Gynevera de le clare donne/32. De Rizarda de Saluzo, da Este Marchionissa

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32. De Rizarda de Saluzo, da Este Marchionissa

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Infra l’altre illustre donne de styrpe et de honesta viduitate, trovamo una nobilissima figlioula del signor Thomaso de Saluzo, marchexe preclaro, la quale hebbe nome Rizarda, che cum singular festa et triumpho fu maritata in Nicolao marchese Estense, de non poco valore, et di Ferrara felicissimo principe. Fu donna de volto bella, cum occhii neri, et de capelli et peli; alquanto rossi, et di presentia egregia; et fu de mediocre grandeza. Il parlare suo fu raro, ma honesto, prudente et ornato de boni costumi, convenienti a figliuola de tanto nobile marchese. Fu donna devota, demostrando sempre, [p. 353 modifica]come fidele cristiana, havere de Dio timore. Continuamente, de quello se potea in lei iudicare, aestimava ogni persona cum molta humanitate. Per quello tempo che li visse el marito, fu cum honore et gratia de lui, et cum commendatione de li suoi citadini. Intendendo lei che ’l signor marito, come effecto de la fragilitate humana, li infringea la matrimonial fede, hebbe grandissima tolleranza, portando grande reverentia, cum singulare humilità, al prefato signor marito, quantuncha in la mente li fusse singular despiacere; perchè a la maritata donna niuna cosa è de più affanno e de più dolore, che vederse tore, per strana et inhonesta femina, quello che una volta gli è dato per le sancte lege del matrimonio. Ma la sancta integrità del matrimonio et la conservata castità la consigliarono a tanta tolleranza, per la cui virtute è da sempre amata et levata in splendore de altissima laude. [p. 354 modifica]

Hebbe dui formosi figliuoli, Hercule et Sigismundo, che di prestantia et di valore molto ne l’arme fulseno. Hercule, come primogenito, successe nel paterno stato, cum longo disio, ne li anni virili. Ma lei, essendo vedoa restata in giovene etate cum li picoli figliuoli, et in loro non restare il paterno stato, forsi per essere troppo fanciuli, et essendo quello pervenuto a lo imperio dei dui figliastri de lei, l’uno drieto l’altro, Leonello et Borso, naturali fratelli de li figliuoli, prese sdegno et partisse de Ferrara, et retornò ad Saluzo, in la paterna casa, dicendo che mai in Ferrara tornarebbe, se in quella prima non vedesse principi li figliuoli. Li quali da Leonello furono mandati ad Neapoli in la corte de Alphonso de Aragonia, re in quilli tempi de grandissimo splendore et virtute.

La illustre donna in la paterna casa se gubernò sempre cum grandissima honestate et castimonia et gratia de [p. 355 modifica]quilli populi, et non già per crescersi fama de andare a le seconde nozze, ma per propria bontate et virtute, a la quale ubiditte fin a la senectute et morte. Che certo, essendo lei giovene et bella, non consequite manco gloria de honesta et pudica viduitate, che facesse la bellissima Antonia minore, exemplo de clara viduitate, figliuola de Marco Antonio triunviro et de Octavia sua consorte, et mogliere che fu de Druso, fratello de Tiberio Nerone, figliastro de Octaviano Augusto, che ’l resto de la sua vita, doppo la morte de esso Druso suo marito in la guerra Germanica, sì sanctamente sotto Livia sua suocera consumò, che per celebre viduitate superò li preconii de tutte le donne a lei state avanti. Lei per la sua bona fama, et per essere giovene et bella, et iudicata non potere più sperare fruire el stato del morto marito, fu da degni signori adimandata in matrimonio; et quando era richiesta, dicea che ancora el [p. 356 modifica]marito li vivea. Non altrimenti facea Valeria, nobilissima Romana, essendoli morto Sanio suo marito, a quilli che li dimandavano la rasone perchè non se remaritava, dicea che sempre il caro marito li vivea.

