Grammatica italiana dell'uso moderno/Parte II/Capitolo XIII. Pronomi dimostrativi determinati.

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Parte II - Capitolo XIII. Pronomi dimostrativi determinati.

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CAPITOLO XIII

Pronomi dimostrativi determinati.


§ 1. I pronomi dimostrativi accennano cose e persone o in modo determinato, o in modo indeterminato e generale; e però si dividono in dimostrativi determinati, e in dimostrativi indeterminati. Anche gli articoli, per quanto dicemmo, non sono altro che pronomi dimostrativi, e operano, in un modo più semplice e più uniforme, quello stesso a cui servono questa foggia di pronomi. Diciamo innanzi tutto dei pronomi determinati.


§ 2. I pronomi determinati specificano un oggetto secondo certe relazioni generali, o di luogo, o di identità, o di qualità e quantità. Possiamo pertanto distinguere i dimostrativi in locali, identici, e qualitativi o quantitativi.


§ 3. Dimostrativi determinati locali. Sono tre, poichè variano secondo il luogo che accennano o vicino alla prima persona, o vicino alla seconda, o alla terza.

Pronome locale di prima persona:

di cosa di persona
masch. femm. masch. femm.
sing. quésto quésta quésti (costèi)
plur. quésti quéste (costóro) (costóro).
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Pronome locale di seconda persona:

di cosa di persona
masch. femm. masch. femm.
sing. cotésto cotésta costúi costèi
plur. cotésti cotéste costóro costóro.


§ 4. Pronome locale di terza persona:

di cosa
masch. femm.
sing. quéllo, quél quélla
plur. quélli, quéi, qué quélle
di persona
masch. femm.
sing. (quégli, quéi) colúi colèi
plur. colóro colóro.

Colúi, colèi e quégli si riferiscono a persona; quéllo, quélla si possono riferire a cosa ed a persona.

Intorno all’apostrofazione di questi pronomi vedi P. I, cap. xi, § 5 e 7. Intorno al troncamento di quéllo, ecc., vedi P. I, cap. x, § 4. Quéi, qué’ plurale si adopera davanti a parola che cominci per consonante, purchè non da s impura: p. es. quéi líbri, qué’ brávi; ma non quéi stúdii. Quégli singolare è raro: quéi pur singolare, è poetico.

Pronome dimostrativo locale di senso astratto:

ciò = quésta còsa
quélla
quéste còse
quélle


§ 5. I pronomi dimostrativi locali sì di persona come di cosa, quando non debbano esser posti in [p. 126 modifica]rilievo, come avviene spesso accanto a un verbo, e dopo l’interjezione ècco, vengono sostituiti dalle seguenti forme enclitiche obiettive pronominali:

sing. , il = quéllo, lúi
la = quélla, lèi
gli = a quéllo, a lúi (a lóro)
= a quélla, a lèi
plur. li (apostr. gl’) = quélli, lóro
= quélle, lóro.

Il nel senso di quéllo, lúi è dell’uso poetico e della prosa elegante, ma non si trova nella lingua parlata: gli per a lóro non è usato dalla maggior parte de’ buoni scrittori.

Esempii: ámo l’onóre e non vòglio pèrderlo: lòdo la virtù e la séguo: védi quélle pére? va’ a còglierle: trovái gli amíci e li salutái.


§ 6. Le forme enclitiche, tanto quelle di prima e seconda persona (vedi pag. 121), quanto quelle dei pronomi dimostrativi, si possono aggruppare in due, ma colle seguenti avvertenze:

che preceda la prima persona alla seconda, ed ambedue alle forme dimostrative e riflessive:
che la riflessiva preceda le forme dimostrative; si eccettuano i gruppi gli si, lé si (vedi appresso):
che le forme terminanti in i, quando precedono una forma dimostrativa, mutino quest’i in e.

1ª persona:

mi ti: mé a té ovvero a mé té
mi vi (raro) = mé a vói
mi si = a mé sé
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me lo, la, li, = a mé o per mé quello, quélla, ecc. lúi, lèi, ecc.
me gli, = mé a lúi, a lèi
ci si = a nói sé
ce lo, la, li, = a nói quéllo, ecc. lúi, ecc.

2ª persona:

ti si = a té sé
te ló, la, li, = a té quéllo, ecc. lúi, ecc.
te gli, = té a lúi, a lèi
vi si = a vói sé
ve ló, la, li, = a vói quéllo, ecc. lúi, ecc.
ve gli, (rari) = vói a lúi, a lèi (a quéllo, a quélla).

Forme dimostrative:

gli o le si = a lúi, a quéllo sé; a léi, a quélla sé
gliélo, gliéla, gliéli, gliéle (inseparabili) = a lúi, a lèi (a quéllo, a quélla) quéllo, quélla, lúi, lóro, ecc.

