I Epistola di San Paolo a' Corinti (Diodati 1821)/capitolo 13

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Capitolo 13

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capitolo 12 capitolo 14

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13
  AVVEGNACHÈ io parlassi tutti i linguaggi degli uomini e degli angeli se non ho carità, divengo un rame risonante, ed un tintinnante cembalo.

2  E quantunque io avessi profezia1, e intendessi tutti i misteri, e tutta la scienza; e benchè io avessi tutta la fede, talchè io trasportassi i monti2, se non ho carità, non son nulla.

3  E quand’anche io spendessi in nudrire i poveri tutte le mie facoltà3, e dessi il mio corpo ad essere arso; se non ho carità, quello niente mi giova.

4  La carità è lenta all’ira, è benigna4; la carità non invidia5, non procede perversamente, non si gonfia.

5  Non opera disonestamente, non cerca le cose sue proprie6, non s’inasprisce7, non divisa il male.

6  Non si rallegra dell’ingiustizia8, ma congioisce della verità9.

7  Sofferisce ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa10.

8  La carità non iscade giammai; ma le profezie saranno annullate, e le lingue cesseranno, e la scienza sarà annullata.

9  Conciossiachè noi conosciamo in parte, ed in parte profetizziamo.

10  Ma, quando la perfezione sarà venuta, allora quello che è solo in parte sarà annullato.

11  Quando io era fanciullo, io parlava come fanciullo, io avea senno da fanciullo, io ragionava come fanciullo; ma, quando son divenuto uomo, io ho dismesse le cose da fanciullo, come non essendo più d’alcuno uso.

12  Perciocchè noi veggiamo ora per ispecchio, in enimma; ma allora vedremo a faccia a faccia11; ora conosco in parte, ma allora conoscerò come ancora sono stato conosciuto.

13  Or queste tre cose durano al presente; fede, speranza, e carità; ma la maggiore di esse è la carità.
14
  PROCACCIATE la carità, ed appetite, come a gara, i doni spirituali; ma principalmente che voi profetizziate.

2  Perciocchè, chi parla in linguaggio strano non parla agli uomini, ma a Dio; poichè niuno l’intende, ma egli ragiona misteri in ispirito.

3  Ma chi profetizza ragiona agli uomini, in edificazione, ed esortazione, e consolazione.

4  Chi parla in linguaggio strano edifica sè stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa.

5  Or io voglio bene che voi tutti parliate linguaggi; ma molto più che profetizziate; perciocchè maggiore è chi profetizza che chi parla linguaggi, se non ch’egli interpreti, acciocchè la chiesa ne riceva edificazione.

6  Ed ora, fratelli, se io venissi a voi parlando in linguaggi strani, che vi gioverei, se non che io vi parlassi o in rivelazione, o in scienza, o in profezia, o in dottrina?

7  Le cose inanimate stesse che rendono suono, o flauto, o cetera, se non dànno distinzione a’ suoni, come si riconoscerà ciò che è sonato in sul flauto, o in su la cetera?

8  Perciocchè, se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si apparecchierà alla battaglia?

9  Così ancor voi, se per lo linguaggio non proferite un parlare intelligibile, come s’intenderà ciò che sarà detto? perciocchè voi sarete come se parlaste in aria.

10  Vi sono, per esempio, cotante maniere di favelle nel mondo, e niuna nazione fra gli uomini è mutola.

11  Se dunque io non intendo ciò che vuol dir la favella, io sarò barbaro a chi parla, e chi parla sarà barbaro a me.

12  Così ancor voi, poichè siete desiderosi de’ doni spirituali, cercate d’abbondarne, per l’edificazion della chiesa.

13  Perciò, chi parla linguaggio strano, preghi di potere interpretare.

14  Perciocchè, se io fo orazione in linguaggio strano, ben fa lo spirito mio orazione, ma la mia mente è infruttuosa.

15  Che si deve adunque fare? io farò orazione con lo spirito, ma la farò ancora con la mente; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò ancora con la mente12.

16  Conciossiachè, se tu benedici con lo spirito, come dirà colui che occupa il luogo dell’idiota Amen al tuo ringraziamento, poichè egli non intende ciò che tu dici?

17  Perciocchè tu rendi ben grazie, ma altri non è edificato.

18  Io ringrazio l’Iddio mio, che io ho più di questo dono di parlar diverse lingue che tutti voi.

19  Ma nella chiesa io amo meglio dir cinque parole per la mia mente, acciocchè io ammaestri ancora gli altri, che diecimila in lingua strana.