Fu perhò confortata la honestissima donna cum prudenre consiglio se dovesse maritare, trovando degno marito, perchè a le vedoe, donne giovene et belle, non desdice per honore de la pudica fama, vivendo nel seculo, andare a le secunde nozze. Respose lei, essere vero che non li desdirebbe, perchè ad Anna, figliuola de Isacher, genetrice de Maria Vergene, imperatrice di cieli, non desdisse maritarse tre volte, chè morto Ioachino se maritò a Cleophas, che de loro ne nacque Maria secunda, la quale se maritò cum Alpheo et hebbe quatro figliuoli, Iacobo minore, Simone, Iuda che fu poi nominato Tadeo, et Ioseph iusto. Quisti quattro fratelli furono chiamati fratelli de Iesù Christo, essendo [p. 357 modifica]nati de dui fratelli et de due sorelle. Anna poi, morto Cleophas, suo secundo marito, se copulò cum el terzo, nominato Salomone. De questo matrimonio terzo nacque, cum molta simiglianza a Iesù Christo, Iacobo magiore et Ioanne evangelista. Sì che, ancora disse, essere certa che a lei non desdirebbe andare a le secunde nozze, ma una volta li bastava essere stata maritata; et che era in la paterna casa, et ben veduta, et che vivea sotto la custodia de Dio; et che non potea mancare di speranza in la divina iustitia, che quella una volta non restituisse el paterno stato a li suoi figlioli.

Così dunque, cum questa speranza in la sua honesta viduitate, essendo vivuta circa trenta anni absente da li figliuoli, quali perveneno ne lo aspirato stato, et Hercule, come primogenito, fu di Ferrara creato secundo duca, doppo la successa morte naturale, l’uno doppo l’altro, de li principi [p. 358 modifica]loro naturali fratelli, la pudicissima donna, già in vichieza constituta, lieta oltra modo, intendendo che li cari figliuoli erano facti principi del stato paterno, se ne venne ad Ferrara, ringratiando Dio infinitamente de tanta gratia et iustitia; là donde da li figliuoli fu acolta cum singular honore et reverentia, et cum abraciamenti grandi et dulci baci, mescolati de tenere lachryme, sì per il gaudio del successo stato, et sì per essere molti anni che non se haveano veduti. Visse la consolata donna presso li cari figliuoli doppo la sua venuta ad Ferrara circa quatro anni, comendabilmente et cum amore de Elyonora de Aragonia sua nuora, moglie del suo primogenito, et senza rancore del Ferrarese populo.

Questa donna a me parse de molta honestate, sentimento et boni costumi, quando al duca Hercule, suo prefato primogenito, in nome de la illusre nostra republica, essendomi imposto [p. 359 modifica]da li prestantissimi oratori de quella, conte Andrea Bentivoglio et Albertho Cathaneo doctore et cavaliero, presentai cum mia breve oratione, nel tempo de le triumphante nuptie de la serena Elyonora antedecta, tri belissimi vasi de fin cristallo, ornati de auro et de argento, et cum effigiati adamanti et fiori de margarita, divisa di quel principe, et insegne de la nostra comunitate, posti egregiamente cum richi smalti; che la prefata donna, doppo lo ringratiamento del felicissimo figliuolo per lo receputo presente, a quello cum discreta laude rendette honore, recordando cum prestante maniera et savie parole in honore de la nostra citate, il presente che a le sue proprie nuptie fu facto per la nostra republica, che a mi fu iocundo audire.

Venuto il tempo de la fine de la prudentissima donna, essendo de anni piena, se infirmò di febre, per la quale in brevi giorni confessata et comunicata [p. 360 modifica]et uncta de la extrema unctione, cum grande devotione permutò la vita cum la morte. Li illustri figliuoli, dolenti per la perdita de tanta genetrice, honorarono il morto corpo cum quello exeqio et funebre pompa che li convenìa. Tutto il clero et il populo di Ferrara, vestito a nero, li intravenirono cum grandissimo ordine et magnificentia. La virtute duncha, prudentia et honestate de questa illustre donna habiamo recordata, infra l’altre donne clare, per insignire de benivolentia et honore il nostro Gynevero, quale son certo ne parteciparà cum la prudente Lucretia Estense, sua prima nora, nepote de la benigna memoria de la defonta Rizarda, de lei ava paterna: da la quale, nel tempo che io feci lo antedecto presente, cum tenereza più volte fu obsculata, come sua nepote et cara figlia del duca figliuolo.