di cui conversazione e ricca e brillante. Questi eleganti piccoli studj, fratelli di quella si stupenda Tarantella, eccitanti ia gajezza, la danza c la felicità, non potevano far più grata sensazione sul pubblico. Dopo queste scintille, il concertista ha espresso la sua Grande Fantaisie sur des motifs de Maometto, dramma istrumentale che rammemora le più sceniche, le più brillanti melodie del dramma vocale di Rossini; poi è seguito un Notturno per pianoforte c violino, pezzo di stile largo e grazioso ad un tempo. e nel (piale il nostro valente violinista Alaid ha riunito spirilo e diti alle inspirazioni di Dohler, donde risultò un dialogo musicale pieno d’interesse e leggiadria. {/t. e G. M.) — All’occasione degli sponsali della grande duchessa Alessandrina c di sua sorella Elisabetta, si è rappresentato un dramma, Harouu al liaschild, che venne intieramente eseguito da principi. La signora de Rossi (madamigella Sonlag) ita cantalo un intermedio in questo scelto divertimento. L’arte teatrale fa progressi immensi, imperciocché ha saputo penetrare fra l aristoinizia moscoviti!. Idem — Berlino. Le liane di Aristofane vennero ora pubblicamente eseguile nella sala di concerto del teatro con musica di li. Comtner, cantata da Augusto Kopisch. L’esito parve essere stalo dubbioso. - Il compositore però, come anche l’esecutore ricevettero dal Re di l’russia una tabacchiera d oro.. M. di Lipsia) quale mi confermo Vostro Affettuosa Amico Placido Mandanici - In conseguenza del concerto dato da Liszi pel monumento di Aaumann, verrà dato principio a questo edificio, la cui pietra fondamentale fu già deposta da alcuni anni, nel mese di aprile corrente. Esso Sara eretto nella patria di zVainnann, cioè nel villaggio di Blasewitz presso Dresda, e consiste in una cappella e in una scuola per la gioventù del dello villaggio. Idem (4) A soddisfazione degli intelligenti si unisce a questo foglio un’esemplare della fuga /inale, quale venne comunicata al nostro collaboratore sig. Mazzuealo del sig. maestro Mandanici. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Vienna 19 Maggio 4841. - Concerto del pianista Ernesto Pauer nella sala delIVnione Musicale. È mi grato assunto per noi, di trattenere i nostri lettori sulla prima comparsa nel mondo musicale di un giovine artista di pianoforte, il quale potrà essere aggregato al numero di quei valenti, che, presso lo straniero c presso noi stessi, sostengono l’antica rinomanza della nostra scuola. Ernesto Pauer, allievo nell’arte esecutrice dell’egregio nostro W. A. Mozart, alle di cui istruzioni andiamo debitori di varj altri distinti pianisti; e formato nella scienza della composizione dall’esimio Schechtner. nostro pur questo; ha soddisfatte sotto ogni rapporto cd anche sorpassate le aspettazioni c le esigenze dello scelto uditorio da lui convocato nella serata di ieri I’ altro ad essere testimone e giudice della sua valentia. Al merito di un perfezionamento tecnico che lo pone in grado di eseguire ogni più scabrosa difficoltà colla maggior chiarezza c nitidezza nei tempi anche più veloci e concitati, talmente clic non isfugge all’orecchio mai imi sola delle rapidissime note che scorrono come perle sotto il maestrevole suo tocco; - egli - giovine di soli diciasett anni, congiiirigc il merito anche maggiore di uno stile nobile e grandioso; energico senza esagerazioni c stravaganze, e commovente ma non sdolcinato sotto le sue mani ci fu dato campo di convincerci nuovamente dei pregi che distinguono gli istromenti che sortono dalla riputata officina del bravo Streicher. Sembrava talvolta di udire i suoni di un armonica, e nullameno negli assieme questo eccellente istromcnlo emergeva vittoriosamente sopra gli sforzi riuniti dell’intiera orchestra. Degno è pure di encomio clic invece di una miscellanea sopra motivi tolti in prestito, il nostro giovine virtuoso ci abbia presentato un pezzo ili carattere di bella fattura. di propria invenzione - Un improvvisa raucedine dalla quale venne assalita la nostra prediletta llasselt ci privò del piacere di bearci col suo canto e tributarle le nostre lodi. Il signor Bricciahli, ch’esegui in modo veramente delizioso degli a solo sul flauto, ottenne vivi applausi. Ben gradita riuscì pure una romanza francese cantati dal signor Bertot:. (,Articolo comunicato). — Nel giorno di Pasqua nella chiosa di san Francesco si esegui la quarta messa in mi maggiore di Czerny, lavoro pieno d’effetto, c però ecclesiastico, ingegnoso tanto in riguardo armonico che contrappuntistico. Czerny ci offre in tal lavoro lutto che la più scrupolosa critica può pretendere da un vero compositore di musica sacra. • Nella secondi festa di Pasqua venne eseguita nella stessa chiesa la messa tu redi Antonio Dinbelli. Il degno compositore e bravo scolare di Michele Haydn si è ringiovanito in questo lavoro musicale. Egli è pieno di ’ ita. di effetto, c per la maggior parte pieno di verità estetica. (G. M. di J’iennaj — Lipsia. Venne eretto un archivio musicale per le vedove. Esse ricevono il loro sostentamento dai sussidj dei Membri. Questo stabilimento è altrettanto Decessali) (pianto utile. O—

