Già di vivace allor presso Elicona
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Popol, che saggio e pio | ► |
I
PER MARTIN LUTERO
Già di vivace allôr presso Elicona,
Meraviglioso fonte,
Io posi a’ Cavalier bella corona
Pur di mia mano in fronte,
5Del chiaro nome loro
Fregiando i versi miei vie più che d’oro
Or, nè senza ragion, cangio costume,
E sulla riva a Dirce
Mostro a’ candidi spirti il sucidume
10D’un vil porco di Circe,
Ingrassato di ghiande,
Ch’eretica Megera al mondo spande.
Adunque orgogli, e contra il ciel dispregi,
Impudicizia tetra,
15Mense carche di vin, fier sacrilégi,
Risonerà mia cetra;
Chè per cotal sentiero
Su Pindo va chi vuol cantar Lutero.
Ma chi sviollo, e dell’Olimpo eterno
20Gli chiuse il cammin destro?
Lucifero, atro regnator d’Averno,
A lui si fe’ maestro,
E con sue mani istesse
Tartarea legge in mezzo al cor gl’impresse.
25Quinci infestar, quinci calcar per terra
Chiostri sacrati, e celle,
Odiar digiuni, a castità far guerra,
Dismonacar donzelle
Offerte in giuramento,
30Ed arder le reliquie, e darle al vento.
Nè sì tosto ebbe fermo il voto indegno,
Che giù da’ campi stigi
Sorsero mostri, e per l’aeréo regno
Fûr visti aspri prodigi;
35Ed il fellon fe’ piano
Con gran furor, che non fûr visti invano.
Qual se torbido gli occhi, e se spumante
Di calda bava il dente,
Cinghiale in orticel mette le piante,
40Ivi dentro repente
I cari alberi svelle,
E mena a strazio fier l’erbe novelle:
Tal costui, di chi parlo, empio degli empi,
Corse la Chiesa; ed ivi
45D’ogni bella virtù leggi ed esempi
Invidïando a’ vivi,
Tutti sossopra ha vôlti,
E tolto ogni suffragio anco a’ sepolti.
Or pensando su ciò chi non paventa,
50Chi non erge le chiome?
Chi forte nol bestemmia, ove rammenta
L’abbominato nome?
Fetor, lorda carogna,
Per cui Sassonia ingombra alta vergogna.