Gli assempri/D'uno religioso el quale per la sua mala vita fu molto minacciato da uno spirito, che era addosso a una giovana

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D'uno religioso el quale per la sua mala vita fu molto minacciato da uno spirito, che era addosso a una giovana

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D'uno religioso el quale per la sua mala vita fu molto minacciato da uno spirito, che era addosso a una giovana
Di Frate Niccolò Tini Priore del detto Convento Come uno che si rallegrava de la morte d'un suo nemico morì subbitamente

[p. 151 modifica]D’uno religioso el quale per la sua mala vita fu molto minacciato da uno spirito, che era addosso a una giovana.1

CAP. 42°


Fue un uomo, el quale avenga che per abito paresse religioso, non dimeno per vita e per costumi e per operazioni era diavolo. Questo misero era disonesto in ogni gattività abbominevole, costui aveva si brutte parole in bocca e massimamente contra Dio e contra [p. 152 modifica]e’ Santi et aveva si mala lengua che da molti che ’l conoscevano era così chiamato per sopra nome.2 E ciò ch’egli poteva furare o remidire spendeva in vino e cosi beeva el vin pretto come ’l bu’ l’acqua, e molto spesso innebriava. Officio o cosa ch’appartenesse a laude o a reverenzia di Dio non diceva mai. Questo misero era sopportato nel suo convento per due cagioni. L’una si era perchè ’l misterio ch’egli sapeva fare era molto utile al convento: L’altra si era perchè quelli che ’l sopportavano erano più gattivi di lui, perchè l’era richiesto più senno. Et avendo questo misero già passati e’ cinquanta anni e non tanto ch’egli s’amendasse o si correggesse, ma egli in ogni vizio ogni di peggiorava e diventava più pessimo, e quasi pareva che l’anima sua fusse uno spirito diabolico. Vivendo questo misero tanto dissolutamente et ogni di diventando più pessimo, avenne ne la terra dov’egli era questo caso, ciò che uno spirito entrò addosso a una giovana buon pezzo di longa dal luogo suo, per la qual cosa fu mandato al luogo di questo misero per un frate; sicchè questo misero perchè aveva notizia in [p. 153 modifica]quella casa andò con lui. Et essendo esciti fuor del luogo et andando, disse lo spirito che era addosso a quella giovana agli uomini et a molte donne ch’erano sue vicine e parenti; Voi avete mandato per due frati, e vienci el tale el tale e son testè nel tal luogo, ma e’ mi dice ’l cuore ch’io lu’ darò stamane la mala mattina e massimamente al tale, e nomino questo misero e poi andando più oltre et essendo quasi a mezza via: Disse l’uno di questi frati, el quale era prete, al compagno suo, io so’ che questi Spiriti soglion fare altrui di gran vergogne, io mi voglio confessare: e riscontrando ritto ine du’ altri frati si confessò dall’un di loro. Et allora disse lo Spirito che era adosso a quella giovana; e’ frati che ci vengono son testè nel tal luogo e sonsi ristati perchè l’uno si confessa testè da un’altro frate, e per quella confessione ha campata stamane la mala mattina, però ch’io non gli potrò dir cavelle. Et andando poi più oltre et essendo in un altra contrada, disse ’l frate ch’era prete al compagno suo, che non era cherico. Perchè non ti confessi tu ancora, però che agevolmente questo Spirito dove noi andiamo ti potrà fare una gran vergogna? Allora l’altro che non era prete si confessò; e medesimamente disse lo Spirito a le genti che [p. 154 modifica]gli erano d’intorno; l’altro frate che non è prete si confessa testè dal compagno suo e sono nel tal luogo, e ben vi dico che davvero costui ha campata la mala mattina stamane, che per la confessione ch’egli ha fatta non gli potrò dire quello che io gli arei detto, ma non camparà però ch’io non gli dia che mastucare. E gionti a la casa dov’era la giovana invasata, et ine udiro da le donne che v’erano, ciò ch’eglino avevano fatto per la via, e come s’erano confessati e da cui et ove e ciò che avevano ragionato insieme. E venendo poi oltre la giovana invasata disse a’ frati, voi siete confessati e però io non vi posso nè dire nè far cavelle, che se voi non fuste confessati io v’avrei dato stamane la mala mattina. E vollendosi poi a quel misero disse, e massimamente a te che io t’arei sì governo, che tu non saresti stato mai più uomo fra gli altri. E doppo queste parole el prese per mano e disse. Vien meco e non temere di cavelle, menollo in camera e serrò l’uscio de la camera poi si posero a sedere. E fatto questo, la giovana si volse verso ’l frate e disse. Mirami bene, che quello che io ti dico non so io, anco è colui che è in me. E poi si fece da capo, e tutti e’ peccati brutti et abbominevoli ch’egli aveva mai fatti, ordenata[p. 155 modifica]mente tutti gli ’l contiò, e per si fatto modo ch’egli sbalordì e venne quasi fuor di se medesimo, e non sapeva che si favellare nè s’egli era nè ine nè altrove. E poi disse: e sopra tutte queste cose non hai vergogna nè confusione de la tua maladetta lengua, che tutto dì a diletto la meni contra a la reverenzia di Dio e de’ suoi Santi, che sai che egli patì per te tanta pena in sul legno de la croce, e ricomprottì del suo prezioso sangue con tanto amore e con tanta carità. E tu non hai vergogna nè confusione di rendarnegli si brutto merito. E però vergognati misero, vergognati e confondeti, e pon fine aggiomai a tante iniquitadi, et ammenda e corregge la tua mala lengua che sai che da molti per sopra nome se’ cosi chiamato. E nota et apre l’orecchie, tu vedi che aggiomai tu se’ vecchio nel mondo, e ragionevolmente non debbi longo tempo vivare. E tanto ti dico che se tu non ammendi e non correggi la tua mala vita, l’ira e ’l giudicio di Dio di scorto tempo verrà sopra di te, e di queste cose farai giusta et aspra penitenzia. E se non fusse che tu se’ confessato, queste cose che io t’ho dette in secreto, io te l’arei dette palesemente, presente tutta quella gente che è di là, et anco t’arei fatto peggio. Sicchè aggiomai tornati al luogo tuo, e se de la [p. 156 modifica]tua bocca esce mai più parola contra a la re verenzia di Dio e de’ Santi, credemi che io te ne pagarò.

