Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. VI/Libro I/V

Da Wikisource.
Libro I - Cap. V

../IV ../VI IncludiIntestazione 25 settembre 2023 75% diari di viaggio

Libro I - IV Libro I - VI
[p. 59 modifica]

CAPITOLO QUINTO.

Mesi, Anni e Secolo de’ Mexicani, co’ loro Geroglifici.


I
N difetto di lettere, usarono gl’ingegnosi Mexicani figure, e geroglifici, per sìgnificar le cose corporee, che han figura; e per lo rimanente, altri caratteri proprj: e in tal modo segnavano, a prò della posterità, tutte le cose accadute. Per ragion d’esemplo, per significare l’entrata degli Spagnoli, dipinsero un’uomo col [p. 60 modifica]cappello, e colla veste rossa, nel segno di canna, ch’era proprio di quell’anno. L’ordine del loro scrivere era dal basso della tavola, o carta, verso sopra, al contrario de’ Cinesi. Tenevano alcune ruote dipinte, che abbracciavano lo spazio d’un secolo, distinto in anni, co’ proprj segni, per quivi notare il tempo, nel quale accadevano cose memorabili, colle figure, e caratteri proprj. Si componeva questo secolo di 52. anni solari, di 365. giorni l’uno. La sua ruota era divisa in quattro parti, ogni una delle quali conteneva tredici anni, overo una indizione; e corrispondeva a una delle quattro parti del Mondo, nel modo seguente.

Era un circolo, intorno al quale s’aggirava un serpente. Il corpo del serpente contenea quattro divisioni. La prima dinotava Ostro, (detto in quella lingua Vutzlampa) il di cui geroglifico era un coniglio in campo Azurro, che si chiamava Tochtli. Più sotto era la parte significante Oriente (detto Tlacopa, o Tlahuilcopa) notata con una canna in campo rosso, chiamata Acatl. Il geroglifico della parte Settentrionale, o Micolampa, era una spada, di punta di pietra, detta Tecpatl, in campo giallo. [p. 61 modifica]Quellio d’Occidente, overo Sihuatlampa, era una casa in campo verde, e si diceva Cagli.

Queste quattro divisioni erano principio delie quattro indizioni, che componevano un secolo. Fra l’una, e l’altra, dalla parte interiore del serpe, vi avea dodici picciole divisioni, nelle quali successivamente s’andavano distribuendo i primi quattro nomi, o figure; dandosi a ogni una il suo valor numerale sino a’ 13. che era il numero degli anni, componenti una indizione; e’l simile si facea nella seconda indizione, co’ medesimi nomi, da uno sino a 13. e poi nella terza, e quarta, sino a finire il circolo de’ 52. anni, della maniera, che siegue;

[p. 62 modifica]

Questo contar per tredici, oltre l’osservarsi negli anni, si praticava eziandio ne|| ○ mesi; imperocchè quantunque il lor mese fusse di 20. giorni, ad ogni modo giunti al novero decimoterzo, tornavano da capo. Il voler indagare la cagione, perche ciò facessero, è un tentar l’impossibile; potrebbe eser però, che seguitassero anche in ciò il loro calcolo della Luna. Eglino distingueano il moto Lunare in due tempi, il primo di vigilanza, dall’Orto Heliaco, o nascimento Solare, sino all’opposizione, di 13. dì; e’l secondo del sonno, d’altrettanti, sino all’occultazione mattutina.

Sì fatto computo della Luna era fondato su d’una favola; cioè che avendo deliberato gl’Iddij di distrugger le tenebre, che ingombravano il Mondo, due di loro se ne tolsero il peso; cioè Tecuciztecatl, e Nanahuatzin. Costoro dopo gran preparamento fatto in Teotihuacan (luogo, che oggidì si dice Tzacagli) essendosi buttati nel fuoco d’una ardente rocca, detta Teutexcagli, e convertiti in cenere; comparvero indi a poco in Oriente; Nanahuatzin fatto Sole, e Tecuciztecatl Luna. Sul principio non ebbero movimento; ma poi il vento, per comando [p. 63 modifica]de’ Dei, gli cominciò a muovere; diversamente però, perche dopo 13. dì, essendo di già pervenuto il Sole all’Occidente, s’andava scoprendo la Luna da Oriente. Non essendo ciò per alcun verso verisimile, potrebbe essere, che lo dicessero, per dare a ogni uno de’ loro Dei maggiori (ch’erano 13.) il governo, e tutela degli anni, e giorni: ma così l’uno, come l’altro i medesimi Mexicani ignorano.