— il sig. Riiter di Boniczky, ungherese, è l’inventore di due istromenii musicali, 1 arpacliilarra c il acolipohka, eli’egli ambidue produsse a Monaco. Il primo dicesi clic sia una specie di chitarra peifezionata di maggior estensione della comune; il secondo una combinazione del violoncello colia chitarra. Dicesi inoltre che I inventore li sappia trattare con maestria c oltrecciò si occupa di dotte ricerche. — Ai 19 febbrajo venne data una festa da ballo nel Casino di Domayer in llietzmg, la di cui rendita era destinata per I erezione di un monumento a Lamier. Quest idea di un membro dell’orchestra di Lanncr, il sig. Giuseppe Ville (il quale compose pcr quella festa dei nuovi valzer sullo il titolo di Monumento- l’alser, che assai piacquero» fu così generalmente accolla dai molti amici e veneratori del defunto, che l’incasso, colla deduzione di tulle le spese, che furono assai considerevoli, ammontava a fiorini lini 343 c 33 carantani. Per questa somma venne scolpito in pietra arenaria il monumento nell officina della vedova di Wassei burger scalpellino in Vienna, e trasportalo al luogo della sua deslmazione. -.Martedì 16 corrente alle G pomeridiane ebbe luogo il trasporto del cadavere di Giuseppe Lanner e la deposizione dello stesso nel nuovo sepolcro nel cimilerio a Dubling presso Vienna. Dopo la solenne benedizione del feretro fu eseguito con molto effetto un coro, composto da Giovanni VVitte (fratello del sunnominato), dal completo personale dell’orchestra di Lanner, al quale segui mi quartetto per tromboni; dopo di clic alzalo il feretro, venne portato in solenne processione intorno nel cimitero, e finalmente deposlo nella nuova tomba. Dopo che il clero ebbe di nuovo benedetto la tomba dell amatissimo artista, venne ricantato il coro, e quindi il quartetto per tromboni pose fine alla commovente solennità. - Oltre la famiglia ed un gran numero dì amici del defunto, cravi pure presente una folla di popolo di almeno 30UU persone che assistettero alla solenne cerimonia. (G. M. di Ficnna) — Anche il dedicare può essere fatale, e si deve andar cauti. La nuova opera 19 di Ernst venne non ha guari alla luce. Il Re di Hannover ne aveva accettata la dedica qtiand’erano ancor amici; ora, dopo che il violinista Ernst lia restituito al Ile la patente di maestro di cappella, il • rcspéctueux hommage à sa Majesté • prende un aspetto ironico. — Il nuovo teatro dell’Opcra in Berlino dev’essere aperto il giorno natalizio del Re, il 15 ottobre. Meyerbeer compone un’Opera per la dedicazione. — Il Segnale di Lipsia annunzia che Donizelli sla musicando un lesto religioso di Dante. Ma forse il Segnale è in errore: il testo di Datile sarà probabilmente qualche canto della Divina Commedia. — In Pesti) si è formata un’unione di artisti sotto la denominazione • Concorditi, • nella quale verranno rappresentate le nuove produzioni letterarie e musicali. — In Manchester si è formata, or son tre anni, una Società filarmonica, composta per la maggior parte di negozianti d’Ambtirgo, che lietamente coltivano in settimanali adunanze il quartetto tedesco a voci d’uomini. La Società festeggiò ai fu febbrajo il terzo anniversario della sua esistenza {Segnale di Lipsia.) — Il cieco pianista Leopoldo Balzar diede un concerto in Brilliti, che, fu accolto molto favorevolmente. [G. M. di Pierina). (f) Tanto qiiesl’opera’quanto le altre tre più avanti cit ite dello slesso autore sono pubblicate in Milano dal Ricordi. di GIOVAR VI RICORDI 14 dello verrà pubRaccolta òi Sonatine UUiIiG-lj TRUZZt» III. I bombardi id. n Da pubblicarsi nel 1844 come segue: Scena pcr acconip. di Pianoforte. Truzzi Ungo, errante, misero, per S., T. e B