E però e’ miseri peccatori amendinsi e correggansi e lassino e’ peccati quand’egli hanno tempo,e non se gli lassino invecchiare addosso però che si convertono poi in legge di natura, ed è troppo malagevole e quasi impossibile, che quando ’l peccato è invecchiato addosso altrui, di lassarlo. Questo misero quando escì de la camera pareva più morto che vivo, e poi ritornandosi al luogo suo stette più dì che pareva quasi fuor di se medesimo. E veramente s’ingegno d’amendare la vita sua, ma era tanto l’uso de la mala vita ne la quale era invecchiato, che non potè. E solamente amendò che la lengua sua non la poneva più contra ala reverenzia di Dio e de’ Santi, ma egli diventò poi maggiore mormoratore che di prima et anco diventò poi maggior ladro. E sempre ciò che poteva rimidire spendeva in vino, et ance più spesso inebbriava che di prima. Et in conclusione, quantunque egli nel parlare e ne la vista paresse più spirituale, assai mi parbe peggiore poi che di prima. E vivendo poi nel torno d’un anno e non amendando la sua maladetta vita altrimenti, una sera innebbriò tanto disordenata[p. 157 modifica]mente quanto io udisse o vedesse mai persona, e cosi colcandosi la sera obbriaco senza fare altro acconcime de la sua anima misera, la mattina fu trovato morto. Et anco seppi di certo che poi doppo poco tempo peggio intervenne al suo compagno che andò co’ lui a quella giovana invasata. De le sopradette cose tanto ne fui certo quanto fu più possibile.


Note

  1. Che spirito fosse non so capire. Un diavolo no certo, perchè non urlava nè sgraffiava come fanno le ragazze indemoniate, e si divertiva a far de’ predicozzi a’ frati sguaiati. Penso fosse una lucida magnetizzata, o qualche spiritello bisavolo di quelli resuscitati dal Sig. Allan-Kardek, con tanta gloria del buon senso del secolo XIX!!
  2. Cioè: Fra Malalengua.