Da quanto è detto di sopra nascono varj dubbj; il primo si è, perche principiano a contar gli anni da Ostro: il secondo, perche si servirono delle quattro figure, cioè Coniglio, Canna, Pietra, e Casa. Al primo dicono essi, che dopo che i Dei ebbero determinato in Teoti huacan, di tor via le tenebre grandi; e Nanahuatzin, e Tecucztecatl, per mezzo del fuoco, furono divenuti Sole, e Luna; si posero gli restanti Dei a spiare, da qual parte del Cielo sarebbe principiata la luce: in che furono di varia opinione, affirmando alcuni, che sarebbe venuta da Settentrione, altri da Occidente, altri da Ostro, ed altri da Oriente (come se prima, che il Sole avesse cominciato ad illuminare il Mondo, già fussero inventati i nomi d’Oriente, Occidente, etc.) ma che alla fine [p. 64 modifica]si vide uscir da Ostro. Di più gli antichi Mexicani, perche credevano, che di facile avesse a finire il Mondo nella fine dei loro secolo; si ponevano l’ultimo dì di esso secolo (fra le altre cerimonie) inginocchione, su i tetti delle loro case, colla faccia rivolta ad Oriente; attendendo dubbiosi, per vedere, se avea da continuar il Sole il suo cammino, e se era giunta la fin del Mondo: e come in questa postura necessariamente si trovavano dalla parte destra l’Austro, o Mezzo dì; facevano argomento, che la luce avea avuto cominciamento nella parte Australe. S’aggiunge a ciò, che portavano i Mexicani ferma opinione, esser l’inferno dalla parte di Tramontana; e perciò niente convenevole, che quindi il Sole avesse cominciato il suo corso; ma bensì dalla parte opposta, dove dimoravano i Dei Vivitznaoa; per riverenza de’ quali dissero il Mezzo di Vivitzlampa.

Diceano di più, che per beneficio degli stessi Dei, il secolo si rinovava; perche il tempo, di sua natura, finito sarebbe col vecchio Sole: e che il Sole del nuovo secolo, era poi un nuovo Sole, che dovea seguir l’ordine della natura; la quale ogni anno facea rinverdir gli alberi, dal mese [p. 65 modifica]di Gennajo (come s’osserva in quel clima) dopo ch’esso Sole era partito dalla parte Australe, abitazion degli Dii. Con quest’analogia dell’anno col secolo, siccome nell’anno osservato aveano quattro differenze di tempi; vollero adattarle anche al secolo: e così stabilirono Tochtli per suo principio, nella parte Australe, quasi Primavera, e giovinezza dell’età del Sole; Acatl per Estate; Tecpatl Autunno; e Cagli per vecchiezza, o Inverno.

Con quella disposizion di figure simboleggiarono anche i quattro elementi (ch’è il secondo dubbio); poiche Tochtli era dedicato a Tevacayohua Dio della terra; Acatl a Tlalocatetuhtli Dio dell’acqua; Tecpatl, a Chetzabcoatl Dio dell’aria; Cagli a Xiuhtecuhil, Dio del fuoco. Potrebbe anche essere, che avessero voluto esprimere le proprietà de’ quattro venti cardinali, di cui solamente aveano conoscenza: e ciò in onore di Chetzalcoatl Dio de’ venti; il quale (com’è detto di sopra) avea dato il primo movimento al Sole, e alla Luna. Qualunque di queste cagioni sia la vera, egli è certo nondimeno, che ne fu inventore Nettuno, da essi chiamato Teucipactli; affinche ciascuno, senz’altro studio, conoscesse la [p. 66 modifica]quantità d’anni, che componevano un secolo; la distinzione delle Indizioni; l’anno, in cui era accaduta alcuna cosa ricordevole; la serie de’ loro Regnanti, ed altre varie cose.