Forme riflessive:

se ló, la, li, = a sé quéllo, lúi, ecc.
sé gli o = sé a lúi, a lèi
se le = sé a lèi.

Forme poetiche o rare:

lo o la mi, ti, ci, vi invece di me ló, te ló, ce ló, ecc.
lo si, la si, li si, le si invece di se ló, se la, ecc.
gli ló, gli la, gli lé, ecc. invece di gliélo, gliéla, ecc. (disusato).
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mél, cél, tél, vél, sél invece di me lo, ce lo, ecc.

Gli e le in senso di termine (a ecc.) si riferiscono più propriamente a persone che a cose, per le quali si preferiscono le particelle avverbiali enclitiche ci, vi. Intorno all’uso di queste e della particella ne, ed alla loro unione colle particelle pronominali, vedi P. II, cap, xxvi, § 7.

Esempii: cáro pádre, mi ti arrèndo. Quésto cáne mi si accòsta. Signóri, mi vi dò e dóno per amicíssimo. Tu hái un bèl líbro, ma nón vuòi dármelo. L’amíco ci si offèrse cóme un fratèllo. Sèi un ignoránte: nón ti si dá rètta. Égli ti áma, ío te gli concèdo per fíglio. Hò délle bèlle giòje, ma nón vòglio dárvele. Guárda il vestíto di Lucía: cóme se le avviène! Mi chiède il permésso, ma ío gliélo nègo. Piètro comprò un cappèllo e se lo míse in cápo. Lasciátoglisi cadér sópra, lo bagnò di lágrime. Il cónte che del suo difètto non si èra ancora mái avvedúto, udèndoselo rimproveráre, arrossì. Quélla storia gli s’imprèsse nell’ánimo. Quélla pèzza che gli hò dáta, non gliéla hò prestáta, ma donáta. Quésta ròba è di chi se la prènde. Quésto mòtto gli si attribuísce da mólti, sénza ch’égli lo ábbia détto. Se úna fanciúlla è onèsta, facilménte le si òffrono buòni partíti. Chiediámo la piòggia, ma Iddío non ce la concède. Non la ci tòlse qualità di gèlo. La novella giunse quella sera Ma tanto Astolfo ascosa le la tenne Che ecc.


§ 7. Dimostrativi determinati identici. Questi accennano la identità di una cosa o persona con sè medesima, e sono quattro: due sostantivi, due aggettivi. [p. 129 modifica]

I. masc. femm.
sing. ésso éssa
plur. éssi ésse.

Si adopera, per lo più, come dimostrativo di persona già nominata, e in senso di sostantivo, ma nel parlare più scelto si usa anche come aggettivo: ésso líbro; éssa Beatríce.

II. masc. femm.
sing. désso déssa
plur. déssi désse:

vale quello stesso, quello appunto, ma si riferisce per lo più a persona, coi verbi essere, parere: p. es. égli é désso: non mi par désso.

III. masc. femm.
sing. stésso stéssa
plur. stéssi stésse.
IV. masc. femm.
sing. medésimo medésima
plur. medésimi medésime.

Questi due possono avere il loro nome avanti o dopo di sè come tutti gli aggettivi: per esempio lo stésso conforto; il conforto stésso: la medésima virtù; la virtù medésima: invece che ad un nome, possono appoggiarsi ad un pronome: mé stésso, me medésimo: églino stéssi: éssa medésima.

Si adopera anche il superlativo stessíssimo e più di rado medesimíssimo. Forme poetiche: medésmo, medésma, ecc. con sincope. E antiquato stéssi al singolare:

Così disse ’l Maestro, ed egli stessi
Mi volse

(Dante, Inf., ix, 58).     

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§ 8. Pronomi dimostrativi di qualità:

I. masc. femm.
sing. tále tále
plur. táli táli.

Forme poetiche: cotále, cotáli. Forma composta: altrettále, i.

Si adopera unito al nome e solo; coll’articolo determinato e senza, p. es. egli è tále: tal uomo; tal donna: il tále, i táli; la tal còsa.

II. masc. femm.
sing. cosiffátto cosiffátta
plur. cosiffátti cosiffátte.

Questo pronome è composto da due parole così fatto. Si adopera quasi sempre col sostantivo e senza articolo: cosiffátte còse.


§. 9. Pronomi dimostrativi di quantità:

masc. femm.
sing. tánto tánta
plur. tánti tánte.

Forma poetica: cotánto, ecc.

Si adopera unito al nome e solo: tánte virtù; tánti uòmini; tánti sóno spregiáti, che non lo mèritano.

Forma composta: altrettánto, altrettánti, ecc.


Lo stésso, il medésimo, tánto si usano spesso anche in senso astratto e indeterminato: p. es. quésto o quéllo sóno per me lo stésso: dámmene tánto e non più.