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Guida di Castiglione dei Pepoli/VIII

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VIII — Minerali

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VII IX

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VIII.

Minerali.

La provincia di Bologna, e conseguentemente anche questo Comune1, è priva di giacimenti metalliferi regolari, né offre al mineralogista, al collezionista, all’industriale che pochissime specie minerali di pregio non comune e pochi esemplari di eccezionale munificenza. Studi ulteriori, però, equamente sussidiati da coloro cui spetta, non potrebbero condurci ad importanti scoperte? Di quanto non é ricco il terreno della penisola e dell’Appennino, in ispecie?2

Abbiamo, però, buon calcare, alberese da calce e da cemento, arenaria da lavoro a ben poche inferiore, quarzo (cristallo di ròcca), onice in piccola quantità e pirite di ferro.

Sulla sinistra costa del Brasimone, nella località detta «il Calcinaio» Comune di Camugnano, frazione di Baigno, si trova un calcare cristallino, simile al tipo del marmo saccaroide, attorniato da roccie serpentinose. La sua struttura presentasi poco uniforme, [p. 36 modifica]sparsa di screpolature irregolari, che lo rendon facile a disgregarsi esposto all’azione degli agenti atmosferici, esterni. Potrebbe darsi, però, che all’interno si trovasse più puro, più compatto ed omogeneo, e potesse servire come la brecciuola di Burcianella, a lavori edilizi, e a rimpiazzare il biancone di Verona3.

Vicino a Crèda in luogo detto «le Torri» ed altrove, si trovano dei serpentini e gabbri rossi presentanti il color verde dovuto ad infiltrazioni ramifere, quali, del resto, soglion trovarsi nelle emersioni serpentinose della provincia bolognese, senza che possa sicuramente affermarsi l’esistenza di una miniera di rame4.

In quel di Crèda vi ha una sorgente leggermente ferruginosa; non è però conosciuta gran che: e lo stesso avviene di una sorgente sulfurea, che sgorga non lungi da Castiglione, lungo il Rio Torto, a mezzo chilometro circa, dalla Cascina di Brasimone di sotto5.

Le grandi ricchezze mineralogiche di questi luoghi sono l’aria e le acque eccellenti.

È un fatto notorio, scientificamente provato, che le acque di Castiglione, discendenti dal M. Gatta, o [p. 37 modifica]ascendenti lo stesso, sono freschissime e sono state usate e bene a ragione per lo stabilimento balneario.

Le ragioni della bassissima e costante temperatura di questa benefica linfa possono esser varie. Quelle pure, fresche e dolci acque non possono derivarsi per istrati molto profondi dagli eterni ghiacciai delle Alpi, ovvero dalle vette più alte degli Appennini?

Nessuno può affermarlo con certezza, nè assolutamente negarlo. Ammesso pure che esse non iscorrano a grande profondità del suolo, è certo che può influire sulla temperatura, la verdeggiante e densa foresta, che la difende dai raggi del sole. Inoltre l’umidità delle parti verdi, alla presenza del calore solare, passando allo stato gassoso, rapisce all’ambiente circostante parecchie calorie e quindi anche al suolo ed alle acque che scorrono al di sotto. Non altrimenti nell’estate, qualcuno usa per rendere più fresche le bevande, avvolgere il recipiente, che le contiene, in un involucro bagnato ed esporre il tutto al sole. Abbiamo così un’abbassamento di temperatura pel rapido passaggio dell’acqua allo stato di vapore.

Inoltre quanto alla copiosità delle acque; la densa foresta frapponendosi all’azione diretta del sole, diminuisce l’evaporazione delle acque fluviali e provvede alla abbondanza delle sorgenti.

Grandissimo credito hanno preso ai nostri dì la cura idroterapica ed il trattamento di questo metodo, di molte malattie, specialmente nervose, comunissime in questi tempi, in cui la materia grigia lavora troppo e in tutto troppo ci affrettiamo. [p. 38 modifica]

Alcuni valenti in questo ramo dell’arte salutare, osservando che l’acqua di Castiglione, per la sua freddezza e costante temperatura, è superiore a quelle di Andorno, di Cossilla, di Voltaggio e finanche, per la costante temperatura, a quella d’Oròpa, pensarono che a Castiglione potesse impiantarsi utilmente uno stabilimento idroterapico.

Avvenga che a questa cara istituzione arridano le sorti meritate!

Note

  1. Guida dell’Appennino Bolognese. V. Bombicci.
  2. Caverni Raffaello. Con gli occhi per terra. Firenze, Bemporad, 1888.
  3. Giannitrapani. Castiglion dei Popoli. Ricordi alpini. Bologna Niccola Zanichelli, MDCCCLXXX.
  4. Bombicci — Giannitrapani.
  5. I paesani la tengono in gran conto, come medicamentosa. Secondo alcuni, di essi si potrebbero applicare a questa sorgente i versi, che si leggono all’Acquacetosa a Roma.

    «Menibus atque sthomaco, spleni jecurique medetur;
    Mitie malis prodert ipsa salubris aqua.