Costava il loro anno solare di 365. dì, secondo la forma degli Egizj Sacerdoti, la quale ebbe principio da Noè, dopo il diluvio, secondo il detto di Beroso lib. 3. Antiquit. (s’è vero, che i libri, che oggi abbiamo sotto tal nome, sono veramente dell’antico Caldeo) il quale scrisse: Docuit item illos (cioè i Sacerdoti) Astrorum cursus, et distinxit annos ad cursum Solis: onde fu riputato partecipe della Natura Divina: Ob que (dice il medesimo Autore) illum existimarunt Divinæ Naturæ esse participem; ac propterea illum Olibama, et Arsa, idest Cœlum, et Solem cognominaverunt. Quantunque altri d’altra opinione siano, intorno alle tante diversità d’anni appo gli Egizj. Egli è vero, che altre Nazioni si servirono del medesimo anno di 365. dì; però l’appresero dagli Egizj, che conservarono incorrotta la dottrina di Noè, comunicata per mezzodì Cham suo figlio. Or’i Mexicani ancor’essi facea di mestieri, che seguitassero la medesima dottrina; poiche traggono origine da Nettuno, il quale [p. 67 modifica]non si dee credere, che averte loro dati altri documenti di quelli, che avea uditi da Mesraim suo padre; il quale gli avea appresi da Cham, e da Noè suo avolo, fra i primi abitatori d’Egitto.

Quanto a’ mesi, avvegnache alcuni discendenti di Noè gli avessero contati in varie maniere; alcuni di 28. giorni, altri di 29. di 30. e di 31. e non sempre d’un modo: i Mxeicani nondimeno, imitando gli stessi Egizj, fecero il loro mese, se non di 30. almeno regolare di 20.: ma ciò venne ad esser lo stesso, fatta comparazione de’ 12. mesi de gli Egizj, di 30. dì l’uno, con gli 18. de’ Mexicani di 20.

I nomi di questi mesi sono i seguenti. I. Tlacaxipe hua lizti, 2. Tozoztli, 5. Hueytozoztli, 4. Toxcatl, 5. Etzalcualiztli, 6. Tecuyl huitl, 7. Huey tecuil huitl, 8. Micayl huitl, 9. Hueymicayl huitl, 10. Ochpaniztli, 11. Pachtli, 12. Huey pachtli, 13. Checiogli, 14. Panchetzaliztli, 15. Atèmoztli, 16. Tititl, 17. Izcagli, 18. Atlacoalo; come si scerne da’ loro caratteri, nel circolo interiore della seguente figura.

Ogni uno de’ 20. dì avea il suo proprio nome, cioè Cipactli, Cecatl, Cagli-cuetzpaglin, Coatl, Michiztli, Mazatl, Tochtli, [p. 68 modifica]Atl, Itzcuintli, Ozomatli, Malinagli, Acatl, Ocelotl, Quaulitli, Cozcaquauhtli, Oglin, Tecpatl, Quiahtul e Xocitl.

Non si dividevano questi mesi in settimane, perche quelle cominciarono appo gli Ebrei ne’ tempi di Moise (in ricordanza de’ giorni della creazione) molto dopo l’origine del Circolo Mexicano; o, come altri dicono, poco tempo dopo, invitata da’ Babilonesi, per distinguere i giorni, rispetto a’ Pianeti, e al dominio, che loro attribuirono sull’ore ineguali, di cui furono primi osservatori. Dissi, che anche i giorni, venivano da’ Mexicani contati per 13. benche fusser 20. Ciò si facea, per evitar la confusione; perche dato, secondo tal metodo, qual si sia nome di giorno, col suo numero corrispondente, secondo quella distribuzione di 13. in 13. si sapeva a qual mese apparteneva, senza commettersi giammai errore. Oltre questa divisione di giorni per Triadecateridi, ve n’era un’altra di cinque in cinque dì, in cui si faceva Tianguez, (come oggidì si pratica in molte parti,) e ciò era a’3. 8. 13. 18. d’ogni mese; come giorni dedicati alle 4. figure, Tothtli, Acatl, Tecpatl, Cagli: e questa Regola, era sempre la stessa, benche gli anni non [p. 69 modifica]principiassero con Tochtli.