cna e Cav., Come rugiada al POSTO 15 MUSICA DAL M. Tu se’ Emani COMPOSTE Di Per Pianoforte solo» VI. Xahuceo. Gran Scena ed Aria, Lo vedremo veglio audace, per Baritono Emani!... Emani. Duetto-Finale II, Esci... a te... sceper T. e R.... e Duello, Qui mi trasse SI OVE PUBBLICA» MUSICALI DELL I. R. STABILIMENTO NAZIONALE PUIV1LEG. ERAIANI Dramma lirico in quattro parti OTO» WD)Q Pezzi ridotti pcr Canto con dal maestro b. 46255 16244 16222 46225 46254 46224 46225 16257 4 6226 16250 46254 4 6252 16256 pcr I. c Bar.... Congiura, Viva Augusta! Scena e Cavatina nel Finale I, Infelice!... e tuo credevi, per B. Scena e Terzetto, Oro, (piani’ oro, per S., T. c B

Scena e Duellino,.!/( morir potessi adesso! pcr S. e T. Seguilo e Stretta del Terzetto,.Vo, vendetta più tremenda, per S., T. e B

Scena c (’.aval ina, Oh de’ verd’anni miei, per Bar

11 rimanente, a completamento dcU’Opcra 48 Aprile Maggio liticalo in seguilo alle epoche fìsse che verranno indicate. Contemporaneamente ai suddetti pezzi per Canto verranno pubblicali anche i Pezzi pcr Pianoforte Molo, ridotti dal.Maestro L. Truzzi. LA G10JA DELLE MADRI RAPPRESENTATE CON BRILLANTE SUCCESSO IN MILANO 45454 Op. 67. Fase. HI. labucco e bombardi di Verdi. Er. 4 75 15779 11 — 11 IV. Idem «4 75 45780 1! il V. Idem..... n 1 75 4 5784 il 1» VI. Idem m 4 75 16096 il U VII. Xorma di Pelli ni «4 75 16097 11 H Vili. Idem n 4 75 46098 11 1! IX. Idem a 4 75 46099 il V X. Idem» 4 75 Per Pianoforte a 4 mani 45749 Op. 66. Fasc.V.I bombardi li Verdi» 15750 /5 75 JPer Pianoforte e Flauto 4 5650 Op. 68. Fase. 11. A’abuceo di Verdi n 15940 A/J. 1 Fascicoli anice cileni son già pubblica GIOVAVM RICORDI tniTOBK-PnOPniFTAHJO, Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria • Tipografia musicale di G1O1A.YAI RICORDI Contrada degli Omeuvrìi.V. 1720, son deposilo per la vendila in dettagli# nei diversi loculi Irrrtni eilutdi selft il portili di fanti sili’ I. II.Teatri stilo Sfolti.