I Epistola di San Paolo a' Corinti (Diodati 1821)/capitolo 14

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Capitolo 14

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capitolo 13 capitolo 15
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  PROCACCIATE la carità, ed appetite, come a gara, i doni spirituali; ma principalmente che voi profetizziate.

2  Perciocchè, chi parla in linguaggio strano non parla agli uomini, ma a Dio; poichè niuno l’intende, ma egli ragiona misteri in ispirito.

3  Ma chi profetizza ragiona agli uomini, in edificazione, ed esortazione, e consolazione.

4  Chi parla in linguaggio strano edifica sè stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa.

5  Or io voglio bene che voi tutti parliate linguaggi; ma molto più che profetizziate; perciocchè maggiore è chi profetizza che chi parla linguaggi, se non ch’egli interpreti, acciocchè la chiesa ne riceva edificazione.

6  Ed ora, fratelli, se io venissi a voi parlando in linguaggi strani, che vi gioverei, se non che io vi parlassi o in rivelazione, o in scienza, o in profezia, o in dottrina?

7  Le cose inanimate stesse che rendono suono, o flauto, o cetera, se non dànno distinzione a’ suoni, come si riconoscerà ciò che è sonato in sul flauto, o in su la cetera?

8  Perciocchè, se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si apparecchierà alla battaglia?

9  Così ancor voi, se per lo linguaggio non proferite un parlare intelligibile, come s’intenderà ciò che sarà detto? perciocchè voi sarete come se parlaste in aria.

10  Vi sono, per esempio, cotante maniere di favelle nel mondo, e niuna nazione fra gli uomini è mutola.

11  Se dunque io non intendo ciò che vuol dir la favella, io sarò barbaro a chi parla, e chi parla sarà barbaro a me.

12  Così ancor voi, poichè siete desiderosi de’ doni spirituali, cercate d’abbondarne, per l’edificazion della chiesa.

13  Perciò, chi parla linguaggio strano, preghi di potere interpretare.

14  Perciocchè, se io fo orazione in linguaggio strano, ben fa lo spirito mio orazione, ma la mia mente è infruttuosa.

15  Che si deve adunque fare? io farò orazione con lo spirito, ma la farò ancora con la mente; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò ancora con la mente1.

16  Conciossiachè, se tu benedici con lo spirito, come dirà colui che occupa il luogo dell’idiota Amen al tuo ringraziamento, poichè egli non intende ciò che tu dici?

17  Perciocchè tu rendi ben grazie, ma altri non è edificato.

18  Io ringrazio l’Iddio mio, che io ho più di questo dono di parlar diverse lingue che tutti voi.

19  Ma nella chiesa io amo meglio dir cinque parole per la mia mente, acciocchè io ammaestri ancora gli altri, che diecimila in lingua strana.

20  Fratelli, non siate fanciulli di senno; [p. 927 modifica]siate bambini in malizia2, e uomini compiuti in senno.

21  Egli è scritto nella legge3: Io parlerò a questo popolo per genti di lingua strana, e per labbra straniere; e non pur così mi ascolteranno, dice il Signore.

22  Per tanto, i linguaggi son per segno, non a’ credenti, anzi agli infedeli; ma la profezia non è per gl’infedeli, anzi per li credenti.

23  Se dunque, quando tutta la chiesa è raunata insieme, tutti parlano linguaggi strani, ed entrano degl’idioti, o degl’infedeli, non diranno essi che voi siete fuori del senno?

24  Ma, se tutti profetizzano, ed entra alcun infedele, o idiota, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti.

25  E così i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi in terra sopra la sua faccia, egli adorerà Iddio, pubblicando che veramente Iddio è fra voi.

Necessità dell'ordine nel culto.

26  CHE convien dunque fare, fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione4.

27  Se alcuno parla linguaggio strano, facciasi questo da due, o da tre al più; e l’un dopo l’altro; ed uno interpreti.

28  Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa colui che parla linguaggi strani; e parli a sè stesso, e a Dio.

29  Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino.

30  E se ad un altro che siede è rivelata alcuna cosa, tacciasi il precedente5.

31  Conciossiachè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati.

32  E gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti6.

33  Perciocchè Iddio non è Dio di confusione, ma di pace; e così si fa in tutte le chiese de’ santi.

34  Tacciansi le vostre donne nelle raunanze della chiesa7, perciocchè non è loro permesso di parlare, ma debbono esser soggette, come ancora la legge dice8.

35  E se pur vogliono imparar qualche cosa, domandino i lor propri mariti in casa; perciocchè è cosa disonesta alle donne di parlare in chiesa.

36  La parola di Dio è ella proceduta da voi? ovvero è ella pervenuta a voi soli?

37  Se alcuno si stima esser profeta, o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo son comandamenti del Signore9.

38  E se alcuno è ignorante, sialo.

39  Così dunque, fratelli miei, appetite, come a gara, il profetizzare, e non divietate il parlar linguaggi.

40  Facciasi ogni cosa onestamente, e per ordine.