Quindi eziandio si scerne la gran similitudine col computo degli Egizj; imperocchè siccome costoro a’ dodici mesi (chiamati Thotli, Phaophi, Athyr, Ceac, Tybi, Mecir, Phameneth, Pharmuthi, Phacon, Payni, Epephi, Mes ori, etc.) che si componevano di 360. giorni; aggiungevano 5. altri giorni, che chiamavano £pagomeni, per compiere il movimento del Sole: così i Mexicani (perche i loro 18. mesi faceano parimente 360. dì) in fine d’ogni anno aggiungeano cinque giorni, che chiamavano Nenontemi, cioè vaghi, per arrivare ai medesimo numero di 365.

Pensano alcuni, che, essendo questi cinque dì, fuor del numero de’ mesi, non avevano particolar nome; e che perciò il primo di ciascun mese, in qualsisia anno, era 1. Cipactli. Ma s’ingannano fortemente, perche non solo eglino aveano nome, ma entravano altresì nel conto de le Triadecateridi. Per maggior chiarezza di ciò, fingiamo un secolo, il di cui primo anno sia 1. Tochtli, al quale corrisponde, per primo dì del primo mese, Cipactli; se i 360. giorni, che compongono i 18. [p. 70 modifica]mesi di questo anno, s’anderanno successivamente contando di 13. in 13. si vedrà, che l’ultimo del mese diciottesimo, sarà 9. Xocitl. Ma se i cinque di Nenontemi non avessero avuto nome, si arebbe avuto a cominciar l’anno seguente da 2. Mazatl, con 10. Cipactli. Così ancora si sarebbe rotto frattanto il conto delle Triadecateridi, o con Cipactli, se non si fussero numerati in esse. Oggidì i Mexicani rispondono bastantemente a quella difficultà, dicendo: che i giorni Cipactli, Michiztli, Ozomatli, e Cozcaquauhtli sono compagni, cioè seguono in tutto l’ordine delle 4. figure indici degli anni d’un secolo, cioè Tochtli, Acatl, Tecpatl, Cagli: volendo dire, che ogni anno, del quale l’Indice sarà Tochtli, terrà, per primo del mese, Cipactli; quello, che avrà per Indice Acatl, avrà nel primo del mese Michiztli; Ozomatl avrà Tecpatl; e per ultimo Cagli avrà Cozcaquauhtli. Con questo però di più, che il valor numerico secondo le Triadecateridi, contate regolarmente dal principio del secolo (compresivi i 5. di Nenontemi) corrisponderà a quello, che avrà il primo dell’anno, secondo la successione di Tochtlì in poi; siccome chiaramente [p. 71 modifica]si scerne nella delineazione riferita. Il tutto s’intenderà meglio in tal modo. In questo primo anno del secolo propostoci, terminarono i mesi con 9. Xocitl; e i nomi, e numeri corrispondenti a’ cinque dì Nenontemi, erano 10. Cipactli, 11. Cecatl, 12. Cagli, 13. Cuetzpaglin, primo Coatl, co’ quali si compiva l’anno di 365. giorni. Quindi, senza interrompere l’ordine de’ nomi, ebbe principio l’anno seguente con Michiztli, ch’è il giorno immediatamente dopo Coatl: e proseguendosi colle Triadecateridi, poichè l’ultimo di de’ 5. Nenontemi fù il primo Coatl; sarà eziandio questo il carattere del primo giorno del secondo anno; cioè quello ome, e questo ome michitztli. Ciò non viene ad esser casuale, ma con sommo ordine in tutti gli anni d’un secolo, (come facilmente può dimostrarsi) e così estendo cominciato questo secondo anno per 2. Michiztli, terminerà i suoi mesi con 10. Coatl, e 365. dì, con 2. Itzcuintli; e così l’anno seguente 3. Tee pactl, avrà cominciamento, anche con 3. Ozomatli; e’l seguente, ch’è 4. Cagli, con 4. Cozcaquauhtli; e così ne’ seguenti, sino a terminarli la Triadecateride. Da ciò si [p. 72 modifica]scorge che non solo concorrevano i 4. dì Cipactli, etc. co’ 4. Indici degli anni Tochtli, etc.; ma che eziandio tenevano la medesima denominazione numerica provenuta dalla Triadecateride.