20  Fratelli, non siate fanciulli di senno; [p. 927 modifica]siate bambini in malizia13, e uomini compiuti in senno.

21  Egli è scritto nella legge14: Io parlerò a questo popolo per genti di lingua strana, e per labbra straniere; e non pur così mi ascolteranno, dice il Signore.

22  Per tanto, i linguaggi son per segno, non a’ credenti, anzi agli infedeli; ma la profezia non è per gl’infedeli, anzi per li credenti.

23  Se dunque, quando tutta la chiesa è raunata insieme, tutti parlano linguaggi strani, ed entrano degl’idioti, o degl’infedeli, non diranno essi che voi siete fuori del senno?

24  Ma, se tutti profetizzano, ed entra alcun infedele, o idiota, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti.

25  E così i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi in terra sopra la sua faccia, egli adorerà Iddio, pubblicando che veramente Iddio è fra voi.

Necessità dell'ordine nel culto.

26  CHE convien dunque fare, fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione15.

27  Se alcuno parla linguaggio strano, facciasi questo da due, o da tre al più; e l’un dopo l’altro; ed uno interpreti.

28  Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa colui che parla linguaggi strani; e parli a sè stesso, e a Dio.

29  Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino.

30  E se ad un altro che siede è rivelata alcuna cosa, tacciasi il precedente16.

31  Conciossiachè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati.

32  E gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti17.

33  Perciocchè Iddio non è Dio di confusione, ma di pace; e così si fa in tutte le chiese de’ santi.

34  Tacciansi le vostre donne nelle raunanze della chiesa18, perciocchè non è loro permesso di parlare, ma debbono esser soggette, come ancora la legge dice19.

35  E se pur vogliono imparar qualche cosa, domandino i lor propri mariti in casa; perciocchè è cosa disonesta alle donne di parlare in chiesa.

36  La parola di Dio è ella proceduta da voi? ovvero è ella pervenuta a voi soli?

37  Se alcuno si stima esser profeta, o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo son comandamenti del Signore20.

38  E se alcuno è ignorante, sialo.

39  Così dunque, fratelli miei, appetite, come a gara, il profetizzare, e non divietate il parlar linguaggi.

40  Facciasi ogni cosa onestamente, e per ordine.

La risurrezione.

15
  ORA, fratelli, io vi dichiaro l’evangelo, il quale io vi ho evangelizzato, il quale ancora avete ricevuto, e nel quale state ritti.

2  Per lo quale ancora siete salvati21, se lo ritenete nella maniera, che io ve l’ho evangelizzato; se non che abbiate creduto in vano.

3  Conciossiachè imprima io vi ho dato ciò che ancora ho ricevuto: che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le scritture22.

4  E ch’egli fu seppellito, e che risuscitò al terzo giorno, secondo le scritture.

5  E ch’egli apparve a Cefa, e dipoi a’ dodici23.

6  Appresso apparve ad una volta a più di cinquecento fratelli, dei quali la maggior parte resta infino ad ora; ed alcuni ancora dormono.

7  Poi apparve a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli insieme24.

8  E dopo tutti, è apparito ancora a me, come all’abortivo25.

9  Perciocchè io sono il minimo degli apostoli26, e non son pur degno d’esser chiamato apostolo, perciocchè io ho perseguitata la chiesa di Dio27.

10  Ma, per la grazia di Dio, io son quel che sono; e la grazia sua, ch’è stata verso me, non è stata vana; anzi ho vie più faticato ch’essi tutti28; or non già io, ma la grazia di Dio, la quale è meco29.

11  Ed io adunque, ed essi, così predichiamo, e così avete creduto.

12  Ora, se si predica che Cristo è risuscitato da’ morti, come dicono alcuni fra voi che non vi è risurrezione de’ morti?

13  Ora, se non vi è risurrezione de’ morti, Cristo ancora non è risuscitato30.

14  E se Cristo non è risuscitato, vana è adunque la nostra predicazione, vana è ancora la vostra fede.

15  E noi ancora siamo trovati falsi testimoni di Dio; poichè abbiamo testimoniato di Dio, ch’egli ha risuscitato Cristo31; il quale egli non ha risuscitato, se pure i morti non risuscitano.

16  Perciocchè, se i morti non risuscitano, Cristo ancora non è risuscitato.

17  E se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede, voi siete ancora ne’ vostri peccati32.