Grammatica italiana dell'uso moderno/Parte I/Capitolo X. Incontro delle parole. Il troncamento delle parole nel discorso.
![]() |
Questo testo è completo. | ![]() |
◄ | Parte I - Capitolo IX. L'accento come segno grafico. | Parte I - Capitolo XI. L'elisione delle parole nel discorso, e l'apostrofo. | ► |
CAPITOLO X
Incontro delle parole.
Il troncamento delle parole nel discorso.
§ 1. Le parole incontrandosi nel discorso si modificano talora accidentalmente in fine (e di rado in principio) coll’apocope o troncamento, e coll’elisione. (Vedi cap. v, § 10, e cap. viii, § 20). Si ha il troncamento quando una parola uscente in vocale davanti ad un’altra che cominci per consonante (di rado per vocale) si scema in fine d’una sillaba, rimanendo però sillabicamente indipendente da quella che segue. Si ha l’elisione quando una parola uscente in vocale precedendone un’altra che cominci per vocale, perde l’ultima vocale, attaccandosi sillabicamente con la voce che segue.
§ 2. Il troncamento può aver luogo nelle seguenti condizioni:
In prosa si richiede altresì che la parola da troncarsi si appoggi, senza la menoma sospensione di senso, alla seguente. P. es. signór mío; fatál dóno; il fratèl di lèi; amár mólto. In verso ciò non è necessario. P. es.
Signor, mirate come il tempo vola. |
§ 3. Per regola generale, il troncamento ha luogo soltanto nel singolare, e non può farsi nei femminili terminati in a. Divideremo pertanto i troncamenti in regolari ed irregolari.
§ 4. Troncamenti regolari. Nomi, aggettivi, pronomi ed avverbii. Si possono troncare le parole terminanti in:
In verso si usano, al plurale, le forme ammollite in -ái, èi, òi: cavái, fratèi, figliuòi, ecc. Vedi cap. v, § 12.
§ 5. -mo, -me si possono troncare soltanto nel nome uòm-o, e nell’avverbio insièm-e:
Anche i dissillabi sán-o, e ván-o in prosa non si sogliono troncare.
§ 6. -ne tanto nei maschili come ne’ femminili. Esempi: cán-e, pán-e; bèn-e; sermón-e, bastón-e, religión-e, opinión-e, ragión-e; vèrgin-e, orígin-e, testúggin-e, vorágin-e. È però da osservare che in prosa difficilmente si troncano le voci che, come queste, siano accentate sulla terz’ultima:
§ 7. -re. Esempii: limitár-e, altár-e, már-e; piacèr-e; dolór-e. Non si sogliono troncare, in prosa, le parole coll’accento sulla terzultima, come Tèver-e, gèner-e, cèner-e:
§ 8. -ri si tronca nell’avverbio fuòr-i, e qualche volta nell’avv. ièr-i. In verso si troncano spesso i plurali dei sostantivi in -áre, -ère, -íro, -òro che si possono troncare al singolare. P. es. i limitár-i, i regolár-i, i cavalièr-i, i sospír-i, i tesòr-i. Non si sogliono troncare i plurali in -úri, nè, in generale, i dissillabi terminati in -ri.
§ 9. Verbi. Si posson troncare:
§ 10. tutte le terze pers. plur. in -no, -nno, o in -ro. P. es. áman-o, andávan-o, andáron-o, sían-o, avrán-no; dísser-o, avrèbber-o, credéssero; andár-o. Di rado però i dissillabi, vánno, fánno, dánno, stánno e simili, che per dolcezza si preferisce lasciare interi:
Più di rado si troncano le seconde pers. sing. del pres. ind. ed imp. in -ni, -ri. P. es. vièn-i, tièn-i, muòr-i. Quando si troncano, sì suole apporvi il segno dell’apostrofo vien’, tien’.
§. 11. Troncamenti irregolari. Si può troncare l’aggettivo femminile sóla nella frase una sól vòlta:
Altro esempio di troncamenti irregolari è Frà per fráte davanti a nome proprio d’uomo che cominci come sopra: p. es. Frà Giovánni, Frà Pròspero.
§ 12. Non si suol fare (almeno in prosa) il troncamento dinanzi a parola che cominci per vocale, come lodévol azióne, andár a cása. Si eccettua il pronome uno e suoi composti, che regolarmente si troncano pur dinanzi a vocale: un uòmo, alcùn áltro, nissùn ímpeto. Davanti a parola cominciante per uo si fa per lo più il troncamento: nòbil uomo.
Quanto al troncamento della prima parte nelle parole composte, vedi la Parte III di questa Grammatica.