Or quanto degno di laude, e di stima sia l’ingegno de’ Mexicani, in inventando tal’artificioso, e regolatissimo circolo, potran giudicare coloro, i quali sanno quanto errore, in questa materia, presero quasi tutte le nazioni Orientali. Questa lode però non si deve a Mexicani d’oggidi, i quali certamente non sono nè Agronomi, nè Aritmetici; e colla loro ignoranza mi convincerebbono di mensogna: ma a quelli della Gentilità, come abbiamo ragionato di sopra, e al loro antichissimo Maestro Neptuin; siccome eruditamente va divisando D. Carlos de Siguenza, y Gongora, Cattedratico propietario, e professore di Matematica nell’Università di Mexico, nella sua Cyclographia; in cui si serve di luoghi della Sacra scrittura, di tradizioni degl’Indiani, di carte dipinte, e geroglifici singolarissimi, che erano stati serbati da D. Juan d’Alva, Signor del Catzicazgo, e di San Juan Teotihuacan. Costui le avea ereditate da’ suoi maggiori, che erano stati [p. 73 modifica]Re di Tescuco, da’ quali per dritta linea mascolina discendeva; e le rimase in mano di D. Carlo, suo esecutore testamentario. Certamente può dirsi, che simili non si truovano in tutta la nuova Spagna; perocchè gli Spagnuoli quando vi entrarono, ovunque ne trovavano, le davano alle fiamme; perche vedendole senza lettere, e con tante diverse figure, le stimavano superstiziose. Finì poi di sterminarle Monsignor Sumarica, primo Vescovo di Mexico, che fece anche rompere moltissimi antichi Idoli; sicchè la figura del secolo Mexicano, et altre antichità degl’Indiani, che verranno appretto delineate in questo volume, si denno tutte alla diligenza, o cortesia del Siguenza, che mi fece dono di sì pellegrine rarità.

Regolavano il bisestile in questa Forma. Cominciava il primo anno del secolo a’ 10. di Aprile, e’l 2. e 3. medesimamente; però il 4. Bisestile a’ 9., l’ottavo agli 8., il duodecimo a’ 7., il decimosesto a’ 6. sino al termine del secolo, ch’era a’ 28. di Marzo; nel quale si consumavano in feste i 13. dì di bisestile, sino a’ 10. di Aprile.

Prima di cominciare il nuovo secolo, [p. 74 modifica]rompevano i vasi, e smorzavano il fuoco; stimando che avendo da finire il Mondo in una fine di secolo; forse sarebbe stato quello. Venendo il primo giorno, facevano gran festa con tamburi, ed altri loro strumenti; ringraziando Iddio d’aver loro fatto dono d’un’altro secolo: compravano nuovi vasi, e ricevevano il nuovo fuoco dal Sommo Sacerdote, con solenne processione.

I Peruani però contavano per lune, e per 12. mesi, co’ giorni come noi; e cominciavano anche l’anno da Gennajo; ma poi un Re volle, che si facesse a Decembre. Usavano di porre intorno la Città del Cuzco (dov’era la Corte del Re Inga) 12. pilieri, in tal distanza, e postura, che ciascun di essi segnasse, ogni mese, il nascere, e’l tramontar del Sole: e così regolavano le feste, i tempi del seminare, e raccogliere; tenendo ogni pilastro il suo proprio nome.